Sola andata

Sola andata

martedì 14 febbraio 2017

Momento feed back. Per andare oltre

Direi che è andata. Una giornata quasi primaverile, pedalata di un'ora prima di andare al lavoro, la spesa. Non essendo più così astemia, a quest'ora ho preso l'abitudine di un bicchiere di amaro Montenegro a cui ne ho eccezionalmente aggiunto uno di liquore alle fragole e di bosco. Ma sono abbastanza lucida ancora per un pensierino preserale. La crudeltà inconsapevole di fb mi ricorda che l'anno scorso ho scritto di una cosa che mi era successa nelle ore precedenti. Raccontavo di una giornata che avevo trovato bella e durante la quale erano successe delle cose per me importanti. Quando la scrissi ero al tavolo di un Mc Donald del centro, era una giornata umida e molto fredda e io provavo a convincermi di non sentirmi così irrimediabilmente  sola. In realtà non accadde nulla di particolare e soprattutto io non sapevo ancora nulla di ciò che avrebbe privato di senso tutto quello che provavo allora. Poi, ad un certo punto, me la sono raccontata meglio e mi sono sentita meno ridicola. Dico questo pure a beneficio di fb, che per gli anni a venire mi ricorderà di quell'episodio e io tenterò sempre nuovi modi per giustificarmi di essere stata così ingenerosa con me stessa. Pace. Del passato non ci si libera mai purtroppo...

Sto meditando di iscrivermi ai "corsi corsari" di cinema. Si tengono il lunedì sera e il programma mi pare stupendo. L'unica remora è che mi scoccerebbe perdermi Gazebo, ma sento che mi perderei anche della gente molto bella, come ai miei occhi lo è quella che ama il cinema, e degli argomenti appassionanti. In fondo Gazebo si recupera...ma poi che cacchio di dilemma è il mio? Sarà l'alcol

Alla fine anche questo San Valentino ce lo siamo levati dalle...scatole. Mi ricordo di aver passato anni anche più tristi, persino tra quelli in cui ero fidanzata. Una volta uno mi portò in un ristorante tamarrissimo di Torre del Greco. Mi sembrava di stare dal boss delle cerimonie e m regalò un profumo prestigioso ma terribile e poi una coccinella di peluche. Io avevo un orrendo tailleur nero...spero che quella sia stata l'ultima volta che mi sono vestita così e poi andammo a Posillipo a vedere il panorama. E io non vedevo l'ora di tornarmene a casa mia.
Un altro anno lo passai invece tutto il giorno a piangere su un divano per uno che non ha mai saputo che mi piaceva e un'altra volta a studiare e a tremare per un esame che mi terrorizzava.

Mi piacerebbe capire perché mi ricordo di tutti i miei giorni di San Valentino pure se nessuno di loro ha fatto il suo dovere. Direi perché forse ho sempre attribuito loro compiti che non sono tenuti a realizzare, oppure perché alimento fantasie improbabili con persone che non ho ancora incontrato. O semplicemente mi piace proprio assai fare così: immaginare le situazioni così come per me è necessario che siano e percepire che l'universo intero lavori per assecondarmi, anche solo per quegli istanti li. Perché alla fine lo so che le cose non andranno mai esattamente così come le mie architetture oniriche disegnano,  ma mi servono lo stesso come una specie di "bench mark" su cui adattare una realtà sempre drammaticamente troppo parsimoniosa.

Non sono ancora ubriaca e mi sono ricordata di non raccontare tutti ma proprio tutti i fatti miei, anche perché  oggi quelli per fortuna fanno ridere anche me. Quel racconto catartico e tristallegro, scritto con precisione chirurgica in giorni di necessità di chiarezza e di analisi, proverò a rileggerlo tutte le volte che incontrerò qualcuno e penserò di essere certa che sia "lui". Poi mi imporrò di fare abbastanza passi indietro da garantirmi una distanza di sicurezza e lascerò che sia lui, se sarà "lui", a farne di suoi per arrivare da me..."e se rimane indifferente, non è "lui"...

Intanto che aspetto, io provo ad iscrivermi sul serio ai corsi corsari...che tanto ormai San Valentino è lontano e per coprire le distanze ci sta tutto quanto il tempo che ci vuole. Se davvero vuole





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