Sola andata

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mercoledì 28 settembre 2016

"Annuncio ritardo"

Il passante di Trenord è una modalità di spostamento all'interno di Milano che utilizzo molto spesso. Ormai da un sacco di tempo ho fatto caso a una strana consuetudine. Sul tabellone delle attese, accanto all'orario di arrivo del treno viene spessissimo annunciato un ritardo di almeno quattro minuti del mio treno. Saperlo mi aiuta a mettermi l'anima in pace e ad attendere per un tempo più lungo di quanto auspicato. Però, nove volte su dieci, succede una cosa. Il treno arriva puntuale. Il ritardo annunciato non si verifica. Tutte le volte che questo succede il mio umore migliora tantissimo, nonostante non mi sia stato fatto nessun favore.
 Credo che a volte la rassegnazione ad un cattivo trattamento sia tale che rientra a pieno titolo nella normalità delle cose imperfette e di quelle che non possiamo controllare.Qualche volta considero questo un esercizio utile alla costruzione di un buon carattere, quello fatto di pazienza mista a bonaria consapevolezza, purché accompagnate dalla capacità di fermarsi un attimo prima della acritica sottomissione agli eventi.

Chissà, magari si sta affermando una nuova idea di gestione della collettività fondata sull'educazione al pessimismo, così se ci viene dato di meglio pensiamo di essere stati dei privilegiati, come se l'appiattimento delle aspettative e delle speranze possa fare da calmiere per l' ambizione all'eccellenza.

Non lo so, ma ho come l'impressione che ci siano molti modi perversi di darci l'illusione di quello che gli esperti di marketing definiscono il "good enough": quella roba che non è propriamente il meglio che si possa ottenere, ma è già abbastanza perché il meglio non è da tutti, invece l'abbastanza buono può esserlo e ci vuole un po' di tempo prima di arrivare ad accorgerti che era soltanto un modo diverso di definire la mediocrità. Mangio, indosso, ascolto, leggo quello che mi vendono, la mia
possibilità di scelta è limitata esclusivamente al comprare o non comprare. Non ho nessun altro potere. Poi ci sono i servizi indispensabili, sui quali ho ancora meno potere. Tutto quello che posso fare è giudicare la qualità di quello che mi viene offerto e per farlo devo avere dei parametri di riferimento e poi una voce in grado di essere ascoltata. Ci sono due modi per privare un individuo di questi due strumenti: 1) la prepotenza, ma quella è rischiosa perché crea rabbia e spirito di rivolta, 2)l'inganno e il mito del "semplicismo" esistenziale, fatto di ignoranza e assuefazione.
Oggi sono in ferie e mentre scrivo sono seduta su un muretto ai Navigli, mi trovo davanti a un corso d'acqua che hanno ripristinato dopo anni. La mattina è esattamente quello che è: una lunga lastra melmosa. Ma di sera, con le luci e i bar eleganti e la musica diventa un posto fighissimo e con delle suggestioni e un'atmosfera completamente diverse da quella che ritrovo io, con la luce impietosa del sole.

Oggi il passante non devo prenderlo, ma ne avrò bisogno per tantissime altre volte ancora. E così mi sono ripromessa  che all'annuncio ritardo di un treno che poi arriva in orario io mi ricorderò di non avere proprio niente di cui rallegrarmi, perché perdo del tempo prezioso necessario ad indignarmi. E una perdita di tempo è già di per se' un "ritardo" confermato...







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