Sola andata

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venerdì 30 settembre 2016

Tra "un accadde oggi" e "un accadde ieri"

Come cambiano le cose. Per avallare questa percezione Facebook è davvero un mezzo formidabile, soprattutto se, come me lo hai da subito usato per congelare i momenti che ritenevi topici, divertenti, memorabili, che hanno segnato uno stato d'animo, non necessariamente pacificato o preda di particolari passioni, ma che metteva a fuoco una condizione precisa.

Oggi mi ha ricordato dove ero, con chi e cosa stavo pensando quattro anni fa, tre, due e pure l'anno scorso. Ci sono foto, le mie solite battute sceme, una pseudo cronaca dei film e dei fatti di quel periodo...un promemoria davvero niente male. A volte rischioso, altre stupefacente perché ci stanno in mezzo pure cose che non ricordavo affatto, che fatico io stessa a pensare di avere scritto, ci sta la mia vita con Pablito e la curiosità per una città che conoscevo ancora così poco.
Ieri è morto Caprotti, il fondatore di Esselunga, quella catena di supermercati che per me, devota del modello coop dalla primissima ora, dopo la caduta del muro ha rappresentato l'ultimo baluardo della contrapposizione in blocchi delle ideologie. Ho messo piede in Esselunga dopo circa quattro anni, e non pochi tormenti e lacerazioni interiori, della mia vita a Milano. Poi non me ne sono mai più allontanata. Credo che quello sia stato un momento topico della mia vita, quello in cui ho capito che l'ideologia è davvero finita, che se sei un imprenditore di destra ma proponi i prezzi più democratici di tutti, dai l'opportunità di diffondere cultura con biglietti per il cinema e per il teatro...vuol dire che fai bene il tuo lavoro e il resto conta molto poco. La coop è rimasta drammaticamente indietro e io, che mai avrei pensato, non vi ritrovo più alcuna aura romantica...pure se il prestito sociale immane una delle mie attuali piccole forme di risparmio (cambiare senza rinnegare tutto il proprio passato aiuta a non perdere l'orientamento). Riposa in pace severo, accentratore, destrorso, ma geniale Caprotti.

Tra "gli accadde oggi" di cui mi restituisce memoria fb, ci sono anche due foto con una persona che cominciavo a frequentare proprio in quel periodo. Lui è sorridente, avevamo visto un film assieme e ricordo che era una bella serata di inizio autunno. Siamo usciti assieme altre volte in questi ultimi quattro anni, in mezzo a lunghi periodi di silenzio e incomprensioni (poi però alla fine mi è stato tutto molto chiaro...io penso molto piano quando si tratta di sentimenti). Mi accorgo solo ora che quel sorriso che vedo ora, in quella foto, non credo di averglielo visto più, perlomeno non nelle volte in cui è stato con me. Chissà perché mi sono ostinata così tanto in tutti questi anni? Poi mi sono ricordata dell'ultima volta che siamo usciti assieme, lo scorso inverno. Ad un certo punto gli ho chiesto il permesso di taggarlo in una foto da postare su fb e lui mi ha risposto piccantissimo con un no categorico. Soltanto ora capisco perché ne fui così ferita: stavo facendo un confronto automatico con la foto che mi si è riproposta oggi e che è stata brutalmente annullata da una continuità che voleva essere interrotta molto tempo prima. Senza fb non credo che avrei mai ripescato quella foto "memento" che arriva proprio ora a ricordarmi di una faccenda morta e sepolta  e dalla quale spero di aver tratto qualche buona lezione su come non voglio essere trattata mai più da nessuno.

Stamattina mi sono svegliata con il solo scopo di ritrovare foto e suggestioni della corsa di ieri al Sempione. Il tempo reale, la vita vissuta che si intreccia con quella percepita, quella restituita agli assenti, quella condivisa con chi era lì e la viveva come te. O in un'altra maniera. Mi sono svegliata col solo scopo di ricordarmi di ieri.
Ma pare che non sia vera la storia che sul web tutto passa e si consuma senza lasciare traccia. Sul web rimane tutto. Pure quello che ormai è passato, pure quello che pensi che non ci sia mai stato. E purtroppo pure quello che vorresti non fosse stato mai


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