Sola andata

Sola andata

lunedì 5 settembre 2016

(R)estate con me...(prove da rientro. Anche verso se stessi)

Strana sensazione quella di essere rimasta sempre qui. In questi ultimi due mesi e mezzo ho detto a un sacco di persone "buone vacanze", "divertiti" , "riposa"...e via a snocciolare frasi di sincero entusiasmo e piacere per chi era finalmente giunto al momento della partenza con la stessa smania con cui  io addento il primo morso di una pizza che non intende deludermi.

E io intanto pregustavo la pace di una città che mi ospitava meglio, con un traffico non invasivo e un silenzio quasi irreale. Oramai lo so che in estate questa è la scelta migliore che possa fare. Non sento mai nessuna mancanza, non mi pesa stare in ufficio, non mi pesa stare a casa, non mi pesa andare dove mi pare. Non mi pesa niente. È tutto lieve e ciò che non lo è mi rimane comunque più sopportabile. Sono questi i miei principali alibi a difesa da un'estate "comandata" dove però tutti pensano di essere andati a comandare.

Tra due giorni torno un po' giù dai miei e dopo mi avanzeranno ancora 23 giorni di ferie che ancora non so come investire nella maniera migliore. Volevo accumularli a quelli del prossimo anno e sparire per un po' per un lungo viaggio tra Canada e Stati Uniti, oppure iscrivermi a qualche corso intensivo per impormi di usare un po' il cervello in modo sistematico e rigoroso, oppure starmene alle terme a riequilibrare i miei chakra ( ammesso che si scriva così). La verità è che quando ho coscienza di avere del tempo di cui disporre in prima persona, piuttosto che lasciarlo scandire dall'uso creativo che gli altri ne fanno con le loro ferie programmate, è piuttosto spiazzante. Vorrei fare di tutto, ma in realtà nulla con tale convinzione da avere voglia di scardinare le mie piccole faticosissime abitudini. Ho imparato a ricercare in quelle il nuovo, l'imprevisto. E mi sono accorta che mi basta e che mi pesa sempre meno evitare un volo di dieci ore per andare a cercare me stessa così lontano.

Intanto questa estate è stata bella. E io mi ci sento ancora dentro, visto che non ho traumi da rientro. Già da oggi invece tutte le mamme del mio mondo conosciuto hanno postato foto e lacrime del primo giorno di scuola dei loro figli. E ancora una volta sono stata partecipe del loro entusiasmo di riflesso, quello che mi aiuta a capire quanto poco ho voglia di essere nei loro panni e quanto mi sento sempre meno in colpa per questo.
Questa è una delle cose che mi ha insegnato l'estate dei miei primi quarant'anni. Ognuno ha il suo tempo interiore che con gli anni si definisce sempre meglio proprio grazie al confronto con il tempo altrui, quello che non ci appartiene e non ci assomiglia ma senza il quale non sarebbe così chiaro che le nostre scelte interiori non sono né un merito né un demerito. Sono semplicemente inevitabili.

Ormai sono rientrati quasi tutti. Spero che la loro estate non abbia disatteso le aspettative. La mia non lo ha fatto. Anche perché ormai cominciamo a conoscerci davvero molto bene.


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