Sola andata

Sola andata

sabato 17 settembre 2016

Lettera ad un anno che sta passando

Credo che con oggi chiuderò la mia residenza estiva. La mia panchina del parchetto fuori casa credo che con oggi smetterà di sopportare il mio peso. E i miei pesi. Mentre scrivo il cielo comincia a coprirsi e io, invece della solita canotta ho la maglietta cupa e con lo scheletro stampato degli allegri ragazzi morti. Mi preparo così al finale dell'unica stagione che tollero e che quest'anno, almeno da un punto di vista strettamente personale, mi è piaciuta moltissimo. Credo di avere un debito di riconoscenza con questi ultimi quattro mesi e così mi sono detta che se è vero che il vero capodanno è quello settembrino, io vorrei scrivere una lettera di "cauto" ringraziamento a quest'anno storicamente inqualificabile che si è rivelato essere il 2016. Allora vediamo un po' da dove cominciare...

Caro 2016,
Non farti illusioni. Quando ho pensato di scriverti una lettera di ringraziamento non è certo per riconoscerti meriti che non hai affatto mostrato. Nel mondo ci sono ancora le guerre e credo che siano  la sola cosa che con gli anni siamo capaci di fare sempre meglio e più diffusamente. Non ci siamo fatti mancare le calamità naturali, crisi economiche che non accennano a rientrare, malgoverno, scandali, vecchie e nuove piaghe sociali come il ritorno massiccio della droga tra i giovani e il bullismo nei social e fuori...e via a snocciolare ogni banalità purtroppo concreta e reale che dipinga il contesto in cui stiamo attraversando questo pezzo di storia umana.

Detto questo, io voglio dirti comunque grazie per come hai fatto uso del tassello di tempo che hai aggiunto a quello che mi è stato concesso per arrivare fin qui. In apparenza nessuna novità, faccio sempre lo stesso lavoro, vivo sempre nella stessa casa e non ho ancora trovato nessuno con cui condividere affetto. Non ho neppure rinnovato il guardaroba, se proprio devo dirla tutta in quanto ad assenza di novità...però ad un certo punto lo capisci quando le cose smettono di essere le stesse pure se continuano  a funzionare come hanno sempre fatto. Prima di quest'anno credevo che correre da sola fosse la cosa migliore del mondo. Mi sbagliavo ed è stato bellissimo scoprire quanto la condivisione, il gruppo, lo sforzo collettivo la dicano quasi tutta su come si può stare bene nel mondo...persino con gli altri.
Sempre durante quest'anno ho imparato ad arrendermi e a scoprire che può essere una forma altissima di dignità quella di smettere di insistere su quello che non si riesce ad avere. Non erano mete destinate a me ed è stato giusto smettere di cercarle o aspettarle. Mi è dispiaciuto tanto, ma poi finalmente ho capito. Forse hai delegato altri anni a regalarmi quel genere di conquiste.
Voglio di nuovo tanto bene alla mia casa d'origine. Dopo tutto questo tempo in cui prevaleva sempre il bisogno di affrancarmi da una realtà che trovavo difficile, ostile, respingente, ho finalmente capito quanto è bello, ogni tanto, rimettere piede in quella grande casa piena di una ritrovata armonia familiare che non avevo mai notato prima.
Voglio più bene a me. Gli anni precedenti questo regalo non me lo hanno fatto mai...e dire che mi aspettavo così tanto dai trenta...e invece niente, sono dovuta arrivare ai quaranta per guardarmi allo specchio e dirmi che pure io sono bella, che mi trovo addirittura un poco più simpatica di un tempo e che in fondo me la sono cavata alla grande nonostante tutto...

Ecco 2016. Qua comincia a piovere e ora davvero chiudo la mia "panchina residenza estiva". Io ti ho ringraziato come promesso, ma tu non tirartela troppo perché un po' è stato anche merito mio e del buon uso che ho cercato di fare di te. Non sei ancora finito.
Cerca di non deludermi. Fai di me quello che voglio.

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