Sola andata

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sabato 16 aprile 2016

bellezza inossidabile. Due pesi e nessuna misura

È un sacco di tempo che ripenso a quella bella intervista che ho ascoltato in radio ormai mesi fa. Ci stava un cantante che è stato abbastanza famoso negli anni sessanta, ma poi ha avuto davvero fortuna come produttore discografico in America. Non ne faccio il nome perché potrebbe non essere carino quello che sto per dire ricordando la sua esperienza, pure se in realtà la mia intenzione è quella di portarlo ad esempio assoluto di uomo ideale. Tanto, se si vuole, si può risalire abbastanza facilmente al personaggio.
Ad un certo punto l'intervistatore, a conclusione di quella bella storia costellata di successi professionali e di progetti riusciti per il discografico di cui parlo, gli chiede "a chi è che devi dire grazie più che ad altri". E lui risponde "A mia moglie" . L'intervistatore gli chiede il perché e lui dice semplicemente:" Perché mia moglie è una donna straordinaria". Lo disse col vigore e la convinzione di chi sa di avere argomenti inattaccabili contro la sua affermazione. E poi cominciò a raccontare la sua storia d'amore ormai quarantennale, dal corteggiamento ostinato a quella magnifica prima ballerina della scala di Milano, ai progetti, i traslochi continui, la passione mai sopita, l'incanto per il suo sorriso...e altre gentilezze magnifiche che catturano sempre troppo la mia attenzione e la mia commozione quando sento un uomo parlare così della propria compagna. Mentre ascoltavo pensavo "vabbè, la moglie di questo sarà una specie di Venere che si è mantenuta come a vent'anni a forza di siliconi ed elisir di eterna giovinezza". E così mi sono presa la briga di andare su internet a vedere come fosse questa donna fortunata così tanto osannata dal suo uomo. Ho trovato prima una sua foto da giovane e confermo che è una delle donne più belle che abbia mai visto in vita mia. Poi ho trovato una foto di oggi. È una donna che dimostra tutti quanti i suoi anni,anzi forse anche di più dati i canoni odierni, e ha circa una trentina di chili di più. L'ho riconosciuta soltanto dal suo sorriso. È stato soltanto in quel momento che l'ho davvero invidiata. Ho pensato che se il suo compagno, dopo tutti quegli anni e quei cambiamenti la guarda e pensa a lei ancora con tutto quell'ardore e quella stima, allora il vero amore esiste e davvero non si ossida assieme a quelli che ne hanno fatto da
combustibile.

E poi mi sono ricordata di una giovane coppia di sposi, conosciuta per caso tanti anni fa. Entrambi molto belli. Ad un certo punto lei fa:"io sono sempre a dieta e muoio sempre di fame perché lui un giorno mi ha detto <<un chilo in più e io me ne vado>>". Già all'epoca trovai quella pretesa totalmente stonata e fuori luogo, però pensai che in fondo gli equilibri amorosi sono tarati dalla condivisione di chi li stabilisce...oggi invece la mia indignazione sarebbe totale e senza appello e sono sicura che, piuttosto che quel mesto sorrisino di circostanza che mi dipinsi in volto, le direi: "quel chilo in più fai bene a non prenderlo mai, ma per favore, a questo scemo lascialo subito che stai perdendo del preziosissimo tempo da destinare alla ricerca di qualcuno che tra quarant'anni ti dirà che sei straordinaria perché avrà il potere vederti giovane e magra senza la necessità che tu lo sia agli occhi di tutti".

E così ho pensato che sono proprio fortunata ad accorgermi per tempo di tutto quello che non va.
Perché le brutte coppie sono tali da subito. Già da quando sono giovani e belle...

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