Sola andata

Sola andata

lunedì 11 aprile 2016

"Ma ci devi credere!"

Il lunedì in ferie vale almeno due venerdì pomeriggio. Questa cosa che il mio ufficio non mi manca mai mi immalinconisce sempre di più, eppure sono sicura che se trovassi altri spunti potrebbe piacermi moltissimo. Qualche giorno fa raccontavo a mia madre della bella lettera del direttore a risposta del mio rammarico a quel rifiuto di andare all'estero. Le dicevo che se fossi stata propositiva, magari presentandogli un piccolo progetto, scritto e strutturato con cura, si sarebbe reso conto che avrebbe senso darmi un po' di fiducia e mandarmi all'estero. E lei mi ha risposto: "Si, Lucia, può darsi che ti prendano in considerazione come dici tu. Ma ci devi credere...".  Ci devo credere. Sì, in effetti io mi sto limitando ad elaborare una strategia di persuasione, una qualsiasi proposta mi sarebbe utile solo perché funzionale ad un altro scopo. E così cascherei come al solito nella solita trappola: fare cose che non mi piacciono, che non mi interessano, che mi succhiano energia, soltanto per ottenere qualcos'altro, che di certo non arriverà perché il modo di raggiungerlo non è stato intellettualmente onesto. Va bene, va bene, stavolta prometto di non fare la piagnona e provo a fare una cosa che ho letto su uno di quei "magnifici" siti sull'autostima, quelli che mi divertono tanto perché l'autostima mi viene proprio leggendo le boiate che scrivono quelli che si "autostimano" seriamente.
Uno degli esercizi che vengono proposti da questi campioni della motivazione è quello di provare a mettere per iscritto le cose per cui si ritiene di essere davvero bravi o di cui compiacersi in modo convinto. Ecco cosa penso io di me:
1) Sono molto costante. Se mi cimento in qualche attività che ritengo interessante non la mollo mai più. In questo momento penso a certe "pratiche" mattutine di cui ho già raccontanto
2) mi piace molto quello che cucino e l'immancabile cura nella preparazione delle mie schiscette.
3) non rompo mai le scatole a nessuno e non sono logorroica
4)  ho cercato casa e poi comprata e sistemata tutta da sola
5) credo solo nei risultati di lungo periodo

Ecco, io credo di avere queste cinque faccende tra quelle che mi rendono più o meno sopportabile a me stessa.  E se ci faccio caso trovo che hanno tutte un denominatore comune che è quello della stabilità temporale. Mi piace l'idea di non stancarmi di ripetere le cose come se fossero un rito, che i gesti praticati con cura e senza l'indulgenza di una scarsa tenacia siano una certezza che si consolida nel suo stesso riproporsi, mi piace l'abitudine che si perfeziona, la solidità di cose che vogliono restare come una casa piccola ma molto molto mia, mi affascianano le cose e le persone che si ostinano a non volersi definire effimere o incompiute. E poi mi piace l'idea di provarci da sola, pensare che quasi tutto si possa fare senza un aiuto esterno. Mi piace pensare che gli altri non siano un sostegno che mi faciliti la strada ma qualcosa che, semmai, me la allunghi e me la renda più interessante da percorrere.

E così forse ora ho capito cosa intendeva mia madre quando mi diceva "Ci devi credere".
Il vittimismo, il lamento lagnoso di cui spesso sono preda io stessa sono il prodotto scadente di un certo modo opportunistico di ottenere un risultato fatto di tempi brevi e di operazioni di facciata o, peggio, di aiuti dall'esterno per garantirmi delle scorciatoie. E invece io, se non voglio prendermi in giro, ho bisogno di tempo, di applicazione e di silenzio. Ovviamente non ho mai pensato che l'autostima passi davvero per i risultati che ottieni, credo piuttosto che faccia parte di quel pacchetto che apriamo nell'infanzia e da cui attingiamo durante la vita. Malgrado questo sono quasi sicura che  pure senza una considerazione troppo alta di se stessi si possa riuscire a sentirsi bene nei propri panni stropicciati. E così ho pensato che se la mia fortuna è quella di credere solo nei risultati di lungo periodo, non posso che essere felice di non averli ancora raggiunti. Perché questo solo posso fare io: "ci devo credere"...

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