Sola andata

Sola andata

mercoledì 13 aprile 2016

Risalita

In treno. Ormai da due ore e mezzo. Sono finalmente riuscita a far capire ai miei che non posso tornare a Milano sempre piena di sottaceti e marmellata e come se dovessi andare in un rifugio antiatomico da cui è impossibile provvedere al recupero di mezzi di sostentamento. Per colpa di questa abitudine arcaica e assurda una volta  che stavo andando in Inghilterra, quando ero una giovane viaggiatrice fiera della mia conquistata autonomia, mi fermarono in aeroporto e mi perquisirono i bagagli perché avevano confuso la forma del galbanino per una bomba...

Come sempre, quando si concludono le mie vacanze napoletane, mi prende molto male ritornare su a Milano. Poi mi passa, perché riprendo le belle abitudini metropolitane: il cinema con Nicola, le cene al'arci, l'imminente apertura del carroponte, la mia casa "povera ma bella" e che in quanto tale rappresenta il paradosso della mia vita: una casa tanto grande al sud ma in cui mi è impossibile vivere contro una casa tanto piccola al nord che invece mi consente di vivere...

Ho un fortissimo mal di schiena da tre giorni: credo di avere spinto troppo con le mie corse. Secondo me è successo quando stavo sul tapis roulant durante le ricette della Parodi. Correvo e mi lasciavo ipnotizzare da quella simpatica donna, che prepara piatti facilissimi ma molto golosi e così mi sono lasciata ipnotizzare pensando che mentre facevo tutta quella fatica potevo pregustare i premi che mi sarei concessa subito dopo. C'è una strana perversione in questo approccio motivazionale all'allenamento. Nel mio delirio da stress ho addirittura pensato che alla base di tutte le religioni ci sia una idea parecchio simile a questa connessione automatica sacrificio/paradiso...che di automatico non tiene proprio niente di niente... Però alla fine mi sono divertita molto, soprattutto nella lotta impari col babbo, che si è dotato di scarpe da runner professionista pure se sul tapis roulant, di fatto, ci cammina soltanto. Ma a lui basta per dire che fa sport tutti i giorni senza sentirsi bugiardo. Chi sono io per contestarlo o per ritenere che stia mentendo? E comunque quelle scarpe sono bellissime.

I giorni sono trascorsi così, tra lo sforzo sincero di mia madre di garantirmi un soggiorno da principessina, passeggiate molto belle nei piccoli paradisi della mia martoriata terra, cibo buono e belle letture sul tetto. Sono stata bene. Sono di nuovo pronta a sopportare tutto ciò che mi offende e che riesco ad evitare solo in parte, ahimè.
Il cambio di scenario sarà piuttosto repentino: si fa in poco più di quattro ore di treno e si torna a faccende tutto sommato altrettanto familiari e ricche di significato.
Stasera ritorno nel mio letto ortopedico, che è molto meno comodo di quello in cui ho dormito giù a casa. Sono sicura che il mal di schiena su questo mi passerà.





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