Sola andata

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sabato 30 aprile 2016

Ordinarie amministrazioni e soluzioni fuori dal "Comune"

Nella piazzetta proprio fuori casa si sta tenendo un piccolo concerto con le canzoni di Battisti, credo che sia in concomitanza di uno dei comizi pre elettorali durante i quali le cosiddette zone della periferia problematica sono all'improvviso un interesse prioritario della futura amministrazione. Io sto aspettando ancora la fine del centro polifunzionale firmato Renzo Piano che va così piano che non ha mai smesso di essere un lavoro in corso...mah staremo a vedere, ma Sala io non posso votarlo. È ancora troppo viva la memoria di quella insignificante esperienza costata quanto il Pil del Brasile che è Expo...comunque vada prevedo un futuro piuttosto opaco per la futura amministrazione milanese. Ma tant'è.

Ieri invece, con appena quattro mesi di ritardo, abbiamo fatto l'assemblea di condominio. Stavolta nel garage di uno dei condomini "riadattato" a magnifica abitazione stile ruote 66, con bidoni per il petrolio al posto del tavolo, sedie ricavate da ruote di camion, bandiere americane al posto delle tende, mobili decorati con gli stemmi dell'harley, modellini di auto ovunque...una delle abitazioni più ganze mia viste in vita mia. Io abito in una specie di corte con un ampio cortile centrale dove stendiamo i panni al sole manco fossimo a forcella negli anni '60, e le case sono disposte solo su due piani secondo una specie di semicerchio. Io sono appassionatissima di questo posto, per metà composto da famiglie di latinos e filippini. Per ridurre all'osso le spese, che non tutti riescono a sostenere con la necessaria puntualità, ci facciamo da soli pure le pulizie, chi non riesce a pagare qualche rata fa lavori di manutenzione o di gestione dei sacchi della differenziata...e tutto funziona in un modo che mi affascina e mi diverte tra persone così tanto diverse che alla fine un modo di capirsi sono riuscite a trovarlo. Ma senza la mia crostata di mandarini tutto questo sono certa che non sarebbe stato possibile :)

Da più di una settimana Nicola ed io abbiamo visto un film che ancora ci portiamo dentro, per quanto
era vasto il carico di poetica tenerezza. Il film si chiama "Il condominio dei cuori infranti". Una cosa francese fino al midollo, per quella capacità unica di raccontare il disagio attraverso l'arma del surreale. Un film splendido, assurdo ma limpido nel descrivere la solitudine, la fatica e spesso l"impossibilità di accettarla, i rimedi bizzarri per darsi delle pause di paura e diffidenza. Un'altalena magnificamente oscillante tra commozione e sorriso.

Io non sono quasi mai in casa. Esco alle sei e mezza e torno quasi sempre almeno 12 ore dopo per precipitare quasi subito in uno stato di semiincoscenza e rimbambimento sul divano che quasi sempre mi trattiene per tutta la notte. Le riunioni di condominio mi servono pure ritrovare persone così tanto vicine a me ma che mi capita di non incrociare per mesi, mi aggiorno su faccende che accadono sotto il mio naso e di cui io mai potrei accorgermi (abbiamo dei fili di corrente scoperti!?!? Dobbiamo comprare le pasticche per il tombino?!?!si è perso il lucchetto del cancello grande!?!?...).
Non mi risulta che in altri condomini le dinamiche siano le stesse e i miei genitori vivono in una casa indipendente proprio perché terrorizzati da ogni possibile forma di mediazione per la gestione di spazi condivisi. Pare che la parte più folta delle cause civili in questo paese abbiano la loro matrice nelle beghe condominiali...non sono così ingenua da pensare di scoprire l'acqua calda, ma siccome pure la mia piccola esperienza conta, mi piace pensare che persino da basi di partenza fortemente problematiche si possano proporre casi di esempi virtuosi, creativi ed efficaci. Pure quando ci si conosce poco e ci si capisce anche meno...si può fare...
Chi lo sa se terrà conto di questo la per ora poco promettente amministrazione milanese...




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