Sola andata

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mercoledì 20 aprile 2016

"Le confessioni" che non ti svelo

Facciamo così. Io il film non te lo racconto proprio, che tanto domani esce in tutta Italia e direi che sarebbe vagamente imperdonabile non andare a vederlo. Tanta evocazione di "Todo Modo", una magnifica luce nordica, un messaggio filosofico potente, affascinante e - per quel che mi ha riguardato - piuttosto disarmante. Per Servillo, invece, qualsiasi superlativo assoluto non mi basterebbe per descriverne l'aura divina sempre più luminosa.

La cosa che mi ha stupito tantissimo è stato il silenzio glaciale della platea alla fine del film. Il regista era già in sala e credo che ci sia rimasto molto male. In realtà quando poi è partito il dibattito e le osservazioni si sono accavallate in modo sempre più incalzante e interessante, si sono susseguiti applausi alle sue risposte sempre più fragorosi. Ho fatto una domanda pure io e sono stata contenta che gli sia piaciuta molto. Facevo un parallelo tra la finzione dei modelli economici imposti e basati su impianti logici fittizi perché creati ad hoc per risultare perfettamente funzionali al controllo dell'incertezza dai grandi poteri economici e la creazione dei mondi generati dalla letteratura per offrire una chiave di lettura del mondo e, magari, attribuirgli un senso. Nel film interagiscono, tra gli altri, degli economisti e una scrittrice ed è stato questa strana connessione ad ispirarmi quella domanda. Gli chiedevo quanto secondo lui fosse necessario per una compagine sociale assecondare la finzione come fondamento necessario degli equilibri umani, per non precipitare in un baratro come il suicidio o le nevrosi, e se davvero la sola possibilità che ci è data di essere autentici sia quella di decidere star soli e al di fuori del "patto sociale" per sempre. Se ne avete voglia, dopo che avete visto il film, fatemi sapere.
È stato un pomeriggio bellissimo





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