Sola andata

Sola andata

mercoledì 7 dicembre 2016

Allora, come rimaniamo? 2016 non ti preoccupare, non sei tu. Ero io

Manca poco. La Rai ha deciso che la prima della scala debba essere un fenomeno pop e se proprio non vuoi rimetterci i 2400 euro degli ultimi cinquanta biglietti disponibili, ti metti come me vicino al termosifone, con una tisana calda e la copertina sulle ginocchia e ti ascolti la madama butterfly dalla TV . Bella la storia. Una giapponesina minorenne salvata da un marinaio americano e poi da costui abbandonata col di loro pargolo perché il bellimbusto se ne torna dalla di lui moglie americana. Si rifarà vivo solo molto tempo dopo, quando lui tornerà per riprendersi il figlio. Non vedo l'ora di passare un po' di ore di spensierato ottimismo. Poi dice che uno si butta sul boss delle cerimonie...pace all'anima sua pure a lui.

Oggi, come tutti i santi giorni ho camminato per 8 chilometri attraversando una milano "ambrogina" molto pittoresca tra negozi chiusi e aria di festa patronal-natalizia. Poi ho tirato a lucido la casa come non facevo da troppo tempo e credo che mi abbia fatto davvero bene: c'è un piacere quasi mistico nel meccanismo di riordino e di pulizia profonda. Ho buttato via tante cose, fatto spazio, sistemato i cassetti, ascoltato musica scema, cucinato gli spaghetti ai frutti di mare, pensato a cose inutili che mi hanno fatto ridere, tipo come mai impazzano i cibi a domicilio, quelli pronti, le apericene, gli all you can est e tutti gli "altrove" dalla cucina di casa propria...e contemporaneamente ci sono soltanto programmi di cucina che fanno picchi di audience e pure l'editoria ormai si regge soltanto sul settore gastronomia. Nessuno cucina più eppure il cibo pare essere il tema dominante dell'esistenza individuale e collettiva. Questa cosa non mi torna proprio.

Facebook, come a tutti, mi ha fatto il riassunto del 2016. Ha scelto delle belle foto, quasi a volermi dire "guarda che sei stata felice e non te ne sei accorta". Forse ha ragione lui. Non mi è andata poi così male e chissà perché lascio che siano sempre dominanti nel ricordo e nelle analisi delle mie esperienze i fatti e gli episodi che poco o nulla hanno condizionato la media generale del mio percorso. Sono un po' più magra dello scorso anno (e per una donna che ha raggiunto i quaranta è come vincere al lotto), ho conosciuto un sacco di gente adorabile e conservato quasi tutte quelle che già adoravo, non mi sono mai ammalata, ho fatto un viaggio tanto bello con il mio papà, ho saputo cose che non sapevo (e sapere è sempre meglio pure quando fa un male cane), ho visto film meravigliosi con il mio paziente compagno di sventure e di confidenze, è uscito il nuovo fumetto di  Zerocalcare, mi sono fatta passare ogni tristezza correndo e ho inaugurato con la 10k della Lierac la mia magnifica stagione delle gare podistiche. Come mi permetto di pensar male di quest' anno?

In realtà non è stato un anno clemente per un sacco di ragioni, ma quelle le conosciamo tutti e ce le siamo raccontate in diretta. A chi giova ripassare?

La verità è che "la felicità è una cosa seria. Se c'è dev'essere assoluta" e nessuno può avere la pretesa che un anno solo faccia tutta l'impresa. Lui fa quel che può, tra cose che ti fa venire voglia di conservare e altre che devi avere il coraggio di buttare pure se ti pare che servano ancora. Purtroppo non servono e  prima le butti prima farai spazio per il necessario.
 Il mio armadio ha ancora vestiti che mi stanno. Ma non li metto più. Perché ancora non mi riesce di separarmene? Un bel guaio. Entro la fine di questo mese sarà il mio obiettivo riporli tutti in una scatola e chiudere con abiti che non sono già  più miei.
 Intanto per la "madama butterfly" non ho bisogno di alcun dress-code. Me la vedo in tuta. Lo puoi fare quando la prima alla Scala puoi permetterla in casa tua.
Seria felicità a tutti


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