Sola andata

Sola andata

martedì 20 dicembre 2016

Guarda il Caso però...

Ho rivisto "ultimo tango a Parigi" dopo un numero spropositato di anni. La prima volta avevo poco più di vent'anni e lo trovai angosciante e traumatico. Però avevo una gran voglia di rivederlo adesso, dopo aver sentito una storia tristissima riferita alla famosa scena del burro. La povera Maria Shneider per anni e anni denunciò che non voleva assolutamente girarla e che Marlon Brando e Bertolucci si accordarono per "violentarla" pur di avere la scena così come doveva essere e poi fu. Quel girato non è recitato: lei davvero piangeva perché stava cercando di fuggire. Era disperata. Soltanto poco tempo fa, quando è morta, Bertolucci le ha chiesto pubblicamente scusa. Intanto quella magnifica attrice, entrata nel mito per una scena che l'ha umiliata, ha avuto un'esistenza devastata da alcol e droghe dopo quell'esperienza così destabilizzante. Per me era già un capolavoro quel corpo magnifico, i suoi jeans a zampa, il volto di Marlon Brando, il modo in cui scopre di amarla...chi lo sa quanto fosse inevitabile quella scena assurda di sesso sadico e quanto fosse davvero scritto nel destino di quella donna godere di una fama dovuta ad un episodio così lacerante.

In ufficio si è già cominciato ieri con auguri, panettoni e primi flussi "migratori". Tutto molto bello, dolce e ovattato. Io, che sono l'addetta al biglietto augurale per il capo team, anche quest'anno ho assolto al mio compito con vero piacere, pure se non si capisce bene perché si conti proprio su di me per queste cose visto che sono l'unica che non festeggia il Natale. Però in fondo l'ho già detto che questo periodo piace moltissimo anche a me, proprio perché è molto divertente anche soltanto osservare tutta questa effervescenza indotta non si capisce bene da cosa.

L'anno scorso, di questi tempi, in tanti non vedevano l'ora di lasciarsi alle spalle un detestabile 2015 per salutare con un entusiasmo carico di aspettative fantastiche un 2016 che invece già se la rideva alla grande fin dai primi giorni. Io sarei più cauta nel salutare il nuovo anno con la stessa gratuita
fiducia. E comunque se io fossi nel 2017 mi rifiuterei di accettare un passaggio di testimone come quello che gli passa questo sciaguratissimo anno...e stavolta non mi sento neppure di dire che bisogna credere nella possibilità che sia un anno migliore. A naso, mi pare che manchino proprio i requisiti minimi essenziali. Ma tant'è.

A livello personale mi accontenterei di starmene come ho imparato a fare in questo ultimo scampolo di 2016, tra qualche aiuto per l'umore, i libri, bei film in sale magiche, lo sport, la consapevolezza e l'assenza di qualunque aspettativa. In questi ultimi dieci giorni voglio vivere solo pensando a questo stranissimo anno che mi ha accompagnato fin qui e prefigurarmi un 2017 come di certo non sarà ma a cui non mi permetterò di chiedere nulla se non la forza di sopportarlo e poi ringraziarlo per avermi concesso di farcela ancora, ammesso che questo consentirà che accada.

L'ottimismo è uno stato d'animo stupido e deludente in una fase storica come quella attuale. Ci sta poco da augurarsi e non per questo si deve cedere al catastrofismo, ma forse il problema è tutto qui, in questo attendersi necessariamente il meglio e non invece la capacità di affrontare il molto più probabile e irragionevole Caso. Qualcuno dice che le cose belle arrivino anche così, senza cercarle ma provando a fare in modo di incontrarle per caso...pare strano ma ci vuole dell'impegno pure per questo. Il Caso non è mai davvero un Caso.
E allora non mi resta che fare i miei più cari e sinceri non auguri a tutti!







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