Sola andata

Sola andata

giovedì 22 dicembre 2016

devo stare attenta alle docce con l'impermeabile

Giornata bella e strana quella di oggi. Tra una condanna per Formigoni e l'implementazione, dopo 55 anni della Salerno-Reggio Calabria, l'elenco delle cose impreviste potrei dirlo già saturo. Oggi è morta la direttrice di Vogue Italia, Franca Sozzani. Mi ricordo di lei per una sola ragione. La ascoltavo alle "invasioni barbariche" di un po'di anni fa. La Bignardi le chiedeva se era vero che lei si nutrisse soltanto di cappuccini bollenti o se qualche volta mangiava anche una fetta di tiramisù. E lei rispose "credo di non aver mai mangiato un tiramisù in tutta la mia vita"...voglio ricordarla così, già scheletro in vita...

 Al netto dei fatti del giorno, che valgono quanto le monete da un centesimo chi i barboni lasciano sul ciglio della strada, per fortuna si sono avvicendate tante altre piccole cose degne di ricordo, anche personale, che mi fanno pensare che  l'oroscopo delle cinque del mattino, quello a cui mi ostino a prestare fede cieca e forte condizionamento, ogni tanto c'azzecca.

Ho cominciato subito, riuscendo ad evitare il turno intero allo sportello. Oggi ci tenevo molto a starmene tranquilla in stanza a gestire giusto l'arretrato semplice e pianificare l'attività da svolgere nel silenzio di un ufficio finalmente svuotato. Ma ho fatto in tempo ad incontrare i miei contribuenti più affezionati, quelli che mi abbracciano quando mi incontrano o da cui sono andata a recuperare Pablito. Io dico che non è un caso... Poi mi ha telefonato un caro collega che lavora in direzione regionale che mi mette sempre di buon umore. Come al solito gli ho detto che non posso assolutamente uscire durante il periodo natalizio, che prometto che mi farò sentire per un cinema e che la tristezza che avverte quando legge i miei ultimi post è in realtà una cosa diversa, faticosa ma piacevole e ormai credo destinata a concludersi per presa di coscienza e ritrovato amor proprio.
E sempre oggi è successa un'altra cosa bella con il collega che non mi parlava da un sacco di tempo per via di un equivoco letto su questo blog mentre parlavo male di un altro collega che si era comportato da villano. È entrato in stanza, mi ha abbracciato e dato un bacio per gli auguri di Natale. E io l'ho trovato molto dolce.

E poi nel pomeriggio Nicola mi ha portato la marmellata di mele e ci siamo visti un film impegnativo ma bello, almeno se si conosce ed apprezza il cinema indipendente di Jarmush. Paterson è un film sulla poesia delle piccole cose. Molta grazia, a tratti buffo e con una battuta topica detta sul finale da un poeta giapponese:"una poesia tradotta è come fare la doccia con l'impermeabile". Mi è piaciuta tantissimo.

E adesso sono finalmente a casa, come al solito con la schiena inchiodata al termosifone, a pensare che tutta la mia giornata è stata della stessa sostanza del film di Jarmush, con tutto il suo carico di incanto delle piccole cose, quelle che faccio un po' fatica a mettere a fuoco prima che svaniscano per sempre, ma che quando riconosco mi aiutano a trovare nuovi assetti, a distendere i nervi e a regolare il battito cardiaco. Saranno giorni belli. Lo so. E siccome lo so, eviterò di sentire l'oroscopo delle cinque per tutto questo tempo.






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