Sola andata

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giovedì 11 giugno 2015

La rete che non protegge

Non lo so se ho davvero voglia di parlarne. E neppure se sono in grado di dirla come vorrei. Eppure è da stamattina che ci penso. Chiunque bazzichi a vario titolo in rete lo fa perché è soprattutto uno strumento incredibilmente seduttivo per esprimersi senza i filtri della comunicazione "fisica" e perché  è una  cassa di risonanza immediata per qualunque genere di pensiero. O di negazione dello stesso, dipende questo da fattori critici tutt'altro che banali. Eppure proprio il fatto che, finalmente, tutti abbiano voce senza essere interrotti o isolati in un angolo, è uno di quei paradossi della democrazia "virtuale" che tanto ci piacciono fino a quando serve a consolidare le nostre idee, visioni, posizioni ideologiche, schemi...perché in realtà  col cavolo che accettiamo le differenze con la facilità che solo la retorica ipocrita dipinge come forma naturale e semplice del progresso. La composizione dei differenti modi di pensare e' una fatica titanica che richiede intelligenza, un pensiero robusto, grande capacità di ascolto e un buon carattere. Un buonissimo carattere.

Vengo al punto. Nei quaranta minuti a piedi che mi separano dall'ufficio a casa mia tengo sempre le cuffie. Oggi no. Mi dovevo concentrare su questa cosa che ha detto Eco con una convinzione che se sostenuta da pensatori appena appena meno "forti" mi avrebbe fortemente irritato. Cosa si intende per imbecille? Forse colui che fa affermazioni che sono negazione di pensiero? Chi inneggia alla crudeltà? Chi fa considerazioni generiche e superficiali? Chi esprime giudizi non ponderati su questioni di cui non ha alcuna competenza? Chi nutre semplicemente il proprio ego cercando di attirare l'attenzione fine a se stessa?
Io amo vagare nella rete, il mio pensiero o presunto tale si forma grazie ad un personalissimo filtro che mi sforzo di affinare man mano che le fonti più disparate mi ispirano un qualche spunto o moto del pensiero, anche se non si tratta di intellettuali dalla fertilissima creatività o rigore scientifico. La
vera imbecillità spesso la associo proprio all'avere delle aprioristiche preclusioni, quella sorta di rigidità passatista e piuttosto piccolo borghese contro ciò che sentiamo di non dover avvicinare perché abbiamo deciso che ci è inutile.

Non saprei davvero dire a che stadio stia la mia di imbecillità. Di certo posso affermare di esserlo stata in certi periodi della mia vita, di aver detto e fatto cose imbecilli che solo dopo ho riconosciuto come tali. E se evoluzione c'è stata forse è passata proprio per questo rispecchiarmi di continuo con una umanità che qualche volta mi è sembrata fin troppo simile a me e da cui prendere le distanze o a cui avvicinarmi e perdonare.

E poi è davvero colpa dell'imbecille che parla? O piuttosto di coloro su cui ha una facile presa?
...A titolo di esempio, è davvero tutta colpa di Salvini se la lega ha preso tanti voti?...

Sto cercando la risposta tra quelle più imbecilli che trovo





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