Sola andata

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mercoledì 10 giugno 2015

Mi Burt il cuore per la sofferenza

Ci sono delle cose che mi rifiuto di accettare non perché abbiano delle sicure conseguenze reali, ma semplicemente perché la mia percezione delle stesse, il mio naturale bisogno di fissare dei punti fermi che delimitino i confini delle mie sicurezze, non ammettono scossoni troppo traumatici. Che Burt Simpson muoia e che Homer e Marge si separino rientrano a pieno titolo tra le faccende che non sono in grado di poter sopportare a cuor leggero. Non  sono capace di elaborare fenomeni del genere.
E la cosa e' tanto più strana se penso che sono ormai anni che non guardo più una puntata dei Simpson. Fa parte dei fundamentals su cui si basa la struttura etica della mia individualità e della mia solidità esistenziale. No, non ammetto ironia. È un fatto serio, oltre che di calzini ciucciati.

La sofferenza trova i percorsi più strani e bizzarri per provare ad annientarmi. Sono tantissime le volte in cui questo crescente senso di impotenza misto a disperazione non si manifesta per dolore direttamente infertomi, ma per suggestioni e paure autoprodotte, per fantasmi che non si incarnano quasi mai in nulla di reale.
Mi vuole bene o fa finta? Sto bene con questa gonna o se mi guardano è solo perché sembro una cicciona? E se mi bocciano? E se vado in Africa e mi rapiscono? E se non ce la faccio a trovare quello che mi fa veramente felice?
Molte di queste cose non sono successe e col tempo hanno smesso di farmi paura.

È quella assurda mania di avere il controllo sulle cose invece di pensare che l'evoluzione vera si basa sulla continua riscrittura delle certezze e che magari prima o poi la scienza arriverà financo a dire che i grassi saturi contenuti nel lardo di colonnata aiutano a fare diventare gli addominali a tartaruga.
Il mondo non è ancora pronto ai cambiamenti epocali.
Io non sono ancora pronta.

Il babbo è partito. Ho giusto fatto in tempo a non portarlo a Expo ma a fargli vedere quell'immenso, folle, visionario genio di Bergonzoni. Non lo conosceva e non lo ha apprezzato quanto me che ne sono rimasta estasiata. Abbiamo fatto la stessa esperienza e l'abbiamo elaborata in maniera opposta. Ma confido nella riscrittura delle certezze e un giorno lui riderà per Bergonzoni e io per Lino Banfi...ma comunque si può anche non riscrivere proprio tutto tutto....

E comunque Burt è uno che può anche permettersi di non morire. Beato lui. Basta che il suo creatore non voglia....( messaggio subliminale per il mio di creatore....)






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