martedì 6 novembre 2018

Senti da che trespolo....

Tutti questi anni senza mai guardarci dentro. Twitter è diverso da fb. Di poco, ma è diverso. È più orientato alla condivisione di link a scopo informativo, osservazioni sul contemporaneo, battute ad effetto sempre molto ancorate ai fatti del giorno. Quelli bravi e con elevato potere di sintesi riescono ad essere davvero efficaci ed arguti. Ho sbagliato. Twitter è un mezzo figo di cui mi sono colpevolmente privata e ora che fb comincia a piacermi sempre di meno e qualche volta persino ad irritarmi, credo che dirotterò il mio cazzeggio virtuale nella lettura e composizione di “cinguettii” collettivi dalle migliaia e migliaia di trespoli virtuali di passeri più solitari che mai.
Pure Instagram comincia a mostrarmi il suo fianco, con il suo tentarmi ai selfie ben riusciti, quelli con la luce e i filtri che migliorano, con l’aforisma giusto che smorza un po’ la vanità, o un messaggio dedicato ad un destinatario immaginario che si spera lo intercetti e lo ispiri. Mi piace, ma non mi è utile e neppure troppo dilettevole e poi mi fa pensare sempre a quel bel racconto di Calvino contenuto negli amori difficili: l’avventura di un fotografo. E allora mi spavento un poco, perché penso che l’epilogo tristissimo di quella storia, che ha a che fare con la continua riproduzione della vita attraverso immagini che si sostituiscono in tutto e per tutto alla vita stessa, sia una tristissima profezia che non vorrei realizzare certo io.
Beh, tutto questo per dire che Twitter è un bel posto che mi sono colpevolmente persa, che fb comincia ad annoiarmi e che Instagram è bello ma non ci vivrei. E che i social sono un meraviglioso e variegato mondo, oppure esattamente il contrario.

La parte migliore del mio tempo, invece, non mi lascia dubbi: mi barcamenato tra corsi bellissimi, un lavoro che non mi dispiace, film che non mi hanno deluso, nuovi amici, vecchi amici, unitamente alla mia beneamata solitudine, che mi riempiono e che rendo possibili solo con degli incastri rocamboleschi ma armoniosi come non mi riusciva da tempo. Non tendo a nulla e non odio nessuno, pur non amando come vorrei. D’altra parte stare così tranquilla, posso garantirlo, è una condizione idilliaca che potrei equiparare all’innamoramento senza l’incubo delle passioni: uno stato di grazia per nulla trascurabile.

È morto il micino malato che i miei avevano in custodia. Mi ha fatto molto effetto saperlo perché quella volta che lo vidi mi sembrò incantevole proprio per quella faticosissima vivacità, tra fratellini che crescevano a differenza di lui, il più protetto e coccolato, ma che tremava ad ogni tentativo di carezza.  Uno degli esseri più teneri e agganciati alla vita che abbia mai visto. Hai avuto una bella vita piccolo cucciolo guerriero.

Chiuderò l’anno in mezzo ad un sacco di impegni belli assieme a quelli che ho lasciato perdere per carenza di motivazione profonda: corro di meno ma sollevo più pesi, non preparo più dolci e cucino solo per non morire. La noia spesso può dettare la tabella di ogni cosa e sussurrare all’orecchio ipotesi nuove. All’inizio sembrano soltanto “cinguettii” confusi. O semplicemente mi stavavo ripetendo, da tutta una vita, di fare solo un po’ più di attenzione. Persino a ciò che ho giusto sotto gli occhi


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