Sola andata

Sola andata

mercoledì 20 febbraio 2019

Qualcosa è cambiato? Tutto, se ricordo bene. Altrimenti no

Che fatto strano. Se ci penso bene direi che il mio debito di riconoscenza nei confronti di fb e di quello che mi ricorda è spesso molto alto. Sono dieci anni che approfitto di lui per provare a delineare  la mia “epica” esistenziale cercando di fissare attimi di vita, riflessioni, foto, appunti, passaggi di stato...e trarre a intervalli più o meno regolari le logiche e un certo determinismo sotteso al mio percorso. Fb mi riporta ormai a quando ero ancora piuttosto giovane, e alle prese con una marea di cambiamenti, e così, grazie alla mia continuità nella sua fruizione fin da allora, mi restituisce una “autobiografia” che oggi mi sorprende e mi emoziona. Comunque la si pensi, per me questo fatto ha in sè qualcosa di incantevole.

Dal passato più remoto mi ritrovo in una città diversa, ai miei primi passi in questo lavoro, incontri che ancora adesso restituiscono il loro peso e significato, amori sbagliati o soltanto accennati, traslochi, solitudini, spesso volute, qualche volta subite. Degli anni più recenti mi porto dentro un dolore grande per un amore tossico, e poi un entusiasmo soffocato senza una vera ragione per una persona che mi era tanto piaciuta e che poi si è rivelata molto meschina, una nuova esperienza con persone giovani e bellissime che si occupano di cinema e che vorrei tenermi strette così come sono per sempre.

Parallelamente ho anche provato ad avere percezione dello strano paese in cui vivo, con governi che si sono avvicendati in modo spesso incomprensibile per farsi garante e rappresentante di una società sempre più incarognita, sfiduciata e diffidente, fino ad arrivare a quello di oggi che ritengo essere il periodo peggiore da quando ho una coscienza politica. Di questo ho detto su fb durante 10 anni, In fondo non pochissimi per una quarantaduenne che ha passato tutta la sua giovinezza in un paesino della provincia meridionale in cui non le è successo poi molto e che ha cominciato tardi a maturare una vera consapevolezza di se stessa e del proprio tempo.
Ancora una volta, nell’eterogeneo avvicendarsi delle mie esperienze più o meno decisive per la mia autodefinizione, scorgo purtroppo una sola costante: la mia incapacità di trovare il vero amore. La sola cosa che ancora mi muove al pianto e allo sconforto rimane sempre questa qui. Con gli anni rimane questa la voce principale che metto accanto alla parola fallimento. Ma tant’è: ho fatto pace con l’idea che per questa cosa non esistano percorsi, impegno, esercizio, volontà, strategie, astuzie più validi di altri...nulla di questo appare ai miei occhi propizio per l’incontro del destino. È solo pura buona sorte. E quando ci penso mi si stringe così tanto la gola che se non respiro forte mi si appanna la vista.

Però quando non ci penso sono una persona felice: scorro i ricordi di fb e sorrido spesso per tutto quello che mi è successo, di certe mie battute così riuscite che mi sorprendo io stessa del mio umorismo dell’epoca, rido dei miei crucci di allora e di tutto quello che ancora non sapevo che mi sarebbe successo.
Oggi ho preso un giorno di ferie. Ho bisogno di occuparmi della casa e di un po’ di cose che voglio buttar via. È da stamattina che riempio buste di cose accumulate in questi anni assieme ai miei ricordi virtuali: abiti che non mi piacciono più, oggetti ricevuti da persone che non mi riguardano più, libri che mi hanno fatto cambiare prospettiva. Mi sono data del tempo per riprendermi  una parte di quello che è passato e che mi torna ancora utile.
Cosa racconterò di oggi? Che c’è qualcuno a cui penso spesso e al quale vorrei dare un bacio qui ed ora, che vorrei vivere dentro un cinema, che “sono sportiva e golosa, inquieta ma con la pressione bassa”, che è quello che ho scritto su fb dieci anni fa per presentarmi. Insomma, la solita storia. Per quanto sia proprio mia



martedì 12 febbraio 2019

Libera interpretazione

Succede sempre più spesso. Ci sono giorni in cui mi succede di trascorrere l’intero giorno fuori di casa e mi chiedo che effetto faccia una dimora abitabile e col frigo pieno, ma senza musica, pentole sul fuoco, la lavatrice avviata o il divano  occupato...come faccio a trascorrere così tanta parte del mio tempo in luoghi non familiari, spesso differenti a seconda delle ore del giorno, rincorrendo attività che mi coinvolgono e interessano abbastanza da rendermi lieve la mia indole zingara. Mi piace. In questo momento c’è l’ultimo film della trilogia di Bridget  Jones, quello in cui ha 43 anni, è di nuovo single, ancora piena di paturnie. E di necessità di amare.

È passato ormai tanto tempo e la soluzione che ho trovato con lui si è rivelata perfetta. Io non lo odio e lui lo sa. Sa che non fingo perdono o un atteggiamento amichevole solo per dissimulare un rancore vocato alla vendetta. Lo guardo, gli parlo  e penso che non saremmo mai stati felici, che le incompatibilità avrebbero superato ogni mio più tenace senso di attaccamento. Lo guardo e penso che non solo gli perdono tutto, ma lo ringrazio pure di avermi fatto comprendere di cosa ho veramente bisogno. E ora mi piace anche di più, così gentile, presente, disponibile, affettuoso come non ricordavo da mai. Ma sapevo di non sbagliarmi sulla sua reale caratura...

È che agli uomini piace così: pensare di potere esercitare un potere da dominatore un po’ infantile verso chi dimostra di amarli. Tutti cascano in questa pia illusione, o perlomeno tutti si sentono in diritto di fare così con me. E allora succede di trovarmi in ballo con della gelosia per uno che si è già trasformato in qualcosa di disgustoso: un pollo verso quella, quella e quell’altra o, come nei casi più recenti, mi succede di scovare dei like pure per mia nonna basta che non ce ne siamo per me, e infine dei brillantissimi atteggiamenti di sufficienza...e io intanto già mi sono spoetizzata ma poi tutto il tempo successivo lo passo a cercare di capire come mai tutto questo. E la spiegazione è che mi ero sbagliata su tutto e che quello che fa davvero male è proprio questo. Mi ero sbagliata sul loro conto. O meglio mi ero sbagliata su loro dover contare per me. E così oggi, che più che mai non credo di poter fare tesoro di lezioni valide in assoluto ho capito che al primo sintomo di gelosia devo girarmi subito dall’altra parte. La gelosia è il vero sintomo di assenza del tipo di amore che cerco. Tutto qui.

O forse la verità è che si riesce a dimenticare davvero qualcuno soltanto quando un altro comincia a prendere possesso dei tuoi pensieri. Con gentilezza, ma in modo inesorabile. O anche semplicemente con un buona dose di fantasia. Come faccio io. Per ora. Ma in tv c’è Bridget Jones e mi pare che la sua parabola si sia davvero conclusa. E direi proprio nel migliore dei modi! /sp/div>




martedì 5 febbraio 2019

Rientro alle cose mie

Appena rientrata a Milano. È tutto in ordine qui in casa, c'è ancora il profumo del nuovo detersivo con cui ho lavato i pavimenti prima di scendere dai miei. E poi silenzio e pace. Avrei voluto essere in tempo per la lezione di Scorsese e quando ho avvisato Andrea che non ci sarei stata lui mi ha detto che posso seguire le altre due lezioni rimanenti e che siccome sa che ci sarò anche per Lanthimos quelle due di Scorsese  me le regala. Non riesco a smettere di adorarlo. Passerà, ma spero più tardi possibile.
La mia settimana giù al sud è trascorsa in tutta serenità tra cose che avevo previsto, letture, film post corsi e soprattutto l’immensa gioia di rivedere vecchissimi amici a cui non ho mai smesso di voler bene e con cui confrontarmi. È stato un momento bellissimo. È così, ormai penso sempre più spesso ai fatti miei, alle cose che mi piace fare, in fondo sempre le stesse e senza particolari ambizioni. Penso al tempo che mi passa senza fare troppo rumore e che questo mi sta bene così. Penso che sono troppo fortunata, o perlomeno che mi pare di riconoscere una condizione che sento come vantaggiosa, senza sapere cosa potrei fare per sentirmi anche migliore. Forse è perché in realtà ho l’impressione di vivere in un mondo così sbagliato che in fondo valga starmene attorno al mio ombelico e poco più in là, penso che per fortuna non sono più innamorata, che ho trovato dei buoni amici, che non sono in collera con nessuno, neppure verso chi mi ha deluso ma del quale non sento più nessuna mancanza. Basta così poco. In altri momenti avrei pensato che non è per nulla sufficiente. Invece lo è. Mentre scrivo e mi compiaccio di così poco, c’è Bersani che dice cose vecchie, Scanzi che è sempre troppo logorroico, io che ripenso all’oceano di strafalcioni dei cinque stelle, all’odio gratuito di Salvini verso chi non ha difese...e mi pare tutto un inutile rumore di fondo che fa da tappeto ai miei sorrisi “meditativi” mentre guardo fuori, dal finestrino di Italo e sento  che non ho affanni che mi turbano, obiettivi mancati, aspirazioni tradite, amori non nati. E solo in minima parte accetto che la ragione sia che non riesca a guardare in faccia la realtà, oppure che me la racconti male. È che forse certe anestesie cominciano a funzionare, perché la sola vera maniera che ho di impegnarmi per essere una persona utile a qualcuno è proprio facendo pace con tutto quello che è stato desiderato e mai concesso, mentre mi tengo stretto stretto stretto quello che mi piace e che mi appartiene veramente. Uh! Ma stasera c’e Sanremo. A proposito di anestesia, realtà alterata, rumore di fondo...