Sola andata

Sola andata

lunedì 25 luglio 2022

Cercare l’estate tutto l’anno. E poi trovarne troppa

 E’ troppo. Stavolta direi che è troppo persino per me, che vivo pressoché in funzione di questo unico periodo dell’anno. Fa un caldo insopportabile per chiunque, anche per chi è più temprato alle condizioni avverse, anche per un asceta capace di andare oltre ogni tipo di mortificazione e sofferenza corporale, anche per chi è abituato a sfidarsi continuamente con giochi di resistenza fisica. Fa un caldo mortale che raggiunge picchi di intensità inquietanti soprattutto di notte. Nelle ultime sere mi è capitato di addormentarmi, giusto per qualche minuto, e svegliarmi di soprassalto in preda agli incubi e completamente sudata. Per fortuna alla fine di questo mese porteranno via il mio materasso, assieme alla mia Sindone. Sì perché, tra l’altro, sto continuando a svuotare casa e sono riuscita a liberarmi di quasi tutti i mobili. Mi pare di essere tornata al tempo in cui venni ad abitarci, quando c’era solo il letto e il microonde. All’epoca però era un gennaio di quelli polari, come negli anni successivi non se ne sono più visti. In realtà non so neppure per quale ragione precisa stia liberando casa: non mi è chiaro se è soltanto perché vorrei rinnovare l’arredamento o perché, più o meno inconsciamente, mi piacerebbe andare ad abitare altrove. Ho dato un’occhiata ai prezzi delle case in certe zone in cui vorrei trasferirmi e ammetto che stavo per svenire. In effetti non è un gran periodo per comprare. E allora mi sono detta che forse vorrei semplicemente godermi per un po’ di tempo questo spazio ritrovato, continuare a gettar via il superfluo e avere a disposizione soltanto lo stretto necessario. Mi piace pensare che se mai decidessi di traslocare potrei farlo con assoluta naturalezza. Senza zavorre, senza troppo sforzo, tenendo con me solo cose che abbiano un significato stabile. E non è sempre facilissimo stabilire cosa sia davvero necessario e cosa no.

Che altro ricordare di questa torrida estate in cui tutto è già stato da me consumato, tra ferie cominciate e finite prima che me ne accorgessi davvero, persone a cui ho dovuto dare spiegazioni a cui mi sarei volentieri sottratta, uomini che credono di conquistarmi parlandomi prevalentemente di sesso e altre spiacevoli questioni che posizionano questa strana parentesi di anno non propriamente ai vertici di quelle memorabili. Come sempre più spesso mi capita,il poco che riesco a salvare di questi anni così bizzarri e diversi è sempre legato ai miei piccoli obiettivi personali: quelle cose molto ombelicali fatte di mantenimento di una buona salute, cucina, consumare film cercare il più possibile di non annoiare o infastidire il prossimo. In fondo poca roba, che mi mette costantemente al cospetto di una verità che spesso dimentico: per fare progressi ho bisogno di cambiare, anche di poco, l’approccioconsuetoimparare a padroneggiare meglio la tecnica, anzi acquisirne una nuova, lasciarmi guidare da qualcuno. Altrimenti finirò per cucinare sempre gli stessi piatti, continuerò a correre nella stessa maniera e coprirò le solite distanze. L’orizzonte necessita di uno sguardo ampio perché possa mostrarmi dell altro. Forse troverei divertente fare un po’ di analisi, quella che non pretende di risolvere alcunchè ma che ti guida nella comprensione di piccoli grovigli legati a momenti un po’ indecifrabili come questo. Chi lo sa, forse un giorno. Per adesso penso ancora che la mia spesa migliore sia stata l’epilazione laser e i massaggi drenanti a proposito di cose superflue e le zavorre di cui mi compiaccio di liberarmi

E’ troppo. Nessuna estate ha il diritto di chiedere così tanto a chi la cerca tutto l’anno. Neppure a me

sabato 16 luglio 2022

I benefici effetti di un massaggio alla menta

Sono reduce da uno di quei massaggi che ti rimettono in pace con le ossa e col mondo, quei premi che mi concedo quando decido in modo del tutto arbitrario che, sì, me lo merito. Le ragazze, che ormai mi conoscono bene, mi piacciono perché assecondano con grazia l’ormai tacito accordo di chiacchierare solo per i primi cinque minuti, dopo i quali io mi catapulterò in un mondo altro fatto di dormiveglia, pensieri sparsi o, al contrario, una questione precisa che mi ossessiona e che devo dipanare….dopo quei cinque minuti fatti di “brava ti sei allenata, si vede. Ora ti faccio provare questa crema, ci sono le fiale di collagene in promozione, lo usi il siero di vipera? (Il siero di vipera? Pure la vipera vuole riscattarsi adesso? Tutti che vogliono essere belli e buoni ormai, pure se per natura sono nati per fare i cattivi)” io mi metterò al servizio dei miei pensieri rimasti in coda rispetto alle, sedicenti, priorità.

Parto dal primo di questi interrogativi improvvisati venuti fuori come da un cilindro impazzito da cui saltano fuori mille cose diverse, quello capitato proprio mentre mi si riattivava la circolazione delle gambe spalmandoci sopra una profumatissima crema alla menta. Si dice, neppure conosco la fonte, “chi è felice ha ragione “. Mica vero. E lo dico da non infelice. C’è qualcosa di profondamente immorale in una considerazione simile, fatta soprattutto oggi, in un contesto come quello attuale. Io credo invece che chi prova ad abbassare la soglia di sofferenza collettiva abbia ragione. Se sei felice, oggi, vuol dire che hai una visione solo parziale delle cose del mondo e di chi lo abita e quindi non puoi avere ragione. Ma il profumo della menta mi distrae, mi porta a pensare ad altro, stavolta pensato e detto addirittura da Einstein “se fai sempre le stesse cose otterrai sempre gli stessi risultati”, come a dire che se non cambi metodo e approccio, rispetto a quanto sei abituato e che ripeti per pigrizia o atto di fede, non farai mai dei progressi. Senza osare dissentire le parole di chi è stato l’espressione suprema dell’intelligenza, a me è subito venuto da pensare ai miei allenamenti quotidiani, quelli che ripeto da anni e che sono ciclicamente sempre uguali e mi sono chiesta come sarei io oggi senza di loro. Il cambiamento della mia struttura fisica, del mio stato di salute, del mio livello di circolazione, del mio metabolismo….è stato possibile solo grazie alla ripetizione costante di quel tipo di lavoro, ogni progresso graduale è stato il frutto di quella costanza, di quella disciplina sempre uguale, un “metti la cera e togli la cera” del workout quotidiano. Fare sempre le stesse cose per me porta eccome ad un risultato. Se avessi fatto altro avrei ottenuto altro, certo, ma non quello che era il mio obiettivo iniziale. Ma ormai siamo passati alla schiena. Il massaggio alla schiena mi rilassa da matti, devo proprio impegnarmi tanto per non addormentarmi e allora come non pensare al fatto che in fondo sarebbe cosa lecita chiedere al gelataio “tu cosa ti compri di meglio vendendoli?”, che è un vero mistero per me, che potrei vivere solo di variegato all’amarena e nulla più.

Il massaggio alla schiena dovrebbe passarlo la mutua. Quando arriva alla base del collo è proprio pelle d’oca completa, Nirvana. Oserei dire orgasmo. Per finire un breve massaggio alle tempie. È l’acme. Rialzarmi dal lettino è ogni volta un’impresa titanica di accettazione è un primo frammento di benessere che sfuma nell’ indistinto di quelle fragranze ancora nell’aria a confermarmi che quel tempo magico si è davvero consumato. Un ritorno alla realtà che sento proprio di non meritare.

Le mie vacanze sono già un ricordo lontano ma sono state così belle che sarebbe stato uno spreco pretendere di farne di più lunghe, Milano è già semivuota e per questo ai miei occhi ancor più bella, i contagi aumentano ma non è più il dramma che è stato, la guerra continua ma in questa fase pare affliggerci di meno, Draghi si è dimesso e nessuno sa cosa sarà di questo strano paese appena l’estate cederà il passo a stagioni più adatte alla cupezza.

75 euro spesi benissimo.

domenica 10 luglio 2022

Ho fatto in tempo. Lista fuori sincrono di fine vacanze…di mezza estate

 Eggià, direi che ormai le mie vacanze sono ormai concluse. In fondo mi fa piacere perché prima che partissi ero tremendamente stanca e il periodo del riposo e del distacco da quasi un anno di cose sempre uguali ma di cui sentivo ormai l’enorme peso era una necessità non procrastinabile. E poi avevo una specie di fretta: fretta di non subire l’ansia dell’ennesimo ciclo di contagi, delle partenze cancellate all’improvviso per carenza di personale, di cominciare le cose bellissime che ho poi effettivamente fatto. È stata una vacanza diversa, a suo modo specialissima, durata il giusto e piena di cose che amerò ricordare durante questo nuovo periodo di impegno e di ulteriore tassello di vita milanese. 

La domenica sera porta sempre con sè il senso della malinconia, ma per me stavolta ha il sapore di un pacificato bilancio di medio termine, quello che mi fa pensare a quello che mi è successo da poco e pure ai fatti di un bel po’ di tempo fa, a come è cambiato il mio sguardo e i miei affetti, a come le cose cambiano anche in modo spiacevole e che in fondo stare così lontana da dinamiche che non mi appartengono è una vera fortuna e, anzi, se c’è una cosa che ho capito proprio bene è che io da Milano non so stare lontana per troppo tempo. Riflettevo su questo proprio oggi pomeriggio, durante la mia lunghissima passeggiata sotto un sole deciso ma in fondo sopportabile grazie alla clemenza di un venticello costante e carezzevole. Ho pensato a tutto quello che ho fatto in tempo a fare, e a capire, giusto quell’attimo prima di un possibile errore o occasione persa e, sebbene non ami affatto fare le liste e gli elenchi, manco fossero dei trofei da allineare sullo scaffale più in vista, mentre camminavo mi piaceva mettere in fila un po’ del buono a cui attingo nei momenti di sconforto, come fosse una specie integratore di contentezza. E così la mia lista di “ho fatto in tempo” di questo scorcio d’anno è diventata più i meno questa.

Ho fatto in tempo 

A progettare una vacanza in cui potessi fare il bagno, prendere il sole e pure imparare a come si fa un podcast e conversare amabilmente con persone di cui ho una stima infinita. Ricevere i complimenti per come ho costruito una storia mi concilia col mondo, mi equilibra il metabolismo, mi fa crescere i capelli, mi cambia l’umore…ma cosa ci sta di più gratificante. Niente.

A recuperare tutte le stagioni di stranger things, rimproverandomi di essere stata così snob da non averne vista neanche una puntata negli anni precedenti. Chiedo scusa. È troppo bella e rischiavo di non accorgermene.

Ad entrare in contatto con persone (almeno tre) che avevano il covid e io non l’ho preso lo stesso. E no, non è il vaccino che ha funzionato. Nessuno mi convincerà del contrario tacciando stupidamente di essere contraria al vaccino. Ma sono troppo felice per toccare questa dolorosa pagina di questa sciocca visione

A scoprire che dormo benissimo col materasso per terra e aver subito provveduto a comprare un futon che diventerà la mia nuova formula di riposo d’ora in poi

A leggere la notizia che i single hanno superato le coppie con figli e provare la strana sensazione di non essere più io quella strana ma che il mondo stia cambiando in una maniera che io trovo sensata già da tanto tempo. Non è obbligatorio essere 60 milioni di italiani. E se il problema è come pagare le pensioni agli anziani potremmo potenziare l’accoglienza dal resto del mondo visto che siamo in piena crisi da sovrappopolazione unita a risorse troppo scarse per tutti…

A conoscere persone generose ma a dir poco bizzarre di cui non saprei quanto abbia meritato l’affetto e che spero di non aver offeso in alcun modo

Ad amare, e non solo in quanto percepita come necessaria ma proprio perché bella, la mia condizione di solitaria ormai poco incline al sentimentalismo. Quello che non è mio non lo sarà mai, indipendentemente dal volere di chiunque. Mi pare così semplice e risolutivo da rasentare la banalità 

A tornare a Milano giusto un secondo prima che mi mancasse da morire. Me lo devo ricordare più spesso, soprattutto quando penso che potrebbe valere la pena stare altrove. Non sarebbe vero.

Ora sono davvero pronta ad affrontare la mia riprese delle attività. A voi tutti buona estate. Beati voi. Ma pure beata me


sabato 2 luglio 2022

Mettersi in ascolto. Per tutto il tempo necessario

 E anche questa è andata. Che gioia poter fare un bilancio e per una volta metterci dentro solo voci positive. Avevo deciso di gestirmi le ferie di quest’anno in questa maniera: una parte fatta di ritorno a casa, sole locale, ozio, sport, tempo da perdere improvvisando un po’ tutto. E una parte a Stromboli, mixando bagni in acqua cristallina sotto la supervisione di un vulcano imponente ma sonnacchioso e persino rassicurante, con un corso su come si costruisce un podcast, tenuto da uno dei più bravi conduttori radiofonici che mi onoro di conoscere ormai da uno sproposito di anni. È andato tutto liscio. Le mie aspettative tutte confermate, le persone che mi hanno accompagnato in questa avventura sono state adorabili e io ho portato a casa esattamente l’esperienza un po’ bizzarra e folle che avevo vagheggiato. Se non fossi soltanto a metà delle mie ferie avrei trovato un po’ penoso ritornarmene direttamente a Milano. Per fortuna ho ancora dei giorni per lasciar decantare tutte le cose chi ho lasciato che mi accadessero e riconciliarmi con una vita che in fondo non sono stata brava a scegliermi ma che tutto sommato mi offre la libertà di una sospensione creativa più spesso di quanto potessi sperare. 

Se c’è una cosa che ho capito soltanto in questi ultimi anni, quelli nei quali mi affaccio alla maturità vera, è proprio questa: la vita che ti scegli non necessariamente deve coincidere con quello che riesci a realizzare rispetto al tuo sogno bambino. La vita che ti scegli è quella che fai coincidere con le scoperte del momento cucendoci sopra tutta l’ispirazione che quelle sono capaci di restituirti. È una cosa che non puoi preventivare, te la godi appena arriva ed è il frutto pure di tutti quegli errori che, sbagliando di nuovo, desidereresti evitare. Ho scoperto la bellezza del “recupero in corso d’opera”, quello che puoi meritarti solo quando hai accumulato abbastanza fiato in corpo unito a uno sguardo diverso sulle cose che hai sempre avuto di fronte. 

Seguo Matteo da un’eternità: a modo mio penso che siamo cresciuti assieme (a sua insaputa) al punto che la conversazione con lui era così familiare e naturale che nessuno immaginerebbe che è soprattutto frutto di una connessione creata da quella strana magia che è la radio. E così ho pensato che certe  scoperte di noi stessi sono proprio come una radio, che registra e accantona stralci di esistenze apparentemente senza un vero scopo se non quello, che scopri solo tanto parecchio dopo,  di leggerne il significato quando hai davvero bisogno di trovarlo. E il bello è che non sai mai quando questo momento arriva e ti regala il senso che cercavi.
Speravo in una bella esperienza. Se ci penso bene mi è andata persino meglio


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