Sola andata

Sola andata

mercoledì 26 luglio 2017

Sotto l'ombrellone di Milano

Che poi alla fine per me l'estate è veramente questa roba qua. Pure quando mi sorge il dubbio che sia davvero una persona tutta storta che trova conferma nel suo essere una mancinotta, abituata da sempre a tenere conto dell'altro lato di tutto per compiere delle azioni efficaci. Il fatto è che ci provo gusto ad avere certe conferme costanti: lavorare in estate è meraviglioso e stare in una milano meno congestionata, più luminosa e lenta mi pare quasi un privilegio riservato agli illuminati. E poi alla radio ci sta Matteo Bordone, uno dei più abili e affascinanti raccontatori di qualunque cosa, che ha un programma quotidiano che mi accompagna alla sera alleviandomi da ogni carico residuo. E poi, a seguire, è ripartita la prima serie di Will &Grace, il frigo è pieno solo di yogurt greco alla vaniglia e di misticanza in busta, ho saltato il mio ultimo allenamento funzionale ma ho deciso che non mi odierò per questo. Tutto molto bello, per quanto senza un vero o condivisibile motivo.

 In questi giorni alcuni dei miei colleghi più affettuosi vengono a sostare nella mia stanza vuota per la pausa caffè, complice il silenzio, le assenze dei miei compagni di stanza, la voglia di aggiornarmi su faccende di cui mi sanno all'oscuro.
Pare che tra i nuovi assunti sia arrivato un ragazzo tanto tanto carino. È già da un po' che le colleghe più accorte e sensibili me ne hanno dato notizia. Io non frequento la sala pausa, non sono aggiornata su nessun pettegolezzo d'ufficio e se devo dire la verità non conosco neppure i nomi di tutti i colleghi che saluto da anni, per cui è del tutto normale che non abbia ancora incrociato il venerato virgulto. Ma non è questa la ragione che mi trattiene dal verificare le "grazie" della ormai famosa nuova leva. È che mi pare un atto dovuto non farlo. Quando gli uomini si fanno il passaparola perché c'è una bella donna da ammirare/giudicare io li trovo gli esseri più disgustosi della terra. So di esagerare ma è più forte di me, mi danno l'impressione di un'evoluzione mai partita e forse rimane questa la vera e unica ragione di tutte le mie difficoltà con la...categoria. La mia amica mi dice che invece la cosa è del tutto normale e che non per questo un uomo non risulti poi essere una persona amorevole e affidabile quando sceglie la propria compagna. E invece io penso proprio di no. Gli uomini interessati alla donna in quanto venerabile concetto non possono fare molto per una soltanto. Ma questo sarà sempre un problema mio e di certe mie incurabili forme di gelosia e le mie fughe dalle cose che possono finire...ma senza nulla pretendere, ci mancherebbe altro...

Nel pomeriggio avevo bisogno di fare delle fotocopie. La macchina si trova in un corridoio che è un passaggio obbligato per quasi tutti i colleghi del piano. Non era voluto, giuro, ma ad un tratto anche io ho capito di cosa parlassero le mie colleghe. Pur concordando assolutamente sul dato oggettivo di una grazia non comune del giovane appena giunto, io non ho fatto alcunché per verificare.
...Omnia munda mundis...



giovedì 20 luglio 2017

Sì, viaggiavo

Non ero mai stata alla pinacoteca ambrosiana e non avrei mai immaginato di essermi persa così tanto. A volte penso di essere troppo fortunata per quante prove mi fornisco da sciagurata disattenta, quando solo il caso o il coinvolgimento di persone generose mi indirizzano verso esperienze di cui mi lascerei sfuggire come un'impunita la reale portata. Mi salvo così io. Troppo spesso mi capita e altrettanto troppo spesso mi salvo rispetto a quanto meriterei.

Sono passati sette anni dal mio primo viaggio intercontinentale fatto tutta sola. Altri ne sarebbero seguiti, ma quello in India rimane il mio viaggio della vita: un tour molto lungo e ricco di suggestioni e di strane casualità, di pericoli e imprevisti e durante il quale ho visto coesistere senza conflitto apparente la più assoluta povertà con la più smisurata ricchezza. Partii in un piovoso novembre e mi sembrò molto normale decidere di farlo. Normale è stato andare anche altrove da sola. Eppure da un paio d'anni non lo faccio più. Perché il pregiudizio esiste e non c'è stata occasione in cui questa percezione non si sia riproposta ad ogni viaggio e, d'altra parte, la storia che sono tanto più fortunata quanto più sono sprovveduta non so che "copertura" preveda.

Però mi manca molto quell'assenza di remore che ha animato tutta la fase di pianificazione del mio primo viaggio "serio", quella valigia tutta sbagliata (con gli anni avrei capito quanto studio ci sia dietro il bagaglio perfetto), nessuna precauzione, le condizioni igieniche spesso fatiscenti, gli strani compagni di viaggio conosciuti strada facendo, il traffico di Nuova Delhi che manco il peggiore traffico di Napoli... e tutto quel riso e quel pollo, un cameriere che all'improvviso si innamorò di me omaggiandomi con un dolce a forma di cuore pieno di panna e di cioccolata.
Mi manca molto pure l'Africa e chi mi aiutò quella volta che non riuscivo a tornarmene in albergo perché mi ero persa.
Mi manca Miami e le due ore che mi trattennero in aereoporto all'arrivo. Bastardi. A momenti mi era più facile tornarmene in Italia...però poi si è fatta perdonare diventando la città in cui vorrei vivere per sempre se Londra non esistesse più.
Mi mancano le Maldive e il senso rassicurante del viaggio vacanza che pensa al posto tuo. Ma quelle mi mancherebbero comunque. E mi mancano gli animatori:erano gli stessi di Zanzibar, uno di loro si ricordava di me e quando mi vide disse: "ciao! Tu sei la fanciulla iPad! Per noi avevi questo nome". E stasera mi viene da pensare che allora forse è vera la storia che da tanto tempo l'iPad è per me una roba che Nicoletti definisce "protesi emotiva". Tutta la mia memoria, le mie impressioni le mie emozioni stanno tutte qua dentro. E cos'è tutto questo se non tentare di essere sempre altrove?

Ci sono così tanti luoghi in cui avrei ancora voglia di andare. ma adesso temo rischi ed imprevisti. Probabilmente non sarei neppure così felice di partire da sola. O forse sì. Non lo so davvero cosa cambierei nel mio nuovo approccio al viaggio. Eppure so per certo che se oggi decidessi di partire non sarebbe più la stessa cosa
Uh...ci sono! Io non sarei la stessa cosa...










venerdì 14 luglio 2017

La "giovinezza" del cambiamento

Che poi forse le cose possono anche cambiare piuttosto rapidamente, pure quando pensi che sia impossibile perché certe gabbie mentali e alcuni schemi rigidi protratti nel tempo ti portano ad ottenere risultati sempre uguali a se stessi con meccanismi in fondo piuttosto prevedibili. E invece no. Ad un certo punto il primo pensiero del mattino non è più quello che ti ha ossessionato per anni, che ti piacciono cose nuove e insospettabili e che, se pure continui a pensare di essere sempre un po' troppo timida e solitaria, adesso almeno te ne compiaci di meno. Che bello, non ci avrei scommesso un centesimo...dei rituali mattutini maniacali conservo soltanto il pizzicotto sui fianchi per testare se o quanto sto ingrassando, un bicchiere d'acqua a temperatura ambiente e la papaya fermentata che non ho mai capito a cosa diavolo mi faccia bene ma guai a stare senza. Tutto come prima, tutto totalmente diverso da prima. Se non provassi a congelare certe suggestioni almeno appuntandomele non mi sarebbe così intuitivo notare le differenze. E pure la sezione informazioni inutili è completata.

Esattamente tre anni fa adottavo un micino, Pablito, che è stato con me circa un anno prima di trasferirsi in un luogo più confortevole e affettivamente appagante come quello che gli garantisce la mia famiglia in Campania. A quel tempo volevo bene ad una persona per la quale ho impiegato molto tempo a smettere di volerne senza per questo provare alcuna forma di odio. Ora, tutte le volte che ci penso e che mi rendo conto di quanto teneramente ingenua sia stata, sorrido pensando che non c'era niente di sbagliato. Non tutte le cose inutili e afinalistiche sono sbagliate e la vera goduria è capire che ad un certo punto, e senza un vero perché, non fanno più alcun male.

Oggi mi è arrivato il pacco che avevo ordinato alla Feltrinelli. Ci stanno dentro film molto divertenti, due libri di Murakami e uno che coincide con quella felice idea di nuovo risveglio che mi porto dentro da un po' di tempo a questa parte, ma non posso rivelare di cosa si tratta...
Stasera danno "Youth". Lo vidi a cinema, in un divertente pomeriggio di cui ho memoria inutilmente nitida. Mi piacque davvero molto. Stasera voglio riverderlo, con la quasi certezza che stavolta non ho nessun bisogno cambiare idea. Per certe cose serve il risveglio dopo un lungo sonno. Ristoratore a prescindere.









giovedì 6 luglio 2017

Mi metto scomoda...che sennò mi stanco

Ancora non ho disfatto del tutto la valigia. È che martedì ero molto stanca, mercoledì sono rientrata tardissimo dal lavoro e oggi pure. Dormo ancora sul divano perché ho troppo caldo e mangio cose a caso tra quello che mia madre mi ha impacchettato. Mi piace sempre molto questo strano salto logico/spazio/temporale tra due maniere completamente diverse di gestirmi la quotidianità. Sì perché non è solo una questione legata al fatto che quando sono giù è perché sto in ferie, quello è il meno, è proprio un modo diametralmente opposto di intendere lo spazio domestico, quella strana idea di comodità, il tempo così dilatato dedicato alla cucina, quello strano rituale dei programmi preserali...tutto questo mi pare divertente nei limiti di un'esperienza limitata, perché se così non fosse mi sembrerebbe addirittura colpevole. C'è una poetica quasi tragica in quadretti familiari che sono stati anche altro in un altro tempo, una casa più piccola e meno confortevole, problemi diversi assieme ad altri sempre uguali, ma ci si abitua presto a certe forme divoranti di comodità e in fondo chi sono io per pensare che tutto questo sia sbagliato?

Quando sono rientrata a Milano, nella mia casa piccola piccola, senza nessun tipo di comodità se non il fatto stesso di essere così essenziale, mi sono sentita in pace. Io abito al pian terreno, da marzo tengo le finestre aperte tutto il giorno, anche quando non ci sono. Se qualcuno volesse entrare gli basterebbe fare un salto neppure troppo atletico e andare via indisturbato. Non lo so perché non è ancora successo e in fondo la cosa, tranne per qualche dvd a cui sono affettivamente legata, non mi turberebbe più di tanto. Quando i miei devono chiudere casa, tra cancelli e antifurti se ne passa un quarto d'ora...in fondo da loro sono già passati due volte e riconosco che non fu affatto piacevole entrare in una casa completamente a soqquadro nella quale sono passati degli sconosciuti a violare delle intimità.

Le cose da gestire per me sono sempre state un'ossessione. È per questo che ho deciso di non possedere troppa roba. Mi farebbe perdere tempo ed energie  rispetto al reale beneficio che ne traggo. È così che ho capito che due stanze da pulire e ordinare sono meglio di quattro e che non avere l'auto è meglio che smadonnare per trovare parcheggio o litigare per un sorpasso. E no, non sono una micragnosa o una pauperista, ho soltanto imparato ad aver maggiormente bisogno di "prodotti immateriali" che mi producano piacere e utilità senza occupare spazio togliendomi aria o sovrapponendosi alle cose davvero essenziali. 
Sì, io così mi trovo bene...soprattutto dopo dieci giorni che me la sono goduta in una casa grande, comoda, con un sacco di cibo buono preparato da altri e una macchina che mi ha portato a zonzo per tutta la costiera. 
In realtà non lo so cosa sia davvero giusto o sbagliato fare del tempo e delle risorse. A me fare la freakettona piace perché mi semplifica la quotidianità. Ma interromperla un po' mi aiuta ad apprezzarla davvero e un po' mi fa capire che ci stanno davvero troppi altri modi di stare al mondo. E quando ci penso mi pare quasi sempre un'esagerazione


 

domenica 2 luglio 2017

Allora vado. Poi torno. Così sono rimasta...

La valigia è pronta, ho riposato, preso il sole, letto cose, esercitato l'ozio, il silenzio e l'ascolto. Pochi giorni, ma sufficienti per non correre il rischio di abituarsi a certi ritmi da carenza di ambizioni. Domani pomeriggio ripartirò per Milano e proverò ad inventarmi un'estate in cui sperare di includere qualche dettaglio da ricordare e trovare la maniera di andare al Carroponte più spesso possibile.

L'anno scorso ricordo che vivevo questi stessi giorni con una strana ansia: mi approssimavo ai quarant'anni provando a considerarli un'età come un'altra ed evitando ogni inutile paragone con coetanei dal percorso e dalla condizione completamente differente dalla mia. Ad essere sincera non sono per nulla certa che il tentativo sia pienamente riuscito, però alla fine è stato un anno bello e pieno di sorprese, di scoperte, di nuove amicizie, di incontri interessanti, di abbandono definitivo per tutto ciò che non mi riguardava punto...ammetto che certe volte sono una tale cocciutona che solo la severità del tempo mi aiuta a vedere come stanno davvero le cose.

Oggi sono stata dalla nonna. Ha smesso di chiedermi perché non mi sono sposata, è contenta di trovarmi bene e che Milano mi non mi abbia stancato e mi crede quando le dico che non mi sento sola lassù a cavarmela senza nessuno.
Anche io la trovo sempre in gamba e ho l'impressione che riesca ad intendermi più di quanto riescano a fare i miei, che mi ripetono come un mantra sempre le stesse cose, quelle che non posso e non voglio fare. Non certo adesso.

Domani mattina andrò a zonzo con mia cugina e sono sicura che rideremo per tutto quello che ci capiterà di raccontarci, come sempre faremo delle foto da finte gnocche navigate e aspetteremo fiduciose ogni presa in giro possibile dai nostri comuni amici.
Poi sarà davvero finita la mia sosta "familiare" e salirò sul treno che mi riporterà a Milano, dove trascorrerò il mio ultimo periodo da "splendida" quarantenne con vocazione alla dolcezza, qualche smania e mille insicurezze incurabili. E pensare che avevo così paura di questi quarant'anni arrivati tutti assieme mentre mi trovavo così lontano da dove "sono cominciata".
E così oggi ho preso due biglietti per ritornare di nuovo qui. Giusto per un attimo. Saluto i quarantuno e poi riparto