Sola andata

Sola andata

mercoledì 15 giugno 2022

Una pelle nuova. Rinascere almeno in “superficie”

 Che poi non è mica così terribile come si pensi stare tanti giorni senza bere il caffè e tante altre cose di cui decido di privarmi quando ho bisogno di ripulirmi almeno di una parte di me stessa, quella un po’ intossicata dal quotidiano, dai cattivi pensieri, dal troppo cibo, da uno stato d’animo assopito e indolente…ormai sono dieci giorni così e non è così penoso come quando lo immagino mentre mi preparo a questo lungo periodo depurativo. Funziona sempre così: per i primi tre giorni ho un mal di testa lancinante e due occhi gonfi come prugne, non riesco neppure ad alzarmi dalla sedia o a parlare per più di cinque minuti e mi da fastidio pure la luce. Ma io lo so che quello è solo un passaggio necessario, certo terribilmente penoso, ma senza grossi rischi, funzionale ad uno stato di puro benessere successivo. C’è di buono che in questa finestra temporale non mi impongo i miei soliti e sfiancanti sforzi fisici e allenamenti duri per cui ho un ottimo pretesto per riposare tanto e leggere di più. Ad un certo punto il miracolo comincia a compiersi: l’umore migliora, la pelle si fa tanto luminosa, i pensieri più nitidi e accesi, la fantasia galoppa spedita, il corpo si asciuga. Faccio questa cosa, a cui manco saprei dare un nome preciso, abbastanza spesso durante l’anno ma è in questo periodo che i risultati sono massimi. Neppure ho certezza di quanto mi faccia davvero bene sul lungo termine, so soltanto che appena finisco mi sento totalmente rinata: come se il ricambio cellulare volesse proprio dire trasformarmi in un’altra persona e che finché avrò questa sensazione, ogni sacrificio mi sembrerà giustificato. 

Sono giorni strani questi, fatti di bizzarre novità che non avevo contemplato e preparativi per la mia imminente vacanza. Starò via un bel po’ di tempo e farò cose diverse e nuove che mi incuriosiscono e mi danno il buonumore che mi serve per resistere a questi ultimi giorni così faticosi.

Mi mancano un po’ di persone che non vedo da troppo tempo e non so come rassegnarmi al fatto che sarà ormai difficile ritrovarsi di nuovo anche ora che, sulla carta, pare tutto finito pure se io continuo ad essere circondata da gente che prende il covid. Curioso che le emergenze siano tali solo fino a quando si decide di parlarne e di stravolgere così interi assetti mondiali. Poi si fa in modo che le priorità siano altre e i destini condizionati da tutt’altro anch’essi. Mi pento ancor di più di aver fatto il vaccino quando ci penso.

Il fatto che le cellule si rigenerino grazie a particolari condizioni alimentari mi fa pensare a cosa potrei mai  fare per rigenerare tutto un intero modo di pensare “intossicato” da cattivi insegnamenti, esempi sbagliati, amicizie tossiche, letture mal comprese, falsi miti, errori e omissioni…cosa potrei fare per rinascere davvero? Forse anche per l’anima, ad un certo punto, vale il concetto che il nutrimento andrebbe interrotto e che azzerare tutto, depurarsi e poi tornare a pensare le cose in modo del tutto nuovo equivarrebbe a rinascere. Chi lo sa? E poi neppure credo che si possa davvero fare. Nessuno si salva dalla propria infanzia: l’imprinting è indelebile e se non ti piace te lo tieni lo stesso, assieme a tutto quello che gli anni hanno deciso che dovessi diventare. Pace. Mi accontenterò della pelle luminosa


martedì 7 giugno 2022

Bene. Non benissimo. Che è meglio

 Qui a Milano sta piovendo. Finalmente. Sono stati giorni dal caldo anomalo e debilitante. Una pioggia così decisa arriva come un regalo meritato proprio nel mese per me più bello di tutti ma che coincide pure con il picco di una stanchezza che non so più come gestire. Giugno è il mese a cui aspiro durante tutto il resto dell’anno: mi piace solo l’estate e il sogno d’estate. Ogni azione, pensiero, esperienza acquistano più senso e valore quando sono fatti a giugno. Pure se la pressione bassa mi annienta e il caldo notturno mi soffoca, pure se ormai mi trascino sui gomiti cercando di far stare dentro tutto quello che non posso evitare di fare. Giugno mi fa promesse che sono solo sue e alle quali credo più di ogni altra cosa.

In questo momento scrivo in preda ad un mal di testa lancinante: mi succede tutte le volte che decido di non bere caffe per qualche giorno però non smetto di allenarmi con i pesi. Lo faccio perchépoi lo so che dopo qualche giorno starò benissimo. “Starò benissimo”… che strana certezza. In realtà cosa ne posso sapere veramente? Cosa voglia dire davvero stare benissimo io me lo chiedo da sempre e invece dovrei semplicemente smetterla eammettere che, nella migliore delle ipotesi, sono semplicementecapace di star bene in modo “sostenibile”. Non malissimo, neanche male, ma neppure benissimo. E se ci penso bene è sempre stato questo il mio vero scopo. I picchi mi spaventano, sono difficili da preservare e in generale mi creano inquietudine e senso di colpa. Di questi anni faticosi e anomali mi sono garantita cose preziose come la stessa buona salute, una solitudine sana e goduta fino in fondo e più di tutto l’idea che l’amore sia tutto unaquestione di ispirazione e di creatività che poco o nulla hanno a che fare con la presenza fisica di chi ci portiamo dentroSono cambiata. L’ho voluto. Non è successo per caso e questi anni me li sono fatti amici soltanto per riuscirci meglio.


L’ufficio si sta ripopolando e così ogni tanto passano a salutarmi colleghi che non vedevo da tanto tempo. E’ straniante questo improvviso ricucire dei rapporti bruscamente interrotti ripartendo esattamente dal punto in cui erano terminati. Però è stato bello recuperare pezzi di esistenze non condivise e scoprire che siamo tutti molto cambiati. Molto più di quanto noi stessi riusciamo a percepire. Meno male che sono andata a Budapest, che tu hai ripreso a suonare in giro, che i tuoi figli son cresciuti nonostante tutto questo, che finalmente stavolta in America ci vai davvero…mio dio che mal di testa. Che pena sapere che con un caffè mi passerebbe subito. Ha pure smesso di piovere. Posso farcela.


Tra qualche giorno sarò in ferie. Vedrò luoghi che non conosco, farò qualcosa di nuovo, proverò a dormire di più e a mangiare qualche gelato degno di ricordo. Starò bene il giusto. Mi pare il massimo.