Sola andata

Sola andata

martedì 7 giugno 2022

Bene. Non benissimo. Che è meglio

 Qui a Milano sta piovendo. Finalmente. Sono stati giorni dal caldo anomalo e debilitante. Una pioggia così decisa arriva come un regalo meritato proprio nel mese per me più bello di tutti ma che coincide pure con il picco di una stanchezza che non so più come gestire. Giugno è il mese a cui aspiro durante tutto il resto dell’anno: mi piace solo l’estate e il sogno d’estate. Ogni azione, pensiero, esperienza acquistano più senso e valore quando sono fatti a giugno. Pure se la pressione bassa mi annienta e il caldo notturno mi soffoca, pure se ormai mi trascino sui gomiti cercando di far stare dentro tutto quello che non posso evitare di fare. Giugno mi fa promesse che sono solo sue e alle quali credo più di ogni altra cosa.

In questo momento scrivo in preda ad un mal di testa lancinante: mi succede tutte le volte che decido di non bere caffe per qualche giorno però non smetto di allenarmi con i pesi. Lo faccio perchépoi lo so che dopo qualche giorno starò benissimo. “Starò benissimo”… che strana certezza. In realtà cosa ne posso sapere veramente? Cosa voglia dire davvero stare benissimo io me lo chiedo da sempre e invece dovrei semplicemente smetterla eammettere che, nella migliore delle ipotesi, sono semplicementecapace di star bene in modo “sostenibile”. Non malissimo, neanche male, ma neppure benissimo. E se ci penso bene è sempre stato questo il mio vero scopo. I picchi mi spaventano, sono difficili da preservare e in generale mi creano inquietudine e senso di colpa. Di questi anni faticosi e anomali mi sono garantita cose preziose come la stessa buona salute, una solitudine sana e goduta fino in fondo e più di tutto l’idea che l’amore sia tutto unaquestione di ispirazione e di creatività che poco o nulla hanno a che fare con la presenza fisica di chi ci portiamo dentroSono cambiata. L’ho voluto. Non è successo per caso e questi anni me li sono fatti amici soltanto per riuscirci meglio.


L’ufficio si sta ripopolando e così ogni tanto passano a salutarmi colleghi che non vedevo da tanto tempo. E’ straniante questo improvviso ricucire dei rapporti bruscamente interrotti ripartendo esattamente dal punto in cui erano terminati. Però è stato bello recuperare pezzi di esistenze non condivise e scoprire che siamo tutti molto cambiati. Molto più di quanto noi stessi riusciamo a percepire. Meno male che sono andata a Budapest, che tu hai ripreso a suonare in giro, che i tuoi figli son cresciuti nonostante tutto questo, che finalmente stavolta in America ci vai davvero…mio dio che mal di testa. Che pena sapere che con un caffè mi passerebbe subito. Ha pure smesso di piovere. Posso farcela.


Tra qualche giorno sarò in ferie. Vedrò luoghi che non conosco, farò qualcosa di nuovo, proverò a dormire di più e a mangiare qualche gelato degno di ricordo. Starò bene il giusto. Mi pare il massimo.

1 commento:

  1. sei dolce e coerente e e vero i picchi sono disorientanti , buon tutto

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