lunedì 2 maggio 2016

un anno e un piede. Stesso passo ma sempre meno dolore

Ormai è un anno che mi sono piazzata qui. Ho cominciato quando mi sono operata al piede e sono rimasta a casa per più di un mese. Mi ricordo che approfittai della convalescenza per ristrutturare casa, ma che soffrivo moltissimo, che ero sommersa da polvere e caos, che ero contenta di avere tanto tempo a disposizione e un poco dispiaciuta per l'assenza di persone che non mi hanno mai chiamato per sapere come stavo.
È stato così che ho pensato a questo piccolo diario quasi quotidiano. Mi ricordo che c'era il sole e io stavo sulla mia solita panchina al parchetto fuori casa. Ho cominciato a smanettare, a pensare a un titolo che facesse subito capire lo spirito e le intenzioni - mai serie - che si proponeva il mio blog nuovo nuovo e immediatamente mi sono messa a scrivere.
Io sono una discreta lettrice di blog. Ce ne sono alcuni che seguo da anni e che non mi pongo neppure il problema di cosa scrivano, mi piacciono e basta. E poi ci sono quelli che leggo perché riferiti a temi e mondi a me del tutto sconosciuti, come i blog delle mamme...mi divertono ma non mi ci identifico mai e questo mi aiuta a pensare che forse non è esattamente una casualità che madre io non lo sia diventata.

È passato un anno. Quasi sempre ho trovato sorprendente che qualcuno avesse piacere a leggere i fatti  di una tizia che fatica a trovare materia di interesse nel proprio quotidiano, che addirittura ci siano delle persone che avendomi "scovato" in ritardo, si siano prese la briga di andare a leggere pure i miei post più vecchi, che ci siano alcuni che mi scrivono in privato, e che addirittura uno dei miei post abbia causato un incidente diplomatico sul lavoro (che, qui lo dico e qui lo nego,mi ha molto divertito...)

Oggi qualcuno ha letto un mio post del 9 agosto 2015. Non ricordavo affatto cosa avessi scritto. Me lo sono riletto pure io. Come era abbastanza probabile parlava di cose che non conosco davvero...come l'ipotesi di un amore riuscito. E ad un certo punto mi sono ricordata proprio bene del momento in cui lo scrissi. Era di pomeriggio e faceva tanto caldo, ero al parco e Milano era semi desertica. Mi ricordo che non ero né triste né felice, che avevo appena finito un libro molto bello e che di lì a pochi giorni avrei compiuto 39 anni. E mi ricordo pure che non mi aspettavo proprio niente. In realtà mi è piaciuto molto avere trentanove anni, non mi è successo niente di orrendo, mi sono tolta dei dubbi che mi mettevano molto a disagio, e penso di essere ancora un po' bellina per i miei quasi quaranta...
Quello che scrivevo in quel 9 agosto lo penso ancora, ma forse soprattutto per la parte che riguarda le monoporzioni. L'identikit è una rappresentazione molto fedele del "ricercato", ma non è detto che lo si trovi, che esista davvero o che non si lasci catturare da più abili predatori...
Io intanto continuo a leggere i blog divertenti di quelle strane creature chiamate mamme, continuo a non essere né triste né felice, continuo ad andare al parco e a scrivere sciocchezze. In compenso il piede non mi fa più male.

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