Sola andata

Sola andata

venerdì 13 ottobre 2017

Un venerdì 13 è per sempre (...mi piacerebbe...)

Ormai mi convince. Sono circa due settimane che le mie albe, ormai sempre meno luminose e mai troppo illuminate, hanno esordi differenti che alterano rituali consolidati di anni di fede incrollabile a collane di dvd americani, pedalate domestiche, corse attorno all'aeroporto di Linate...e tutta una serie di attività solitarie nella preparazione di colazioni strane, beveroni, doppi e tripli caffè. Cosa non ci si inventa per sentirsi pronti ad affrontare la giornata...
Dicevo, sono due settimane che la mattina - prima del lavoro - vado in una palestra che apre alle 7:00 e che è esattamente a metà strada dal lavoro. La parte più difficile è uscire di casa senza trucco, col borsone e il solito carico per l'ufficio (compreso il pranzo). A quell'ora c'è solo il proprietario, un signore non più giovanissimo ma con un ancora evidente glorioso passato da sportivo. Ha già imparato i miei orari e da un paio di giorni viene anche qualche minuto prima: accendiamo assieme tutte le luci, per la prima mezz'ora ci sono soltanto io e tutto mi pare già molto familiare. Di solito corro in salita per una mezz'ora, faccio un po' di pesi per le braccia e, soprattutto, finisco l'allenamento su una pedana vibrante che credo simuli il Nirvana. Faccio la doccia, mi trucco, bevo delle cose giallo-verdi, saluto il proprietario della palestra, che credo noti la trasformazione radicale e, forse per questo, mi saluta con un sorriso più ampio. A questo punto percorro i residui venti minuti che mi separano dal lavoro  coi capelli ancora umidi, un pezzo di crostata sempre troppo piccolo, le cuffie con "i conigli" e tutto un compiacimento un po' infantile che poi però si stempera durante il giorno.

Al lavoro sono ancora sola in stanza e questo mi consente di sentire i podcast di radio24, di stare zitta per tante ore, di ricevere colleghi adorabili che mi portano la cioccolata o altri generi di conforto - oltre  amabili minuti di conversazione, per poi godere ancora di un silenzio irreale. Oggi in realtà ho dovuto fare due ore di servizio al pubblico e c'era un signore che mi ha detto che era da tanto che non mi vedeva, ma io non ricordavo assolutamente di averlo mai visto e un altro che mi ha raccontato di quanto sia orgoglioso di suo figlio trentenne, della sua passione per i cavalli e per l'ippodromo di Agnano e poi una sorridente signora peruviana, che vedendomi scrivere con la sinistra, mai ha detto che sono "più intellighiente". Mi succede spesso: quando sono giù allo sportello c'è sempre chi ritiene di fidarsi abbastanza di me da raccontarmi piccoli o grandi episodi della propria vita, o decide di affezionarsi al punto di farmi dei piccoli regali, portarmi i cornetti alla crema, dirmi cose carine...e io un po' mi pento della mia preferenza per il mio studiolo vuoto e silenzioso e un po' sono contenta che non tutti se ne accorgano subito.

Questa settimana ho preso un po' dei molti giorni che mi residuano per vedere dei film, fare un massaggio e finire un fumetto molto bello e ho dormito mediamente un'ora in più. Ecco, se proprio dovessi dirla tutta, ammetterei che sia davvero difficile pensare ad una vita più ordinaria e meno appassionante di questa. È più di un anno che non programmo un viaggio e, per fortuna, che non piango per qualcuno, che non ho subito torti imperdonabili o problemi insolubili. In linea di massima sento che non vorrei avere una sorte troppo diversa da quella che i quaranta mi hanno riservato. Potrei chiedermi se abbia trovato finalmente la mia comfort zone che mi isoli da rischi ed imprevisti, ma pure da sorprese e rivoluzioni copernicane, oppure se sia un assestamento che finalmente mi rappresenti in pieno. Forse è semplicemente giusto così per il fatto stesso che non è altro che così e che per una volta potrei addirittura non preoccuparmi del mio stare in pace.

Oggi è venerdì 13. Pure quando sono nata era un venerdì 13, anche il mio onomastico cade il 13, anche la casa in cui ho scelto di vivere sta al 13. Dicono che porti sfortuna. Io invece a volte  penso di non averlo mai davvero meritato...Ecco lo sapevo. Non riesco a godermi mai niente fino in fondo




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