Sola andata

Sola andata

domenica 4 aprile 2021

Pasqua a spasso

 Qui a Milano c’è un sole fantastico. Tra poco uscirò per una passeggiata di un paio d’ore anche per dare ragione di un pranzo di cui sono estremamente orgogliosa. Come sempre mi sono svegliata all’alba e col mio programma radiofonico preferito e  mi sono prodotta in risotti, verdure al vapore, parmigiana light, pancakes...come se avessi ospiti a cui tengo e invece ci sono solo io e quello che surgelerò per l’intera settimana.

Sono passata indenne al mio rientro al lavoro dopo un soggiorno molto gradevole e rilassante giù in zona rossa Campana e ora sono qui in questo posto, altrettanto rosso, a vivere la Pasqua nella quiete luminosa della mia cuccia pulita e che profuma di zuppe e risotti. C’è chi potrebbe diventare pazzo a vivere così. E chi invece ha trovato una sua pace. È curioso, eppure io non ho ancora capito dove potrei collocarmi tra queste due ipotesi. Alla tv ci sono le puntate di friends: sono arrivati a quella situazione un po’ anomala e stonata in cui Rachel e Joey si innamorano, ma mi mettono allegria lo stesso. Ho pure ripreso a dormire poco e ad avvertire quello strano senso di vertigine che si prova dalla posizione seduta a quella in piedi e che mi prende nei cambi di stagione, ma tanto lo so e quindi nessuna preoccupazione. Qui a Milano il suono delle ambulanze è ancora un sottofondo piuttosto frequente e io realizzo solo ora che non ho l’uovo di pasqua, anzi in realtà realizzo solo ora il fatto stesso che sto passando la Pasqua da sola proprio come lo scorso anno e moltissimi degli anni precedenti. Funziona ancora. Le feste comandate trascorse così mi rendono sempre ben chiara la distinzione netta tra le mie oggettive mancanze e necessità e quello che comunque non mi avrebbe aiutato in alcun modo ad essere felice: non ci sarebbero riusciti dei figli,  nè un marito e neppure nessuno degli uomini che mi sono piaciuti fino ad oggi, non sarebbe andata meglio neppure con un lavoro diverso o più appassionante. Le feste a questo mi servono: a chiedermi come sia possibile riuscire a star bene in un modo diverso da quello che mi sono scelta senza condizionamenti, sebbene includesse un certo, enorme, spirito di adattamento. Quello che so è che, per la prima volta, ho percepito che i mei sono meno affranti del fatto di non essere diventati nonni, sebbene credo che sia più per l’oggettiva perplessità verso il futuro che per una improvvisa adesione alle mie scelte. Io resto ferma nella convinzione che siano molto poche le donne con un reale istinto materno. Il più delle volte è solo una forma di generosità anche inconsapevole verso il bisogno della famiglia d’origine di passare il testimone. Per me la motivazione rimane scarsa.

Qualche anno fa trascorsi questa giornata con una persona che adoravo. Dopo pranzo camminammo assieme per km e km, in mezzo alla natura e alla pace di un silenzio irreale. Fu molto bello, ma faceva più freddo di oggi e c’era troppa cioccolata per solo due persone. E poi non avevamo lo stesso passo e così mi stancai un po’ di più che se fossi stata da sola. E dopo andammo al cinema, ma non riesco a ricordare che film c’era e se ne discutemmo. A pensarci bene non ricordo poi molto di quel giorno eppure ricordo che cucinai per tutta la mattina e mi chiedevo se tutto sarebbe stato abbastanza buono. Ora invece sono proprio sicura che ai fornelli sono un vero asso.

Ho ricevuto degli auguri. Ricambio sempre ma non ne faccio mai di mia iniziativa. I mie mi hanno inviato dei soldi di buon augurio, ho silenziato tutti i gruppi di wa e sono ossessionata da una cosa che devo mettere per iscritto a cui sto pensando da un po’ di giorni, ma per la quale non mi sento all’altezza. Dovrei mettere le tendine in bagno e comprare la ricarica delle essenze per il mio diffusore. Ma non c’è nessuna fretta. Credo che in questo momento sia molto più urgente uscire. E fare almeno dodicimila passi. 


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