Sola andata

Sola andata

sabato 12 febbraio 2022

Visita al museo. Dove ho lasciato il mio migliore tempo perduto

 Ho attraversato Milano a piedi. Da casa mia al Duomo impiego poco più di un’ora a passo spedito. Un sole magnifico, tanta gente, un cielo terso. Dopo una intera mattina a cucinare e riassettare mi sono precipitata in strada col proposito di essere dove sono ora: alla cineteca di Milano, esattamente il punto di Milano più lontano da casa mia. È ormai lontano il tempo in cui mi fiondavo qui per colmare le mie lacune cinefili tra film rari e corsi che ora sono soltanto on line. Mi pare un’altra vita, un altro tempo. È straniante eppure in fondo è anche normale che certi cicli si concludano indipendentemente dagli impedimenti esterni che li hanno interrotti bruscamente. Lo so, eppure mi fa male trovarmi qui e sentirmi meno felice di come vorrei. 

Se ci penso bene sono tante le cose che ho interrotto da quando vivo qui e tutte coincidono con persone che ho perso, legami che non si sono consolidati, esperienze troncate dal caotico susseguirsi di altre cose da fare e che mi portavano altrove: i gruppi di running con aperitivi, cene, gite fuori porta, le mille palestre frequentate e le chiacchiere da spogliatoio che nessun uomo arriverebbe mai a comprendere in pieno, i tantissimi corsi serali prima di approdare a quelli del cuore che non abbandono neppure ora che sono soltanto on line, gli eventi sulla qualunque che se non sei di Milano non puoi sapere veramente di che si tratta. Tutte cose che ho interrotto così come era giusto, non per costrizione innaturale. È accaduto a basta. Senza rimpianti o malinconie. E invece tornare qui mi ha fatto male in quella maniera che sentì quando avverti uno strappo violento, come se nel frattempo avessi perso qualcosa di prezioso che mi è stato negato per sempre. Solo adesso mi rendo conto di quanta umiliazione abbia sopportato anche senza accorgermene troppo. Ho passato questi mesi a cercare di capire il senso di tutti questi obblighi e costrizioni perdendo di vista quello che davvero mi è stato tolto. E ora che mi pare di rinascere tornando qui dove ero ancora rimasta col cuore, mi pare di avvertire solo una perdita incolmabile. Che assurdo corto circuito. Che strano malessere.

Qui c’è la mostra di King Kong e la manona di Rambaldi che campeggia nell’atrio. Tra poco ci sarà suo figlio a raccontarci cose che di certo non scorderò. Credo che sia un privilegio immenso quello di poter essere qui, proprio adesso, e ritornare a “toccare” le emozioni. E invece mi arrovello su questioni astratte, su un tempo ormai perduto e che non tornerà mai più. 

Per fortuna ci sono i musei e i vecchi film  che custodiscono solo il tempo migliore. Mica quello inutile degli ultimi due anni. Quello ahimè lo abbiamo perso  un po’ tutti. Ma forse è solo che sono ancora un po’ arrabbiata. Tanto tra qualche minuto comincia la visita e mi passa tutto. Già lo so. Evviva. 

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