Sola andata

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lunedì 1 agosto 2022

Il contrario del pessimismo (non è l’ottimismo)

 Sono tante le ragioni per cui ricorderò per molto tempo questa estate. Non è solo per questo caldo anomalo e soffocante che in certi momenti del giorno, ma soprattutto della notte, pare voglia suggerirmi forme nuove di disincanto e tristezza, stati d’animo che di solito riservo alla poca luce e al gelo dei mesi invernali. Poi però torna l’alba, l’aria si fa per qualche ora di nuovo respirabile, il silenzio mi concilia di nuovo con le cose, un po’ di meditazione, gli allenamenti e tutto ha di nuovo la forza di un richiamo potente a cui mi piace obbedire come un soldatino.

Ricorderò questa estate balorda perché ne ho anticipato il racconto che era a me riservato prima che potesse restituirmi dei dubbi, perché si è fatta protagonista di cambiamenti epocali di cui vedremo i risultati solo tra qualche mese, perché nella calma apparente di una città che diventa magnificamente vuota io mi ritrovo a camminare per chilometri senza vedere neppure un’anima, per poi arrivare in una piazza piena di persone che mi sembrano catapultate da un mondo altro di cui io non ho mai saputo nulla prima d’ora: abiti leggeri che contengono corpi orgogliosamente abbondanti o filiformi, teste multicolore, giovani amanti e famiglie numerose. Oggi ho attraversato la città a piedi e mi è stato facile notare gli improvvisi passaggi di stato di un luogo che si svuota dei suoi abitanti e accoglie il resto del mondo che è pronto a scoprirla. E allora ho pensato che è vero, e forse lo sarà sempre, che non mi sarà facile scrollarmi di dosso un certo irrimediabile pessimismo, ma per fortuna questo è una cosa diversa dalla tristezza. Non sono una persona triste perché provo ancora un enorme piacere in tante cose. E questo mi pare un fatto proprio bello. Godere del presente, pur non credendo affatto nel futuro, ha in sè qualcosa di profondamente liberatorio e oserei dire persino saggio.

Oggi era caldissimo, ma Milano era meravigliosa  e io ho comprato delle scarpe da running che desideravo da tempo, scontate del 40%. Ho poi pure  risolto un po’ di rogne burocratiche noiosissime e delle quali finalmente non devo più preoccuparmi, ho pensato ai film di una retrospettiva che si è conclusa ieri e che mi ha incantato, mi sono allenata senza sconti e sono più o meno l’unica persona che conosco a non aver preso ancora il covid. Non sono triste perché altrimenti mi sembrerebbe di tradire le mie giornate, la buona sorte, le mie lotte contro la pigrizia.

Agosto è appena cominciato. Non riuscirò neppure a tornare dai miei per qualche giorno (neppure per il mio compleanno) e vivo della rendita ormai lontana della mia scuola estiva s Stromboli e il poco mare che l’ha accompagnata. Sta tornando pure il caldo feroce dei giorni scorsi e mi aspettano giorni strani anche in casa alle prese con i nuovi mobili ordinati.

Ho cominciato a dormire sul futon e garantisco che è una roba davvero parecchio strana. Però mi pare funzionare: dormo abbastanza e non ho dolori. Poi piego tutto e la stanza prende le sue solite sembianze. A settembre si voterà. Con ogni probabilità vincerà la destra, saremo più poveri e forse questo sarà il nostro male minore. Il bello di essere pessimisti, ma non avviliti, è quello di essere pronti al peggio e sperare comunque di avere torto. E poi di certo ritornerà il fresco, che manco mi è mai piaciuto ma solo gli stupidì non cambiano idea.

Sono pronta al peggio ma non sono triste e, se ci penso bene, in un tempo come questo, contraddittorio, fumoso, indecifrabile, degenerato, questo mi pare davvero il più felice dei paradossi possibili.

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