Sola andata

Sola andata

mercoledì 19 ottobre 2022

L’anno che sta passando…tra quanto passerà?

 Credo che non mi rassegnerò mai a questi ultimi anni. Soprattutto all’ultimo, quello apparentemente più “normale”, o meglio, quello nel quale almeno il quotidiano pare un po’ più gestibile e certe forme estremizzate del dibattito sul vaccino si sono un po’ allentate. Siamo alla metà di Ottobre e in fondo, per qualche strano paradosso, mi pare addirittura che questo 2022 sia volato tra il fottuto green pass e l’infame guerra, una vacanza breve ma molto bella, delle elezioni prevedibili che dimostrano quanto sia sempre possibile scavare più a fondo e perfezionare il baratro in cui abbiamo scelto di ficcarci e la scoperta orgasmica del massaggio tailandese. Eppure continuo a ritenermi fortunata perché mi sentirei ancora peggio se, di contro, non lo ammettessi. Anzi, mi pare di star male proprio sapendo questo: sono fortunata perchè bianca, sana, etero, autonoma, non mi trovo nella necessità di abortire o di rivendicare un diritto che la società è ostile a riconoscermi…potrei farmelo bastare come approccio sereno allo stare in un mondo che mi fa abbastanza schifo ma che in fondo troppo male non può farmi (ancora) perché il caso mi ha reso aderente ai canoni deciso da chissà chi. E invece il solo pensiero di vivere in questo tempo così assurdo è come se depotenziasse ogni altra cosa bella che tento di includere nella mia vita e che mi serve per pretendere di dare un senso ad ogni singola giornata. Sì perché se c’è una cosa che ho proprio smesso di fare è quella di pormi degli orizzonti temporali troppo lontani e di cominciare ad impormi una dose “obbligatoria” di benessere quotidiano. Se salto anche solo un giorno da questo intento sento di avere irrimediabilmente sprecato una piccola fondamentale scintilla di luce esistenziale. 

Ci sono delle mattine in cui sono più brava degli altri giorni. Sono quelle in cui il risveglio mi pare una sfida con tutto quello che mi circonda: con la sveglia, il caffè bollente, la canzone giusta che passa alla radio e che mi suggerisce motivazioni nuove, con il tipo di allenamento che mi tocca, persino rispettando l’orario esatto in cui mi impongo di uscire di casa. Tutto è vissuto come l’occasione irripetibile per costruire la giornata perfetta. Di solito va tutto bene e così mi illudo di meritare una giornata dritta e mi lascio raccontare il resto dalla strada: il profumo di pane dalle due panetterie che incrocio sul mio percorso e quello di caffè dei tanti bar che a quell’ora sono al loro meglio. Quando sei sano, poco smanioso, appassionato di silenzio (o di programmi radio da ascoltare in cuffia mentre si cammina) queste suggestioni di solito hanno effetti piacevoli.


Credo di aver detto  ‘sta cosa così tante volte che pure la mia coscienza in questo momento mi sta sussurrando “ma che palle, Lucia” come per aiutarmi a capire che c’è anche chi trova la gioia svegliandosi alle 11, mangiando carboidrati senza la necessità di bruciarli sudando per un’ora, che preferisce fare sesso con chi capita e tirar tardi la sera pure con gli sconosciuti, quelli che preferiscono un lavoro precario ma nel quale si riconoscono piuttosto che la stabilità di un lavoro in cui non esprima nulla di . Bello, ci sto. Ma quello che so è che più passa il tempo e più trovo cose che mi interessano, anche molto, ma che non mi emozionano più. Per nulla, neppure quelle robe romantiche che mi facevano sempre inclinare la capoccetta a sinistra fino all’altro ieri. E ancora non ho capito quanto io, nel gioco delle compensazioni, ci abbia perso oppure guadagnato. Credo che invecchiare voglia dire anche questoassieme ai capelli meno lucidi, agli integratori al collagene, alla musica nuova che non capisco…


Mah. Siamo a metà ottobre e io vorrei che il 2022 fosse già sepolto in qualche sito remoto per lo stoccaggio dei rifiuti speciali. Che mi importa di fermare il tempo, quando quello che ti è toccato ti fa solo venire voglia di vederlo passare prima possibile

Nessun commento:

Posta un commento