Sola andata

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mercoledì 21 dicembre 2022

Distanze. Da mantenere (se non proprio da amare)

 A chi, se non ai giapponesi, verrebbe in mente di dedicare una giornata in omaggio agli amori a distanza. Che poi a pensarci bene potrebbe vantare una platea vastissima di potenziali interessati se si considera che gli amori a distanza non sono soltanto quelli risolti dalla reciprocità e che vivono solo il dramma della distanza fisica. Amori a distanza sono pure tutti quelli a cui la vicinanza è resa impossibile da vincoli oggettivi come quelli anagrafici, o la sopravvivenza di uno soltanto della coppia, dall’amore sbocciato troppo tardi e reso problematico da legami già in corso, dalla differenza di classe che in certi luoghi più che altrove rappresenta un vincolo reale…i motivi per cui certi amori sono destinati a rimanere distanti sono tantissimi e tutti, a mio modo di vedere, concettualmente molto dolorosi. E poi ci sono gli amori a distanza che vivo io, che credo siano ancora un’altra cosa: sono gli amori che non riescono a trovare la loro forma perché non hanno neppure il coraggio di cercarla. Ci sono amori che si provano soltanto nella certezza della loro mancata realizzazione perché hanno paura di nascere, di lasciarsi vivere, di credere nella loro possibilità di non affievolirsi mai.

Mi ero ripromessa di trovare del bello in quest’anno indifendibile e ci sono riuscita proprio esplorando le piccole parentesi dentro un quotidiano rigidamente programmato per escludere imprevisti e complicazioni, in quei vuoti dove prima amavo crogiolarmi nelle smanie, nei chiodi fissi, nei sensi di colpa, nell’intimo convincimento che tutto fosse una responsabilità soltanto mia. Quegli spazi ora sono la leggerezza e il respiro ampio di chi ha smesso di restare compresso cercando il perdono pure dove non vi era nessuna colpaE così, in questa ipotetica lista di cose per cui essere grata, che ho deciso di stilare fino all’ultimo giorno di questo annus horribilis, c’è l’assenza pacificata di ogni struggimento amoroso, accompagnata da tutte quelle “esternalità positive” che annullano sentimenti tossici come gelosia, senso del possesso, delusione, noia, ansia riproduttiva, bisogno di essere compresi a tutti i costi. I legami, quando davvero tali, sono sempre complicati. Oppure semplicissimi, ma in questo secondo caso solo per i pochissimi eletti benedetti dal perfetto incastro delle anime. E’ troppo raro per ritenersi i papabili di questa esile schiera.

 

Io ho già festeggiato il mio Natale e quindi posso dire in anticipo che è andato bene: noi che viviamo di sfasamenti temporali arbitrariamente stabiliti, possiamo permetterci anche di pensare al “futuro” traghettandocelo a piacimento nel presente e giocare d’anticipo sul risultato. C’è della follia in certe scelte di vita, che in fondo sono tali soltanto in piccolissima parte. Eppure raccontano di possibilità, come quella di attribuire sacralità ad un periodo “normale” per poi diventare gli spettatori divertiti di una frenesia collettiva di cui non si sente di voler fare parte. Non andrò in giro per fare regali, non dovrò inventarmi facce per fingere di gradire quelli che per fortuna non sono costretta a ricevere. Mi piace fare così. Da tantissimi anni ormai. E’rilassante. Neppure il peggiore di tutti gli anni fino ad ora conosciuti è stato capace di peggiorare questo aspetto della mia storia personale: ho sofferto molto di più in altri tempi, mi sono persino sentita molto meno bella di oggi, sono stata meno ricca, meno consapevole, più goffa e superficiale, meno risolta. Quest’anno ho avuto il raffreddore per un solo giorno ed è rimasto il mio unico malanno dal 2015. E’ stato un anno orrendo eppure non mi ha fatto niente per cui dovessi sentirmi peggiorata. Forse è tutta colpa della distanza. Quella che passa tra la mia storia e quella di questo tempo sbiadito che prova a contenermi. Una distanza che andrebbe coperta con l’amore che non ho più voglia di provare. Chissà, forse un giornodi nuovo…tutto diventerà più interessante perché amabile.

Di certo non oggi. Di certo non nel 2022

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