Sola andata

Sola andata

martedì 13 dicembre 2022

Nel dubbio, respira (o chiedi ai gatti)

 Quante cose sono successe negli ultimi giorni di questo anno orrendo. E che ci sia del buono in ogni cosa forse è una roba che ci raccontiamo credendoci il giusto che serve per farlo diventare vero. Il mio feroce programma alimentare detox è stato portato a termine anche a questo giro senza neppure un errore e io credo di non essermi mai sentita meglio e più in forma in vita mia. Ho rivisto persone care e notizie sorprendenti che mi hanno destabilizzato e modificato la percezione del senso dei miei legami con le persone a cui tengo. Ho alleggerito il cuore e fatto pace con tutto quello che mi è precluso e mi sono finalmente resa conto che non necessariamente i cambiamenti debbano avvenire soltanto attraverso il dolore. A volte ad essere rivelatrice può essere, semplicemente, una bella notizia inaspettata. 

Sono stati giorni di profondo silenzio e di sublime solitudine accompagnata da letture lievi e vecchie commedie divertenti. Chiudo quest’anno con l’ostinata intenzione di riservare anche a lui un sentimento fatto di gratitudine e riconoscenza: per tutto il dolore che mi ha risparmiato e di cui non possiedo contezza, per gli spunti, solo in apparenza casuali, che mi ha concesso per approfittare della bellezza che mi sta intorno e che chiede solo un po’ più di attenzione. Per gli affetti, che si trasformano senza per questo esaurirsi. 


Oggi è il mio onomastico. Per l’occasione mi sono regalata dei pasticcini di ricotta, cocco e mandorle ricoperti di cioccolato. Sono squisiti. E poi ho fatto un allenamento nuovo che mi diverte molto ma che richiede un tipo di respirazione diversa se non voglio entrare subito in affanno. E ho pensato che è un fatto davvero strano: uso dei pesi inferiori rispetto a quelli soliti madevo saltare di più, fare più esercizi differenti e con minori tempi di recupero tra l’uno e l’altro e questo fatto mi ricorda parecchio proprio quello che ho deciso di fare nel mio quotidiano accompagnamento verso la conclusione di questo ultimo strano scorcio di anno. Vivere alla giornata non ha per me alcuna valenza negativa: è il solo modo che conosco per “seguirmi”, o meglio “accompagnarmi”, verso forme di nuove di ammirazione del mio tempo e di pormi traguardi compatibili con le aspirazioni che sento il diritto di avere. E per tutto questo imparare a respirare correttamente credo sia fondamentale. Perché si fa presto a dire “allenarsi è importante” …meno lo è sapere per cosa abbiamo scelto di farlo.


Sono giorni che penso spesso a Pablito, il micino che adottai e che visse con me a Milano per un paio d’anni, prima di trasferirsi per sempre giù dai miei. E’ morto l’estate scorsa eppure la sua assenza si avverte ancora fortissima tra tutti noi che lo abbiamo amato per ogni attimo di gioia vissuto con lui. Era un gatto strano, ma forse la verità è che lo sono tutti a modo loro. Quando viaggiava non batteva ciglio: era capace di starsene immobile per una giornata intera senza protestare eppure quando usciva non stava fermo un secondo. Non ha mai aggredito l’albero di natale e stava molto attento a non rompere niente. Lo amavamo per il solo fatto di esistere e di essere sempre presente a se stesso. Bastava questo a renderlo la creatura più affascinante che rallegrava ogni singola giornata con lui. Da allora la mia casa non è più la stessa e ogni volta che torno penso sempre che la sua mancanza non smetterà mai di essere avvertita come nell’istante in cui è venuto a mancare. Che bello sarebbe essere ricordata così: senza alcun merito eppure avere un tale significato da restare intatta nel cuore di chi mi ha amato. Quest’anno lo tenevo in braccio fin dal risveglio. E pure quando l’ho salutato per l’ultima volta. E poi ho continuato a sentirlo ancora. Anche dopo che è mancato. E a mequesta cosa pare una meraviglia.


E così ho pensato che anche io, nella mia ostinata marcia solitaria dentro un presente che quasi mai trovo accettabile davvero eproiettata verso un futuro colorato soltanto col fumo, trovo la pace nelle maniere più bizzarre: in un respiro che cambia il suo ritmo, in un micio che fa compagnia nei ricordi. o in un dolcetto col cioccolato dedicato a me stessa nel giorno più corto dell’anno. In fondo è quasi finito. Come tutto. Come niente

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