Sola andata

Sola andata

martedì 15 gennaio 2019

Cosa mi perdo quando trovo la pace. Tutto il niente

Me ne accorgo subito. Quando sto davvero in pace me ne accorgo subito. Forse perché succede raramente e allora mi pare così importante farci caso che subito mi attivo per riconoscerne i sintomi. Sono appena rientrata da uno dei nuovi corsi di cinema a cui mi sono concessa da quando la mia esperienza precedente si è conclusa con una freddezza di toni che non ho proprio capito ma che ho deciso di assecondare dopo un po’ di inutili tentativi di aggiustamento.

Quando sto in pace non ho struggimenti, respiro bene, la casa è in ordine, ho il controllo pieno delle cose e dei tempi. Quando sto in pace il pensiero è fluido e il tono della voce mai alto, sono più dinamica e ragiono con più lucidità.
Per me stare in pace vuol dire soprattutto non essere innamorata e non logorarmi nel dubbio di essere giusta o che lui mi trovi tale, vuol dire non soffocare nel gorgo di una perenne incertezza, nei fantasmi del tradimento o di un “amore bugiardo”. Non mi succede così spesso: ho un temperamento irrimediabilmente romantico e, nonostante tutto, per me l’amore è la sola grande priorità. Ma sono in una di quelle fasi propizie della vita in cui non mi pesa riconoscere che mi ero sempre sbagliata e che io non ero il destino di nessuno degli adorabili uomini per cui ho ipotizzato in maniera fanciullesca amori eterni. Non è stato così e quando ho cominciato ad asciugare le lacrime ho rimesso a fuoco situazioni di tutta evidenza, in cui io ero già sola da tanto tempo prima.

Quando sto in pace mi trucco di meno, metto soltanto jeans, non spendo troppi soldi, parlo poco, cammino ancora di più e osservo il mio contemporaneo col fatalismo di chi ritiene che pure quello che pare più assurdo e inaccettabile sia in realtà così come deve essere. È come se maturassi una sorta di laico misticismo volto a preservare il precario equilibrio di un cuore senza morse amorose.

Va bene non provare amore pur sapendo amare, va bene dimenticare ciò che non è mai accaduto veramente, va bene il viversi e il donarsi ad ogni fonte di benessere. E poi va bene ogni forma , seppur temporanea, indotta, illusoria di anestesia dalle emozioni. Che tanto , alla fine, quelle quasi mai mi servono davvero a qualcosa

Nessun commento:

Posta un commento