Sola andata

Sola andata

martedì 8 novembre 2022

“Mal’anni”

 Che giorni strani questi. Lo so, lo dico spesso negli ultimi anni e il fatto davvero curioso è che in fondo le ragioni cambiano ogni volta, mentre la costante è sempre quella di provare a pensare che passerà, che bisogna aver fiducia negli eventi e nelle sorprese e che abituarsi ad avere una nuova ottica possa rappresentare la parte attiva di un cambiamento. Ma questo è davvero un periodo che non riesco a codificare e a nulla servono le mie piccole fughe travestite da gite fuori porta, le lunghe escursioni, le passeggiate meditative. Non mi torna niente. Ho pure perso la voglia di raccontare mettendo per iscritto proprio non mi riesce di comprendere il senso di smarrimento di questi giorni. Forse perchè in famiglia si sono susseguiti a distanza ravvicinata dei gravi lutti che hanno interessato gli affetti di entrambi i miei genitori e io invece sono qui a non avere ben presente i bisogni e le necessità di chi è cosi lontano. E poi c’è la gestione strana dei miei rapporti umani qui a Milano assieme ad una casa che diventa sempre più vuota perché vorrei donarle colori nuovi e molte meno cose ma più significative. Ma da sola non ci riesco e così mi ritrovo ad avere più spazio ma meno ordine e alcune cose nuove ma pure ancora troppe di cui ancora non so come liberarmi. Forse è soltanto che il freddo è arrivato senza preavviso, soprattutto la sera, che se non fosse per le mie due copertine elettriche avrei davvero difficoltà a tollerare un passaggio così brusco della variazione della temperatura. Mi sembra di vagare senza scopo, come fanno certi pesciolini nell’acquario che sembrano vigili e attenti ma che in realtà si muovono senza uno scopo in uno spazio che riconoscono come molto più limitato rispetto a quello delle origini. 

Sono stata un paio di giorni in Piemonte lo scorso we. Torino è una città che mi piace moderatamente, ma la visita al museo ha più che compensato il mio entusiasmo appannato verso una città cosi seriosa. E poi ho visitato la reggia di Venaria, sontuosa e magnifica soprattutto per il suo fantastico giardino e le geometrie che lo disegnano. Un po’ delusa dal cibo e dal pretestuoso “Bicierin”: io quella roba lì me la preparo da sempre senza sapere che si tratta di una bevanda storica che si permettono di farti pagare 5 euro. Non so perché stia dicendo questo. in realtà sono stata bene e quei due giorni mi hanno aiutato davvero molto a distrarmi. Distrarmi. Neppure so dire bene da che cosa.  


In questi giorni sono pure andata a vedere un po’ di buoni film. Nulla di indimenticabile, ma forse “triangle of sadness” merita una qualche possibilità, per quanto leggermente al di sotto delle aspettative. L’intuizione è buona, la storia è accattivante, ma credo che il film sia risultato così lungo, paradossalmente, proprio per un eccesso di pigrizia nella scrittura. E quindi alla fine mi pare irrisolto, nonostante le due ore e mezza, una parte piuttosto divertente e una bella idea di fondo. Per il resto mi sono rifugiata nei vecchi film e ho cominciato alcune serie tv che spero mi rendano dipendente. 


Sono giorni strani. Come un po’ tutti questi ultimi anni. O forse un po’ come sempre ma io ero troppo sciocca per accorgermene. O soltanto abbastanza felice per accettarlo. Oggi invece mi sento solo un po’ più vecchia per trovare tutto questo ancora sopportabile. L’inverno è davvero cominciato. E già detta le sue regole

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