Sola andata

Sola andata

martedì 8 novembre 2016

All'incanto (titolo fuorviante...non vorrei deludervi troppo...)

Alla fine ho deciso di no. L'ultima occasione che mi era stata concessa di scegliere prima di altri di comprare ad un prezzo ormai simbolico la casetta in vendita all'asta accanto alla mia, l'ho lasciata cadere così, nel vuoto  di un bilocale da ristrutturare ma che, dato il costo e le agevolazioni fiscali, rimaneva l'investimento più logico che potessi fare.

Quando ho comprato la casa in cui vivo ora quella confinante era già vuota. Un esproprio per morosità. È da quando vivo qui che ho cominciato a nutrire fantasie sulla casa che avrei realizzato abbattendo una semplice parete e unendo quelle due stanze e il bagno in più. Una volta ci sono pure entrata e immediatamente me la sono vista risistemata in quella maniera chiara che hanno solo quelli che trovano nell'estetica domestica la migliore e più immediata espressione di se stessi.
Fino a qualche anno fa ho desiderato tantissimo averla, tanto che mi parevano già un affare gli ottantamila euro della base d'asta iniziale ( pur sempre trentamila meno del costo della mia casa identica a quella). Non so perché, ma all'epoca pensavo che avrei incontrato qualcuno con cui condividere i miei spazi e per questo ho sempre ritenuto fondamentale che pure nella più piccola delle abitazioni fossero necessari due bagni. E così, mentre aspettavo il momento propizio per acquistare, mi cullavo nei progetti di una casa che fosse funzionale ai due suoi abitanti.

Col tempo ho progressivamente realizzato che la famiglia sarebbe rimasta mononucleare, ma siccome ho avuto una breve e magnifica parentesi di convivenza con un micio, ho cominciato a pensare a due stanze in più come quelle dedicate al mio coinquilino a quattro zampe, tra giochi, lettiere, pappe e poltrone per noi due. Ma ahimè anche lui è approdato a lidi migliori e così ho "ristrutturato" ancora una volta la mia ipotetica appendice domestica finalizzandola ad altri scopi. Nell'ultimissimo periodo per esempio avevo pensato che ci avrei ricavato una palestra. Di certo il tapis roulant così finalmente mi sarei allenata regolarmente nei giorni di pioggia evitando l'inzuppo, poi i
pesi, un mega schermo per fare ginnastica coi dvd, tappetini per il pilates e altre stravaganze del genere per il fitness. Ma così facendo sono certa che sarei ripiombata nell'isolamento e nella divorante comodità del fare le cose senza sforzarmi di stare con gli altri, che è poi la cosa che mi diverte di più e mi fa imparare davvero.

E così mi sono detta che va bene così, che quella saggia idea di avere uno spazio domestico che sia
essenziale, compatto, e non dispersivo, deve essere mantenuta come regola aurea. Una casa molto spaziosa e comoda è una trappola in cui si cade quasi sempre. Salvo poi scoprire che non aggiunge molto alla qualità della vita, che porta alla pigrizia ma pure alla inutile fatica di gestire uno spazio più ampio assieme alle cose che arrivano col tempo a riempirlo.

Perciò stamattina ho risposto con sofferta ma implacabile decisione alla mail dell'amministratore. L'ho ringraziato del vero affare per cui mi ha concesso prelazione, ma gli ho scritto che purtroppo non mi serve a niente, che non trovo sensato investire anche solo per dare in affitto e creami una rendita, che sono sola e due stanze mi bastano, che molto probabilmente quel secondo bagno non mi diventerà mai indispensabile e che probabilmente tra un po' di anni troverò un modo di tornarmene giù a casa, quando da questa città non potrò più prendere nulla né dare altro.

Dopo sette anni che la sognavo, ho smesso di desiderare questa casa così vicina così lontana. Proprio adesso che mi apre la sua porta dopo che avevo bussato tante volte quante erano le case che avevo immaginato di realizzare lì dentro.

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