Sola andata

Sola andata

giovedì 6 luglio 2017

Mi metto scomoda...che sennò mi stanco

Ancora non ho disfatto del tutto la valigia. È che martedì ero molto stanca, mercoledì sono rientrata tardissimo dal lavoro e oggi pure. Dormo ancora sul divano perché ho troppo caldo e mangio cose a caso tra quello che mia madre mi ha impacchettato. Mi piace sempre molto questo strano salto logico/spazio/temporale tra due maniere completamente diverse di gestirmi la quotidianità. Sì perché non è solo una questione legata al fatto che quando sono giù è perché sto in ferie, quello è il meno, è proprio un modo diametralmente opposto di intendere lo spazio domestico, quella strana idea di comodità, il tempo così dilatato dedicato alla cucina, quello strano rituale dei programmi preserali...tutto questo mi pare divertente nei limiti di un'esperienza limitata, perché se così non fosse mi sembrerebbe addirittura colpevole. C'è una poetica quasi tragica in quadretti familiari che sono stati anche altro in un altro tempo, una casa più piccola e meno confortevole, problemi diversi assieme ad altri sempre uguali, ma ci si abitua presto a certe forme divoranti di comodità e in fondo chi sono io per pensare che tutto questo sia sbagliato?

Quando sono rientrata a Milano, nella mia casa piccola piccola, senza nessun tipo di comodità se non il fatto stesso di essere così essenziale, mi sono sentita in pace. Io abito al pian terreno, da marzo tengo le finestre aperte tutto il giorno, anche quando non ci sono. Se qualcuno volesse entrare gli basterebbe fare un salto neppure troppo atletico e andare via indisturbato. Non lo so perché non è ancora successo e in fondo la cosa, tranne per qualche dvd a cui sono affettivamente legata, non mi turberebbe più di tanto. Quando i miei devono chiudere casa, tra cancelli e antifurti se ne passa un quarto d'ora...in fondo da loro sono già passati due volte e riconosco che non fu affatto piacevole entrare in una casa completamente a soqquadro nella quale sono passati degli sconosciuti a violare delle intimità.

Le cose da gestire per me sono sempre state un'ossessione. È per questo che ho deciso di non possedere troppa roba. Mi farebbe perdere tempo ed energie  rispetto al reale beneficio che ne traggo. È così che ho capito che due stanze da pulire e ordinare sono meglio di quattro e che non avere l'auto è meglio che smadonnare per trovare parcheggio o litigare per un sorpasso. E no, non sono una micragnosa o una pauperista, ho soltanto imparato ad aver maggiormente bisogno di "prodotti immateriali" che mi producano piacere e utilità senza occupare spazio togliendomi aria o sovrapponendosi alle cose davvero essenziali. 
Sì, io così mi trovo bene...soprattutto dopo dieci giorni che me la sono goduta in una casa grande, comoda, con un sacco di cibo buono preparato da altri e una macchina che mi ha portato a zonzo per tutta la costiera. 
In realtà non lo so cosa sia davvero giusto o sbagliato fare del tempo e delle risorse. A me fare la freakettona piace perché mi semplifica la quotidianità. Ma interromperla un po' mi aiuta ad apprezzarla davvero e un po' mi fa capire che ci stanno davvero troppi altri modi di stare al mondo. E quando ci penso mi pare quasi sempre un'esagerazione


 

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