Sola andata

Sola andata

venerdì 20 dicembre 2019

Io non ti conosco. Ma un po’ lo so chi sei

La metro rossa in questo periodo è una cosa davvero difficile da descrivere. Ero pronta alla folla oceanica, alla mancanza d’aria, alle micro risse da inevitabile intolleranza da eccesso di vicinanza, anche perché ormai sarebbe sciocco da parte mia sorprendermi ancora per questo carico di disagio legato ad una fase ciclica tanto prevedibile come questa. E così ho approfittato di quel tempo carico di mestizia per fare una cosa: recuperare ad ogni costo quel vecchio post. Sì, assolutamente. Come lo avevo intitolato? Quando lo avevo scritto? E perché all’epoca fui spinta così fortemente a parlare proprio di lui? Ma certo! Trovato. Era il 27 gennaio 2018.
Procederò per ordine. Premessa. Io sono una persona timida, pure quando faccio la disinvolta, anzi, soprattutto allora. Per questo odio la parte del mio lavoro che prevede il contatto col pubblico. Ma mi tocca e così per due volte a settimana sono costretta a stare giù allo sportello per quattro ore di fila. In questo periodo, che sono tutti in ferie, i due giorni diventano più o meno tutti i giorni. Per me è sempre una vera tortura e questo nonostante riceva spessissimo, e inopinatamente, complimenti per la mia calma, il sorriso, la pacatezza, la dolcezza...si sbagliano. Ma tant’è: mi godo una percezione altrui di me che io stessa non so spiegarmi. Vengo alla storia.

Mercoledi scorso. Si siede un intermediario per registrare degli atti e, prendendo a pretesto le ferie che nessuno di noi due farà per il Natale, ha cominciato a parlarmi delle sei volte che è stato in Perù e che però non è mai stato a Napoli e neppure a Firenze, che vorrebbe andare da Michele a mangiare la pizza più buona di Napoli, ma che in fondo anche Pizzium qui a Milano è un’ottima alternativa.
- Oh no, devi assolutamente rimediare. Napoli negli ultimi anni è diventata molto bella
-Certo, lo immagino. Ci andrò di certo. Il fatto è che conosco così bene il Perù solo perché la mia ex moglie viene da lì 
(Oh ma certo! Ora mi ricordo di lui. Mi parlò della sua storia tormentata di separazione, di una figlia che è morta, delle battaglie legali per l’affidamento del figlio, del judo a livello agonistico...ma certo
è lui! L’unico sconosciuto a cui abbia dedicato un mio post l’anno scorso. Non so neppure come si chiama. Chissà se si ricorda di me o mi sta dicendo queste cose pensando davvero che io non le sappia già)
-Il mio viaggio del cuore rimane quello in India, ma non perché sia tornata cambiata. È stato lì che ho
capito che la democrazia basata su una forma di sottomissione religiosa può essere deplorevole quanto quella americana basata sulla sottomissione al consumo illimitato
-Vero. Ma io per l’india non sono ancora pronto
Abbiamo continuato a chiacchierare di cose del tipo che aveva perso venti chili (ecco perché non l’ho subito riconosciuto!), del judo (eh si ora ricordo tutto) come secondo sport più faticoso al mondo anche se sembra totalmente statico e poi di altre cose che non ricordo ma per cui sorridevo mentre gli sbrigavo le pratiche per cui mi stava seduto di fronte. Gli ho detto che a febbraio andrò in Islanda e che mi auguro di vedere l’aurora boreale. Lui mi ha detto che è un’ottima idea. Poi ci siamo salutati e abbiamo sorriso. Non saprò mai se anche lui si sia ricordato di me mentre si chiacchierava.

Oggi 
-Ben ritrovato! 
- Ciao!
-Allora? Nel fine settimana hai stabilito una meta diversa dal Perù verso cui indirizzarti?
-Ma figurati io col Sud America ho chiuso. Però ti devo portare una cosa. Lunedì ci sarai?
-Ahimè sì. A Natale sono una tappabuchi per gli sportelli
-Allora ti porto delle foglie di coca
-Cosa!?!?
-Ma no! È del tutto legale. Serve per fare il mate. Vedrai. Quello che trovi nei supermercati non è la stessa cosa
- uh, allora grazie
-Allora chiedo di te e te la porto. Come ti chiami?
(guarda il timbro sull’atto). Lucia. Ok, ci vediamo lunedì

Era il 27 gennaio del 2018 e io scrivevo un post su una persona di cui non conoscevo neppure il nome e che pensavo che non avrei mai più rivisto. Se lunedì prossimo si ricorderà davvero di portarmi la coca per il mate saprò di non aver fatto male a dar tutto questo peso ad una persona con cui, in fondo,  ho condiviso giusto una manciata di minuti. Che spesso è proprio quello che basta per capire tutto.


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