Sola andata

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venerdì 13 dicembre 2019

Venerdì 13. O del come farsi luce

Oggi è il mio onomastico. Mi dicono essere anche il giorno più corto dell’anno, credo perché fa buio molto presto. È curioso perché il 13 è pure il giorno in cui, ad agosto, compio gli anni, ma stavolta nel giorno più lungo dell’anno. Più precisamente, il giorno con più ore di luce. Io mi chiamo Lucia. E in qualche modo mi pare tutto estremamente sensato nella sua ovvia e indifferente casualità. Non ho preparato torte in mio “nome”, ho lavorato e parlato con troppe persone, ho visto un film di cui non saprei dire nulla, mangiato una roba vegana di cui non indovinerei neppure un ingrediente. È stata una buona giornata. A me l’aria natalizia milanese, soprattutto se attraverso certe strade con le lucine che mi incantano fino a farmi perdere la messa a fuoco, rilassa e pacifica. Sono anni che per me il Natale non esiste in quanto festa in famiglia e obblighi di reciproco scambio di beni. Sono anni che faccio di questo tempo un’occasione irripetibile per starmene in modalità gatto acciambellato, che vuol dire silenzio, fatti miei, riposo tendente all’ozio, si spera, creativo.

Qualche giorno fa mi ha contattato un mio amico di vecchissima data per delle problematiche relative ad una questione terribilmente spiacevole. È stata l’occasione per ricordare tantissimi episodi che ci hanno visto assieme alle prese con gli esami all’università. Credo di dovergli moltissimo. Tra i due, l’inguaribile ottimista era sempre lui: sopportava il mio sconforto per quegli argomenti che trovavo così ostici, le difficoltà ad affrontare gli esami, i nostri reciproci fidanzati improbabili...che anni assurdi. Che bello averlo risentito nonostante lo spiacevolissimo pretesto. Ad un certo punto gli ho detto, per consolarlo, che ero sempre stata io quella pessimista e ansiosa. Non lui. Perciò in un’ipotetica esortazione alla continuità dei ruoli, ho fatto in modo che ritornasse a ricoprire quello suo di più di venti anni fa. E lui mi ha detto che era bello da parte mia.
Non ci si perde mai davvero quando certi percorsi comuni, anche minimi, hanno significato qualcosa.

Nei miei propositi di quest’anno c’era anche quello di vedere tanti film e posso dire che la mia
missione si è più che decentemente compiuta. Sono giorni che tento una classifica ma mi risulta davvero difficile. E così ho pensato di fissare le mie preferenze non in base ad un criterio assoluto di gradimento quanto ad un ricordo o uno stato d’animo ad esso associato. E così i film del 2019 che ho voglia di portarmi dentro sono questi:
1) Dolor y gloria.
Visto due volte. La prima, doppiato, col mio papà che non ama affatto il cinema e che per questo film disse “proprio bello” lasciandomi di stucco ma molto contenta. La seconda volta, da sola, in lingua originale, in un piccolo cinema che amo alla follia. La sala era vuota e io ero completamente incantata dalla recitazione, dalla storia, dalla magnificenza di dettagli e colori che corrispondono esattamente a certa estetica che mi cattura. Un film indimenticabile
2) Parasite. 
Sono entrata in sala con tutto il carico di curiosità accumulato da giorni in cui leggevo recensioni
appassionate e in preda ad ogni esaltazione mistica. Quel tempo trascorso a ricevere delle esatte
conferme mi è parso non essere davvero passato. Un film ipnotico che ha segnato una svolta nel mio modo di concepire l’idea di spettatore

3) C’era una volta...a Hollywood.
Ero in pausa pranzo, ero molto stanca. Avevo sentito voci discordanti su questo film. Ma Tarantino te lo vedi a prescindere, pure se poi devi rientrare in ufficio e farti prendere a botte dalla realtà. Anzi, a maggior ragione. Ricordo di essere rientrata in ufficio e che mi pareva diverso. Ma ero io ad esserlo. Ricordo che in quel giorno ho avuto l’esatta percezione del potere curativo, rigenerativo e stabilizzatore che ha su di me un buon film. Gratitudine

I prossimi sono i film che ho amato perché ero con amici che mi sono molto cari, o perché incarnano tutto un sistema di valori che mi riguardano completamente e mi fanno pensare al futuro come un luogo possibile. E poi ci sono quelli che parlano di famiglie estremamente disfunzionali o di una
società sfilacciata e allo sbando. Tutte cose in cui io sguazzo molto allegramente. E questi film mi hanno generosamente assecondato. E allora potrei citare, in ordine casuale di preferenza:
- Glass
- La fattoria dei nostri sogni
- La vita invisibile di Euridice Gusmao
- Burning
- Ema
- J’accuse 
- Martin Eden
- La mafia non è più quella di una volta
- Tony story 4
- Il sindaco del rione sanità

Bene. Direi che ormai anche quest’anno ce lo siamo levati dal...e se ci penso bene vedo tanta luce proprio  col buio.  Meglio se in sala. Che importanza vuoi che abbia un  venerdì 13 che si propone come il giorno  più corto dell’anno, se ti chiami Lucia e ami pure il buio?


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