Sola andata

Sola andata

mercoledì 3 marzo 2021

Del guadagnarsi le proprie strade perdute

Ho un sacco di giorni di ferie dell’anno precedente da dover usare entro i prossimi due mesi. In passato erano il mio pretesto migliore per fare un bel viaggio lungo, molto spesso da sola - anche se poi ho smesso per ragioni alle quali ho giocoforza dovuto arrendermi: certi pregiudizi culturali sono molto duri a morire e i rischi ai quali si accompagnano posso assicurare che farebbero arrendere anche le più temerarie. Perlomeno questa è stata la mia esperienza. Oggi mi ritrovo a dover gestire tutto questo tempo “accantonato” giusto per sbrigare un po’ di faccende legate al mio prosaico quotidiano, per camminare, riposare, cucinare e mangiare cose buone, stare zitta e non costringermi ad ascoltare per obbligo o necessità. Mi piace lo stesso. 

Tanto tempo fa, avevo circa 27 anni, feci una cosa: mi licenziai dal mio lavoro di allora, lasciai le Marche ­– splendida regione nella quale sono vissuta per due anni – e mi misi a studiare per preparare l’esame di ammissione al dottorato presso l’università dove mi ero laureata ben tre anni prima. Avevo soltanto un mese per provarci e sui miei vecchi testi di economia c’era una coltre di polvere sedimentata da anni di altrove e di dimenticanza. Ma io volevo conseguire il mio dottorato ad ogni costo. E così stabilii un programma serratissimo di studio matto e disperatissimo: mai nella vita credo di aver mai studiato così tanto e con tale intensità e rigore. A quella prova mi classificai prima e credo che neppure i miei genitori abbiano mai creduto che si trattasse davvero di una selezione seria e trasparente. E invece lo era e la mia motivazione granitica mi restituì i frutti di quel mese assurdo. La verità è che il mio scopo era soltanto uno: ritrovare il mio vecchio prof. Ci sono persone che non smetteranno mai di significare moltissimo per noi, che hanno avuto una presa speciale, che va oltre lo stesso interesse per l’insegnamento e il sapere che ci trasmettono. Io ho sempre saputo che non sarei mai stata una buona economista e anche lui), ma ci tenevo ugualmente tantissimo ad averlo come mio tutor per tre anni e ascoltarlo e interagire con lui. Poi sarei andata via, mi sarei inventata qualche altra cosa per mantenermi, ma quel tempo lì doveva essere mio e dedicato un po’ anche a me. Più di tutto ricordo che una volta mi disse “Lucia, tu hai un intuito che ti porta sempre dalle parti buone. Ascoltalo sempre”. E poi che mi prendeva sempre in giro per la mia insana passione per Moretti (anche lui andava in giro per Napoli con una vespa blu e pure nel modo di fare lo trovavo profondamente “morettiano”). E poi un giorno appese persino un poster di “Caro diario” nel suo ufficio. Ricordo che gli unici momenti in cui mi pareva che si annoiasse ad ascoltarmi era quando gli portavo il mio lavoro di ricerca…nel quale non credevo neppure io, peraltro. Per il resto avere a che fare con lui era un momento sempre irripetibile, interessante, divertente, di confronto ed emozionante per me. A ciascuno i suoi miti. Il mio è stato lui per un tempo imprecisato della mia vita. E l’ultima persona che ho salutato prima di salire a Milano. Sono passati tanti anni da allora. Ancora oggi mi chiedo quale molla mi mosse ad indurmi ad investire tutto quel tempo in qualcosa che sapevo non essere in alcun modo la mia strada e che avrei pagato in faticosi “riaggiustamenti” successivi della mia vita. Eppure quegli anni lì, da matricola che approdò in una facoltà in cui manco sapeva cosa si intendesse con la parola Erario, a quell’esame di economia politica che proprio il mio futuro mito mi fece ripetere tre volte, alla tesi, al master dove ancora lo ritrovai, fino al dottorato…li rifarei tutti. Pari pari. Anche al posto di ogni altra scelta giusta mai compiuta.

Ho un sacco di giorni di ferie da usare a casaccio. Se potessi riempirei uno zaino e andrei in posto a caso tra quelli in promo sulla vetrina dell’agenzia di viaggi della coop. Uno di quelli a cui non avrei mai pensato né scelto. Ma è grazie a certi itinerari non scelti che io torno sempre con i ricordi migliori. E invece adesso non so proprio come sbagliare strada almeno una volta ancora…

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