Sola andata

Sola andata

martedì 9 marzo 2021

Mi pare ieri

 Esattamente un anno. Per me il senso del tempo è sempre stato motivo di disagio: i passaggi temporali riesco a scandirli solo attraverso delle svolte che abbiano il potere di modificare la mia percezione di certe scansioni. La vita che procede lineare, senza scossoni, ha in sè la placida fissità di un tempo che pare non voler restituire un senso. Non so se sia un bene o un male. La mia sensazione però è stata questa. Un anno esatto. Cosa pensai in quello strano giorno in cui il direttore del mio ufficio mi faceva presente che neppure in un ufficio vuoto sarei stata autorizzata a lavorare? Come mi sembrò sapere che non si poteva neppure andare a correre in aperta campagna senza essere giudicati degli untori o assassini e che per fare la spesa era necessario preventivare una media di un’ora e mezza di attesa in fila. Cosa ha significato per una persona sola e molto lontana da casa gestire una simile anomalia collettiva? In verità io non lo so bene. Ora che provo a ricordare mi pare quasi che sia successo ieri e, dall’alto di una condizione che considero tuttora estremamente privilegiata e fortunata, direi che avere un’indole solitaria abbia giovato . È passato un anno che mi pare a malapena un lungo ieri e io sento di stare così: bene senza credere davvero che sia vero, male senza il coraggio sufficiente per ammetterlo. Avrei voluto innamorarmi ma non è certo colpa della pandemia se non è successo. O forse è successo e l’ho semplicemente voluto scordare. Ecco perché sto bene. Ecco perché non credo sia vero. Tutto il resto mi pare invece ancora abbastanza sopportabile.

Una delle cose che ho ripreso a fare appena è stato possibile è stato tornare ad esplorare quei meravigliosi “nidi” di materno accudimento che sono alcuni centri benessere che ho scoperto da quando vivo a Milano. Questo in zona Corvetto mi ha conquistato: un massaggio riuscito, le tensioni che si allentano, il senso di leggerezza e benessere ad ogni pressione sapientemente dosata. Che meraviglia! Quanto è brava S. Ricordava Persino che un po’ di tempo fa avevo apprezzato il cuscino con i gusci di ciliegie riscaldato che mi aveva fatto tenere sotto il collo. Me lo ha fatto trovare pronto anche oggi per farmi una sorpresa.

Tra un paio di giorni proverò a tornare giù dai miei. Non so se mi sarà consentito, ma ci voglio provare lo stesso.  Manco dalla scorsa estate, e dopo una faticosissima ristrutturazione di un bagno ancora pieno di difetti. Nel frattempo, e senza una ragione precisa, ho preso ad addormentarmi sempre più spesso sul divano piuttosto che nel mio lettone sul soppalco: mi fa sentire come un’ospite in una casa che non mi è familiare e la cosa mi diverte molto. In freezer ci sono ancora due fette della mia cheese cake proteica e tutte le porzioni di verdura per soddisfare il bisogno di una intera settimana sia per pranzo che per cena. La valigia è già pronta. Vorrei riuscire a trovare una serie pazzesca almeno quanto Bo Jack e trovare ritmi di lettura meno pigri. Ho ordinato degli abiti on line che mi stanno esattamente come speravo. E pure degli alimenti funzionali, beveroni buoni ma dal contenuto imprecisato e strane polverine energizzanti che spero siano legali.

Esattamente un anno. Mi pare ieri. Succede. Persino ai giorni che hanno tentato in ogni modo a non essere tutti uguali. 

Non ci sono riusciti



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