Sola andata

Sola andata

mercoledì 20 ottobre 2021

E “se” il vero disegno fosse la scelta dei colori?

 A volte mi diverte pensare ai possibili what if del destino come alla tavolozza di colori dai quali attingere per cimentarci a tratteggiare disegni mentre ne stiamo colorando degli altri. A dire la verità non saprei neppure da che parte cominciare, visto che in ogni caso dovrei includervi un lavoro, un qualche tipo di affetto, delle passioni più o meno autentiche, un atteggiamento mentale privo di ambiguità  verso il “creato”… in fondo ipotizzare scenari alternativi è un esercizio, certo molto divertente, ma che per risultare plausibile è necessario stabilire delle regole, porsi dei limiti ragionevolmente credibili e individuare un percorso verosimile. Altrimenti si rischia la mera utopia, il desiderio che non aspira ad alcuna realizzazione, un sogno che è tale solo perché ha temuto troppo la realtà.

Se dovessi ricercare un mio punto di partenza di certo comincerei da tutti quei “No” perentori e categorici, frutto di una educazione castrante e scellerata, della quale non attribuisco la colpa a nessuno, ma che ogni tanto sento risuonarmi dentro in forma di umiliazioni troppo pesanti per una bambina costretta a sopportarle tutte da sola. Comincerei da quei “No” a richieste che non farei più così da trovare il modo di ottenere quello che voglio senza farlo sapere a nessuno. Inventandomi delle strategie di autonomia precoce. Comincerei fin da subito ad aiutarmi da sola, in modo tale che il punto bambina tristerrima sarebbe by passato del tutto.

E poi farei il classico, che non c’è niente di più figo di chi ha fatto il classico. Lo scientifico ne sarà sempre la sorella povera e rachitica. Inutile affermare  il contrario.


Non soffrirei mai per amore. Mi attiverei per riconoscere chi, tra tutti, non temesse l’attesa e  ogni possibile ostacolo tra di noi.Come se questo dipendesse davvero da me. Però chissà, forse è proprio così che succede quando ti vuoi bene e decidi che sia il caso di pretenderlo a prescindere dai tuoi meriti effettivi.


Non avrei mai giocato a pallavolo. Credo di essere stata la peggior pallavolista della terra. però sarei stata una discreta atleta. E quindi dei genitori bravi mi avrebbe messo in una palestra già a cinque anni. Tanto mi conosco, mi sarei allenata come una pazza e come un automa.


Mi iscriverei a lettere classiche e non mi preoccuperei mai delle prospettive lavorative o di eventuali ambizioni da coltivare successivamente. Godrei di ogni esame per il solo gusto di crescere un po’ di più. A volte mi pare di lavorare per il solo fatto che mi vergognerei a dire di essere disoccupata più che per la paura di non riuscire a mantenermi.


Proverei a stare sempre molto lontana dalla provincia, che ai miei occhi è come un cancro che fagocita ogni  sguardo attivo e aperto sul mondo. La provincia, soprattutto quella meridionale, è un grosso guaio di cui ti accorgi davvero solo allontanandotene. Questa parte del mio destino la conserverei con moltissima cura.


Risparmierei ancora meno di come faccio negli ultimi anni e proverei ad investire ancora di più e meglio in qualità del mio tempo: viaggerei il doppio, frequenterei più corsi, comprerei più “esperienze.


Non vorrei mai dei figli né formare una famiglia. Lo so. Lo sento. Mi piace star sola anche in un altro “mondo” possibile. Ma vorrei che mi fosse concesso ugualmente di amare qualcuno/qualcosaHo come l’impressione che questo rimarrà il solito anello debole della mia vita, questo senza “if” e senza ma.


Vista così, con lo sguardo distanziato di chi vede il disegno d’insieme, sarebbe stata una vita possibile, normale, giusta, tranquilla. Non ho grosse pretese neppure quando lavoro di fantasia. O forse sarebbe stato davvero chiedere troppo, chi lo sa, oppure  –  più semplicemente - tutto quello che accade è giusto così come ha deciso di essere e non ha senso provare ad immaginare “disegni alternativi” a quelli già imposti e che ci è concesso solo di combinarne di tutti i colori di cui siamo capaci.

Per poi sfumare. Come soltanto la luce può fare



 

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