Sola andata

Sola andata

mercoledì 8 dicembre 2021

Puoi farli anche tu (?)

 “Puoi farli anche tu”. Questo c’era scritto, quando vi leggevo da piccola, nella parte laterale del pacco famiglia. Trovavi tutta la ricetta e pure il procedimento per fare le Macine in casa, piuttosto che comprarle e godere immediatamente di un biscotto per il quale il mio stomaco avrebbe avuto capienza illimitata. Mi chiedevo sempre che senso avesse fornire la ricetta in modo che poi si rischiava che i clienti avrebbero evitato di comprarli confezionati. Semplice: quella era la prova che non era possibile riprodurre autonomamente la sublime perfezione di quel prodotto. Non soltanto perché l’industria si avvale di tecnologie di produzione e di tipologie di ingredienti diversi. No. C’era qualcosa di profondamente diverso nell’esperienza stessa di aprire quel bustone meraviglioso che da piccola mi pareva gigantesco con i biscotti a disposizione per l’eternità, metterci il naso per sentire quell’esplosione di aroma di panna, burro, vaniglia…prima di pescare a piene mani in quei mille biscotti dalla forma impeccabile. È da quel tempo lì che mi è chiaro l’inganno dell’espressione “puoi farlo anche tu”. Non è vera, o meglio lo è se non pretendi di ottenere esattamente lo stesso risultato.

Vedi, amore mio, è da allora che penso a te come  a quell’ingrediente necessario non a fare la differenza ma, al contrario, a rendere possibile la mia idea già collaudata, proprio come una ricetta che funziona, di coppia. La “Macina”  che posso davvero riuscire a riprodurre esattamente anche io. Proprio come la voglio io. Ed è per questo che non ti cerco più pur in questa mia attesa un po’ ingenua: l’ho fatto inutilmente fino ad ora, ma so per certo che esisti, che anche tu hai la tua ricetta perfetta con l ‘ingrediente mancante e che fino ad allora ti consolerai con quello che si trova e che in fondo arriva pure a saziarti. Ti prego non accontentarti. Resistiamo a questo finto appetito. No, scherzo. Fa’ come credi. A ciascuno il suo percorso.

Le lucine dell’albero sono incantevoli. A Milano il mio addobbo domestico è tutto concentrato sul forno a microonde e invece qui dai miei è faccenda vissuta molto seriamente. È così da sempre e io non capisco perché su di me questa strana fascinazione non abbia attecchito. In realtà sono tante le cose che non sono riusciti a trasmettermi e altrettante quelle da cui ho preso distanze siderali,  come se poi fosse normale che se una cresce all’ombra di certe convinzioni poi necessariamente debba portarsele dentro come degli ingredienti necessari. A proposito di ricette e di prodotti fatti in casa. Mah, sarà tutta una questione di dosi consigliate o il metodo di cottura, sarà la materia prima…chi lo sa che cosa porta davvero alla riuscita o meno di qualcosa, nel modo in cui l’abbiamo pensata noi, partendo da una condizione iniziale predefinita e calcolata al millesimo. Forse niente di tutto questo. Forse più di tutto conta quel magico scarto temporale tra il profumo prima dell’assaggio e la conferma o meno del sapore che si era immaginato. Quanto può durare quello scarto? E cosa c’è davvero in quell’intervallo fatto di sensazioni e di attese? Che importa che possa esserci di meglio se per me il meglio rimane incastrato già tutto lì dentro?

“Puoi farli anche tu”. No, se avessi potuto credo che non avrei più smesso. Ma ne conosco le sensazioni e il sapore. Così bene che non li posso scordare. E per ora, in fondo, mi pare già abbastanza.


2 commenti:

  1. io sono rimasto a: l'immagine serve solo a suggerire il prodotto!
    credo sia ugualmente ingannatorio

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