Sola andata

Sola andata

sabato 25 dicembre 2021

Se non ci fossi tu che non ci sei

 Caro Babbo Natale,

Ti scrivo perché da quando ti conosco non mi sono mai posta davvero il problema della tua esistenza. Non credo neppure in Dio eppure anche lui conserva una tale e costante incidenza nella mia vita che trovo paradossalmente piuttosto irrazionale fare la scettica con te che pure hai dato motivazioni e speranze ad una bambina che ha cominciato piuttosto male. Mi ha fatto bene pensarti allora, continua a consolarmi farlo adesso, a una età che pare non avere più pretese e in cui mi sento in diritto di lasciar correre, prendere quel che c’è senza pensare cosa altro potrebbe esserci di meglio, come potrei cambiare il modo di fare o guardare le cose che mi stanno intorno. Ti confesso di essere un po’ stanca. Di quella stanchezza che non ha vere ragioni, che non merita premi di produzione, che sente la fatica non tanto di ciò che è stato fatto quanto di quello che non si ha più voglia di ottenere. 

Sono anni strani questi dopo i quaranta e non mi riferisco solo agli ultimi due sui quale  nessuno avrebbe potuto muovere neppure le più vaghe ipotesi di previsione. Anzi, in fondo per noi persone tendenzialmente introverse, è stata una occasione irripetibile di esprimersi al loro meglio. Ricordo i primi tempi del lockdown più come una irripetibile avventura che come una privazione della mia libertà di movimento. Quello che è accaduto dopo, molto più amaramente ha rappresentato una lenta e inesorabile degenerazione in cui il conflitto, il vaneggiamento, il logorante perpetuarsi di una situazione da cui non si riesce a venir fuori è stato invece molto snervante. Ci sono persone a cui non voglio più bene, forme di rancore di cui non mi credevo capace, affetti che ho smesso di provare all’improvviso e senza appello. Scoprilo non mi ha fatto piacere. Ma vabbè. In realtà mi rammarico molto di più aver azzerato anche la sola ipotesi di poter conoscere il mio qualcuno del cuore. Ma poi mi ricordo che è così che continuo a prendermi in giro. Io non voglio conoscere nessuno. Non ne ho proprio voglia. Non funziona così, con l’esercizio della volontà. Lo so da sempre, fa parte di me. Al contrario, forse sono stata fortunata a restarmene lontana da chi mi sarebbe rimasto nel cuore senza poterci stare davvero. Evviva gli amori mai nati, se poi non sarebbero sopravvissuti.

Caro Babbo Natale, non vorrei annoiarti col mio modo un po’ fumoso di raccontarti a cosa penso quando arriva questo momento dell’anno in cui tu ti dai da fare ad inculcarci quel mood spirituale da occhi incantati davanti alle lucine intermittenti e plaid a quadroni. Io invece in questo momento sto rivedendo tutte le puntate di Bo Jack, una delle poche cose che mi hanno veramente cambiato la prospettiva in questi anni. Non scherzo. Eppure a vedermi mica penseresti che stia messa così. Manco l’ho trascorso da sola questo Natale e ho cucinato cose che giusto una moglie devota degli anni ‘50…tutto regolare, pulito, in ordine. Normalissimo. Lo capirei se ad un certo punto ti chiedessi da  quale punto in poi ho smesso di credere in te. Credo da quando ho imparato che la maggior parte dei miei desideri di sempre erano fasulli. Puoi immaginare quanto sia più frustrante ricevere un brutto regalo che non averne per niente? Hai idea dell’ingombro, la confusione, il non sapere  che farsene? Un giorno ho deciso di fare spazio e mi è rimasto il giusto. Assieme ad un sacco di posto tutto nuovo che non ho alcuna intenzione di riempire. Tutto lavoro in meno per te.

Caro Babbo Natale. Non so quanto ti sia di sollievo il fatto che esistano anche persone che ti scrivono dicendoti che non gli servi, che non hai nulla da portare loro pur restando una figura fondamentale per ridisegnare dei nuovi orizzonti personali. Vorrei che avessi il potere di portarmi delle occasioni da riconoscere, del tempo da non sprecare ancora, un primo pensiero fisso del mattino da gemellare con l’ultimo della sera, la capacità di perdonare e perdonarmi, e come sempre qualcuno che non mi renda così lieve la solitudine.

Caro Babbo Natale, la lettera di una quarantacinquenne che si barcamena tra Bo Jack e Zerocalcare non impiegherai molto a classificarla. Non ti chiederò mai con quale etichetta. Mi basta sapere che ti sia preso del tempo anche solo per prenderla in considerazione.

Grazie caro Babbo Natale. Se non ci fossi tu…



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