Sola andata

Sola andata

domenica 19 dicembre 2021

Ritrovarsi in una ricerca (di mercato)

 La verità è che mi diverte sempre molto. Me lo dice sempre e io mi chiedo ogni volta quali siano le ragioni reali per cui continui a conservare questa opinione di me.  Dice che non posso mancare perché i commenti e le considerazioni che fornisco sono per “loro” un apporto qualitativamente significativo. La cosa è questa: qui a Milano (credo si facciano solo qui è un po’ forse a Roma) ci sono dei repertori che contattano persone a cui chiedere pareri sulle potenzialità di un prodotto che sta per essere lanciato. Di solito si tratta di interviste della durata di due o tre ore durante le quali un esperto (di solito uno psicologo) fa delle domande anche molto strane da cui dovrebbero emergere punti di forza, debolezza, idee per uno slogan vincente, un packaging azzeccato, un concetto pubblicitario rappresentativo del pubblico verso cui si orienta…cose così.

Da anni ormai partecipo a queste cose che mi divertono da matti e che trovo interessantissime. E per questa cosa deliziosa che non mi pesa mai mi regalano pure un sacco di buoni Amazon che giro al papà con grande sua gioia. Questa settimana ne ho fatte tutti i giorni e in una occasione una psicologa mi ha detto che avrebbe rubato una mia espressione per proporre uno slogan spacciandolo per suo. Ho trovato la cosa molto lusinghiera, tanto più se penso che non ho dovuto far nulla per meritare il valore che mi è stato attribuito: non ho dovuto prepararmi o addestrarmi, mi sono limitata ad esprimere un parere sulla scorta di quello che  mi suscitavano gli stimoli della professionista e così ho inventato al momento espressioni, reazioni, evidenziato punti di forza e di debolezza…cose così. Comodo essere spendibili sul mercato limitandosi ad essere semplicemente se stessi. Per trovare lavoro ho dovuto studiare per secoli, dimostrare di averlo fatto con un concorso da vincere, continuare a studiare per dimostrare essere costantemente in grado di farlo. Per migliorare la mia condizione fisica mi sono allenata con costanza, anche quando non mi andava, ho modificato la mia alimentazione, fatto cambiamenti e tentativi continui senza mai cedere. Per il resto mi ritengo una persona irrimediabilmente sgangherata, inquieta, irrisolta, senza talenti naturali o accesa dai sacri fuochi dell’ambizione. Sono una persona che non cercherei se non mi portassi dietro ovunque e spesso controvoglia. Nulla ho raggiunto senza un percorso o una preparazione. Tranne questa cosa qui, che mi chiamano per sapere come la penso su una certa cosa perché il mio parere ha valore, prima per loro e poi anche per me. E tutte le volte penso che il mercato sia una fantastica trappola proprio per questo: mi fa credere di essere importante per il solo fatto che sapere come la penso io ha un valore moltiplicativo sui suoi profitti. E a me in fondo sta bene così: vedere in anticipo il lancio di un prodotto nuovo, individuarne punti di forza e di debolezza, addirittura indicarne il prezzo giusto al di sopra (o al di sotto) del quale non lo comprerei…mi fa sentire depositaria di un certo potere “gratuito” che a volte apprezzo più di quello “meritato” perché mi pare un regalo simile all’amore: immotivato.

Non saprei dire di preciso come mai quella mia reperitrice si ritrovi questa valutazione di me tra le mani, probabilmente perché più che come sei conta come hai fatto a diventare quello che sei e allora ha valore pure quello che hai fatto con fatica e allenamento. E a quel punto non è proprio vera la cosa che sei spendibile pur senza aver fatto nulla per esserlo. Lo hai fatto altrove e poi si vede anche lì. Però buono. Mi piace l’eterogenesi dei fini con ricadute positive anche fuori dal tuo campo di applicazione. Potrei persino abituarmici. Meglio di no. Potrei rischiare l’amara sorpresa che, proprio in quel momento, nessuno avrebbe più alcun interesse a sapere come la penso. Chissà…

Nessun commento:

Posta un commento