Sola andata

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domenica 16 ottobre 2016

Le ragioni del "chitticrede"

Il problema è uno e dal mio punto di vista sacrosanto. Ci sta un paese che viene chiamato ad esprimersi su una questione che in tantissimi non sentono come propria, che non comprendono fino in fondo, di cui non sono ben chiare le conseguenze e che rimane come questione secondaria rispetto agli affanni quotidiani, le cose che Bettarini e un altro imbecille si sono detti nella casa del grande fratello, lo sport, l'arte...ci sta una vita da vivere e può essere una gran seccatura adoperarsi per occuparsi di cose di cui non comprendiamo bene il valore, la portata e le conseguenze.

Detto questo, siamo dei cittadini e prendere una posizione in un sistema apparentemente ancora democratico può essere fortemente consigliabile.
Ecco come provo a fare io. Le ragioni del no mi convincono all'80% per cui, a meno di ritrovare nel rimanente 20% dei bonus particolarmente incentivanti, voterò no. Il punto è esattamente questo. Renzi è un neo-democristiano e sa come funziona il meccanismo psicologico del votante non ancora perduto del tutto. Sa che tutti noi abbiamo un prezzo e che in un sistema fatto di categorie definite e con grado di malcontento elevato, questo prezzo è facilissimo da definire e pure da pagare. E difatti proprio sulla scorta di questa semplice idea si sta muovendo. Tra ieri e oggi pare che abbia accontentato più o meno tre quarti del paese, ha trovato soldi per tutti loro e raccattato nella rosa di nomi ridicoli e indecenti a favore del si pure delle persone di tutto rispetto e credibilità.

Io continuerò a votare no, proprio perché ho capito questo giochino infame che per quel che mi riguarda ha solo ulteriormente ridotto quel mio 20% di incertezza. Ma sono quasi sicura che sarà inutile. Che vincerà il si e che soltanto allora si capirà perché Renzi ci tenesse così tanto.

Confesso che a me il tema continua ad appassionare poco, perché la Costituzione  è alquanto disapplicata pure adesso che è ancora tra qui noi..e quindi amen...

Per ora mi sconcerta di più la finta indignazione per un modello culturale che ci portiamo ancora addosso tutto intero mentre crediamo di aver fatto progressi. Altrimenti perché dovremmo assistere ad un dibattito tra Hillary e Trump esclusivamente basato su sesso e potere economico (mentre Qui da noi, molto più modestamente ma con lo stesso spirito, Bettarini e il deficiente si raccontano cose che il 90% dei maschi italiani pensano)?
Noi molto banalmente siamo questo. O perlomeno quello che ci rende statisticamente rilevanti è questo e non altro. La parte "evoluta" del mondo ha in realtà bisogno di pochissimo. Ed è questa la fortuna di chi aspira al potere: bastano strategie molto elementari per attirarne il consenso.

Intanto io provo a continuare ad indignarmi davvero per come ancora oggi gli uomini considerano le donne e sul concetto di partecipazione. Ma ancor di più me ne starò per conto mio ad immaginare l'utopia anarchica.

  "...Certo bisogna farne di strada da una ginnastica d’obbedienza fino ad un gesto molto più umano che ti dia il senso della violenza però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni..."


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