Sola andata

Sola andata

giovedì 22 luglio 2021

Che male c’è? Tutto quello che vedi

 In fondo è abbastanza divertente pure questa cosa di passare per la no vax che non sono mai stata. E’ davvero curioso quanto sia facile scatenare facili livori anche semplicemente facendosi portavoce di semplici perplessità, intime paure, forme alternative di rispetto verso un problema collettivo. E’ divertente perché mi dice molto del punto in cui sono, delle scelte che ho fatto del mio preferire stare per i fatti miei nonostante non mi definirei affatto una misantropa musona. E’ vero, non ho voglia di fare il vaccino. Non ancora. Mi piacerebbe che fosse meglio collaudato, che non contemplasse tutti quegli effetti collaterali di cui sento quotidianamente parlare dalle testimonianze dirette che ho. E vorrei che funzionasse davvero per abbattere la pandemia, cosa che al momento non è avvenuta visto che i contagi stanno di nuovo aumentando e si parla per l’ennesima volta di zone da colorare. Intanto io non mi sono mai ammalata di niente, neppure di un raffreddore, e continuo ad adottare le solite cautele di quando non c’era un vaccino e neppure le strane varianti che ai miei occhi hanno una curiosa correlazione con lo stesso. Non essendo un medico osservo i fatti con l’umiltà “presuntuosa” di chi pur non sapendo non può essere smentito. Non mi avventurerò in alcuna motivazione: so di avere torto e che sarebbe meglio sposare la causa del vaccino perché altrimenti faccio “free ridinge non è etico, perché potrei davvero ammalarmi e allora un po’ me la sarei cercata, perché potrei muovermi con più libertà e favorire il ritorno alla normalità. So di avere torto. Eppure sento ancora di dover dare retta alle mie ragioni. Certo, se fossi un medico o un’insegnante era fuori discussione, se avessi voluto assecondare il delizioso corteggiamento del mio giovanissimo ammiratore su Instagram sarebbe stata una doverosa forma di cautela, se dovessi fare un bel viaggio o trovassi imprescindibile una vita sociale forse avrei trovato del tutto normale il sacrificio di un vaccino non perfezionato. Ma per il momento vivo questa sospensione della mia esistenza come il decorso più naturale di una fase lunga ma necessaria in cui lo spazio per la riflessione e la riconsiderazione di ogni priorità è stato splendidamente occupato e goduto. A conti fatti credo che la sola cosa che ho davvero imparato da tutta questa assurda esperienza è quella di rimanere fatalista: chi si è ammalato ed è morto quando nulla ancora si sapeva di quello che stava accadendo è stato  semplicemente più sfortunato di noi altri e che chi sopravvive non ha comunque titolo a credersi salvo e fuori pericolo. Che senso ha relegare ogni pensiero del giorno a componenti così aleatorie? Che senso ha vivere solo per salvarsi la vita? Credo che sia questo che con parole struggenti e concetti meglio articolati ribadisce Aldo Nove tra gli scherni di detrattori impietosi.

A me non importa vivere ancora limitata nel mio spazio di manovra. Le cose che mi interessano le ho tutte con me. Le persone che ho voglia di abbracciare le conto su una sola mano: farò presto a rintracciarle quando sarà possibile. Mi fa più specie pensare che mentre la priorità della salute collettiva domina su ogni altra questione del vivere attuale ci sia stato un uomo delle istituzioni che in un bar della provincia ha sparato e ucciso un giovane uomo di colore perché dava fastidio ai tavolini. 

Io ho un rapporto strano con la salute. Quando sto male è perché ho qualcosa di rotto dentro a cui non so mai dare un nome né una cura fatta di pillole o tempi certi di recupero. Di solito provo a scriverci sopra, a camminare per ore ed ore sperando che con l’affanno e la stanchezza passi. Raramente riesco a dormirci sopra. Se esistesse un vaccino per certi tipi di malessere probabilmente nutrirei per esso le stesse perplessità di quelle contro  il covid

Credo  di avere un  rapporto anomalo con il dolore. Certe volte mi pare un male necessario, altre una fatalità inevitabile. Certe volte invece mi basta semplicemente aspettare. Essere fatalisti aiuta quando le certezze sono scadenti e le vite di ciascuno raccontano storie troppo diverse per essere controllate tutte assieme come se fossero una massa omogenea di entità indistinte

1 commento:

  1. Per quello che ho capito la vaccinazione non abbatte la pandemia, riduce di molto gli effetti più pesanti (lo si sta vedendo ora in UK, sono curioso di vedere come andrà da noi: la curva dei contagi può schizzare in alto, non dovrebbe essere altrettanto per le ospedalizzazioni, le terapie intensive e i decessi: la differenza fondamentale è questa).
    Ho qualche dubbio sul discorso green pass e libertà di movimento.
    Comunque io mi sono vaccinato, senza entusiasmi, con qualche timore (ma se leggo il bugiardino di qualunque farmaco dovrei non prendere nulla) e anche un pizzico di soddisfazione e speranza che fosse un gesto per tutelarmi e uscire da un anno e mezzo di morti, di sofferenze, di paure.

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