Sola andata

Sola andata

mercoledì 28 luglio 2021

Aspetto. In fondo è già così tardi

 Mi piacerebbe capire un po’ meglio cosa sta davvero succedendo. Per me sarebbe facile assecondare una richiesta che forse non mi costerebbe nulla, visto che godo di ottima salute, sono forte e non mi ammalo mai. Eppure non mi va. La trovo una costrizione così ingiusta, ricattatoria e punitiva che il mio senso di rifiuto a prendere un appuntamento e farmi questo vaccino è diventata quasi una forma di protesta dispettosa. Al punto che neppure l’ipotesi di non poter più andare al cinema, viaggiare e fare quelle quattro cose che adoro fare in mezzo agli altri costituisce un deterrente alle mie resistenze. Mi sento offesa, oltraggiata, discriminata e soprattutto continuo a non essere convinta della assoluta sicurezza ed efficacia concreta del prodotto. Per cui, potendo ancora scegliere, preferisco non vaccinarmi. Se i contagi stanno aumentando non è certo per colpa mia, questo è poco ma sicuro. E poi mi rimane ancora da capire perché si possa entrare in chiesa senza il green pass. Se nessuno me lo spiega bene, ma proprio bene, io non capisco perché dovrei trovare sensato averne uno per entrare in un cinema vuoto. Il diritto a non vaccinarmi ai miei occhi rientra nello stesso dibattito sulla necessità di fare figli altrimenti la specie si estingue, o sul diritto a sposarsi o di divorziare. Ci sono delle aberrazioni antropologiche a cui non ho alcuna intenzione di piegarmi: ho sempre saputo che non avrei voluto dei figli, che il matrimonio è una distorsione individuale e il divorzio l’inutile conseguenza del primo. Eppure non mi ha mai neppure sfiorato l’idea che bisognasse pensarla come me. Non c’è nulla di socialmente pericoloso nel decidere di non vaccinarsi se si adottano le stesse importanti cautele di quando il vaccino non c’era. Gli studi lo dimostrano: mascherina, pulizia, distanziamento sono sufficienti. Soltanto i soggetti fragili e gli anziani hanno un rapporto beneficio/rischio così elevato da giustificare la forte raccomandazione a vaccinarsi. Per tutto il resto esiste, come sempre, il destino cinico e baro. 

A parte questo tutto bene. Tra poco andrò in ferie e proverò a pianificare qualcosa di nuovo da fare e per cui impegnarmi durante il prossimo inverno milanese, ammesso che sia ancora possibile ipotizzare un futuro anche a brevissimo termine. Forse deciderò anche io di fare smart working, se sarà ancora possibile,e stavolta me ne starò giù al sud in un ambiente molto più confortevole, nessun vicino argentino rompi timpani e menosolitudine dentro cui cercare un riparo ormai troppo familiare. Forse il momento di includere anche una simile possibilità, in un periodo che offre un range di scelte che per me si sta facendo sempre più ristretto, potrebbe essere l’ideale. Se non posso fare più nulla qui a Milano, tanto vale decidere di trasferirmi in una gabbia” più confortevole.

Temo di aver troppa paura ad ammette che stia per farsi largo un periodo parecchio difficile per me, molto più di quanto la mia percezione sia disposta ad ammettere. E la cosa comincia un po’ a spaventarmi. Sono davvero troppo stanca per riuscire a formulareuna rilettura edificante di tutto quello che mi circonda, con questa mia smania di individuare ad ogni costo almeno dei fattori di crescita e di consapevolezza. Stavolta non ce la faccio. 

E poi tornerà il tempo in cui il bisogno di andare più lontano possibile si farà di nuovo prepotente, o di provare a non aver paura di cercare una storia vera,  forse semplicemente sarò costretta a farlo e allora anche per me arriverà il momento di vaccinarmi e riprovare a delineare un futuro con qualche possibilità in più sulla quale scommetterePotrei spingermi addirittura a chiedere un anno sabbatico o il trasferimento definitivo giù al sud, riprendere a guidare, provare ad essere utile alla mia famiglia, fare l’abbonamento per andare a Napoli almeno ogni sabato a correre a via Caracciolo come facevo un milione di anni fa. Forse invece correrei soltanto il rischio di pensare che senso abbia avuto la mia intera esistenza fino a quel momento. Che importa, tanto a me non torna mai nulla. Con o senza vaccino.A Milano o  a Napoli, come nel resto del mondo. Ci sono percorsi delle cui traiettorie non si viene mai a capo, al punto che pensi che per alcuni di noi abbia davvero senso solo il lasciarsi trasportare da quel flusso invisibile fatto di intuito e incoscienza senza illudersi che questo basti. Ma senza neppure pretendere che serva dell’altro. Se non aspettare

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