Sola andata

Sola andata

venerdì 9 luglio 2021

La forma, le formine e altri innocui inganni

 Ho comprato delle formine per fare i ghiaccioli. Una ha la forma di cactus, una di fetta di anguria e una di ananas. I miei gelatini saranno preparati con le polverine strane che faccio venire da paesi lontani e che mi illudo possano darmi carica ed energia per fare tutto quello che voglio. Certe sperimentazioni mi piacciono da sempre: l’alimentazione è un territorio affascinante che periodicamente  mi rapisce lasciandosi declinare nelle sue innumerevoli  interpretazioni: espressione e sintesi massima di creatività, salute, piacere, energia, cura, cultura, liturgia, sensualità, propensione agli altri. O semplice attitudine verso se stessi. Credo che sia questo il vero significato dell’essere ciò che si mangia.

Sono stata vegetariana per tantissimi anni. Poi un giorno, complice una cronica carenza di ferro, ho deciso di reintrodurre il pesce e temo che mi sarebbe ormai impossibile rinunciarvi di nuovo.  Per la verità in questo ultimo anno sono cambiate tantissime altre cose nelle mie abitudini e, alla prova dei fatti, devo compiacermi della forte correlazione tra il mio nuovo modo di nutrirmi e la resa in termini di prestazione sportiva. E’ stato faticoso ma molto divertente e persino interessante, malgrado il fatto che neppure questa  mia svolta salutista mi abbia impedito, in questo ultimo periodo, di sentirmi piuttosto stanca e completamente scarica


Credo di avere un’estrema necessità di mare. Di aria di mare. Di vista mare. Di passeggiate al mare. Per fortuna domani ho uno dei miei magici appuntamenti dalle fatine del benessere per unmassaggio agli oli essenziali di non so cosa e sale dell’Himalaya  (perché guai a essere il volgare sale di Margherita di Savoia). Pregusto già la mia condizione di quando sarò appena uscita da quel piccolo microcosmo in zona Corvetto fatto di musica da meditazione, aromi fruttati, voci soavi di fanciulle gentili e sempre di buon umore.  Quando finisco e ritorno nel mondo grigio che mi separa dalla metro mi pare che tutto il contesto sia meno ostile. Certe cose dovrebbe passarle il servizio sanitario.


Il mio giovane (giovanissimo) corteggiatore di Instagram continua a scrivermi e a dirmi cose carine (sono così sicura che mi cerchi soltanto su quella piattaforma che neppure mi preoccupo che possa leggere quello che scrivo altrove…e la cosa in fondo mi fa sentire molto al sicuro) e a me questo diverte molto, soprattutto perché non capisco cosa possa attrarlo di quelle mie foto così poco seduttive. Beh, bontà sua. Quando si sarà stancato di corteggiare un agglomerato sconosciuto di pixel, che per giunta non mostra nulla di interessante per un contenitore traboccante di ormoni, lo capirò senza stupirmi troppo.  In fondo sono belle pure le cose dichiaratamente finte e vissute senza aspettative illusorie o pretese velleitarie . Mi fanno ricordare di quella volta che sentii alla radio il caso di una vedova sconsolata, convinta per tutta la sua vita da sposata  di aver avuto accanto un uomo innamorato e fedele per poi scoprire, scovando per caso una scatola in soffitta, che lui aveva tenuto per anni un archivio puntualissimo di tutte le sue numerosissime amanti con relativo corredo di foto inequivocabiliassieme a loro. Fu un colpo durissimo per lei, che ormai non aveva neppure la possibilità dell’onore della vendetta. Una vita intera passata nell’equivoco e nell’autoinganno. Non riesco ad immaginare nulla di più triste.


Stasera mi cimenterò nella preparazione dei miei ghiaccioli “finti” a base di integratori e polverine magiche per stare in forze. Mi piace credere che siano gelati e mi piace altrettanto pensare che mi facciano bene. Il cervello ha sempre questa insana pretesa che debba rivelarsi realizzabile tutto quello che si desidera come possibileCome se immaginare e concretizzare rientrassero in una sorta meccanismo sequenziale perfettamente funzionante. La verità è che  questo capita solo qualche volta, e allora siamo dei fortunati che non sapranno mai abbastanza di esserlo.  Molto più spesso l’immaginazione è destinata a rimanere tale, senza contemplare alcuna realizzazione se non il materializzarsi di un pallido riscontro. Quando succede sarebbe buona regola non farci troppo caso

 

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