Sola andata

Sola andata

mercoledì 8 giugno 2016

Chi è causa del mio mal? (A parte me stessa?)

Rientra nei tentativi, sebbene di quelli fatti senza crederci troppo. La spalla è ancora molto contratta, tanto che il dolore si è propagato al braccio e io faccio pure fatica a scrivere. Ormai sono quasi certa che dovrò andare da un dottore e che farò una lunga fisioterapia, appena rientrata dalle vacanze.
Oggi ho fatto un massaggio shiatzu. È stata la prima volta per me. Mi sono messa sul futon, luci spente e un signore per un'ora mi ha fatto delle pressioni su tutto il corpo, insistendo sulla parte dolorante, zona in cui ho sofferto moltissimo, tanto che lui stesso mi ha detto che è davvero forte il blocco e che probabilmente mi saranno necessarie altri tipi di cure. Ok un po' me lo aspettavo. Però è stata un'esperienza interessante: mi ha fatto un sacco di strane domande, ma pure questo già lo sapevo. L'Oriente con questa fissa che siamo dei sistemi olistici ci buttano dentro le ipotesi più assurde per arrivare a spiegarti le cause di un qualunque male. E io un po' confido in cose così e un po' no. A me l'omino del shiatzu ha detto che probabilmente mi trascino da troppo tempo una decisione difficile da prendere e che ho somatizzato tutti i miei conflitti interni in questo blocco alla spalla. Ok...del resto come si fa a smentire affermazioni del genere? Si chiama vita dopo la culla.

Sono belli i tentativi un po' alternativi, ti danno l'idea che davvero le soluzioni ai problemi possano essere tante e diverse e che non esista solo la strada più evidente, quella più battuta, più veloce, più comoda per arrivare ad uno scopo. Già da quella volta che, adolescente, comprai un libro sulla macrobiotica e trovai sconvolgente che per ogni etto di carne occorressero circa sette chili di cereali e una ventina di litri di acqua, mi resi conto di quanto si possa essere colpevoli verso il mondo pur non avendone affatto coscienza e poi di come sia importante risalire alla radice delle nostre azioni andando ben oltre gli atti compiuti da noi stessi.

Dopo il massaggio, mi è stato spiegato che gli ( eventuali) effetti benefici si percepiscono e si consolidano entro il giorno dopo, ma data la gravità del blocco probabilmente ci sarà da fare tutt'altro. Io tendo a non usare mai la chimica per curarmi, ma non tollero il dolore troppo prolungato, mi distrae da quegli stessi tormenti che mi hanno causato il male ma nei quali mi piace sguazzare con istinto quasi masochistico. Se sto fisicamente male non riesco a concentrami come vorrei sui miei drammi esistenziali, le mie carenze affettive, sulle mie utopie represse. E forse è proprio questo quello che non mi piace del mio stare fisicamente male: mi fa scendere con i piedi per terra, mi mette a cospetto di un problema reale che devo risolvere in modo empirico e non semplicemente filosofico o congetturale. E a me questo annoia molto. Poi all'improvviso ho capito: io tendo a ricercare quella che credo essere la mia felicità soltanto attraverso l'elaborazione di dolori di cui amo flagellarmi, quelli che mi sono scelta con cura mano a mano che gli anni passavano e che loro mi attraversavano.
Io, forse, non voglio stare bene sempre e comunque. Voglio star male a modo mio, come diceva l'adorato Troisi, quando si lamentava di non provare "quella sofferenza bella" che non riusciva a provare e che noi fanciulle romantiche chiamiamo mal d'amore.

Il guaio è che, secondo l'omino dello shiatzu, se a me piace star male così poi è inevitabile che la mia schiena un giorno o l'altro venga a dirmi quanto sono stupida a non pensare che nel dolore non ci sia altro che dolore...

Grazie omino dello shiatzu. Non mi hai guarito una mazza, ma mi hai liberato canali energetici nuovi. Per tutto il resto ci sta la medicina occidentale. Per fortuna.





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