Sola andata

Sola andata

giovedì 14 dicembre 2017

Ho preso nota. Ancora non so quanto stonata

Ho deciso di non farlo più. Non credo sia molto onorevole che rilegga i post passati, spesso compiacendomi di quello che pensavo. Confesso di averlo fatto tutte le volte che fb mi ripropone i ricordi. È una forma di vanità di cui non vado molto fiera eppure a volte mi pare un esercizio davvero utile per aiutarmi a definire una sorta di percorso ideale di crescita o perlomeno di consapevolezza. Confesso di stupirmi io stessa di tutte le cose che mi sono successe malgrado la "gabbia" di rassicuranti abitudini in cui mi costringo per proteggermi da imprevisti spiacevoli. Di fatto c'è stato sempre qualcosa che mi ha tormentato, interessato, entusiasmato e che ho vissuto con un'intensità che tradiva l'apparente pacatezza con cui tipicamente mi si dipinge. Rileggere certi miei vecchi post mi impone lo strano esercizio di ritrovare uno stato d'animo ormai passato e immediatamente spogliarlo da ogni coinvolgimento emotivo, osservarlo in modo asettico e scoprire che in fondo era tutto così semplice, elementare, fin troppo chiaro. Perché non riuscivo a vedere le cose come oggi? Non volevo, non mi conveniva, ci stavo credendo con tutta me stessa, mi ero intestardita...vai a sapere...in ogni caso non voglio più rievocare il passato leggendo il presente che fu, neppure in questo periodo in cui dalle statistiche ho notato che qualche nuovo avventore sta recuperando post molto vecchi e io vorrei tanto chiedergli perché lo stia facendo e cosa pensa di me sulla base di cose che vorrei aver vissuto e pensato e raccontato in un'altra maniera.

Se dovessi andare a braccio, pescando solo nella memoria, direi che non vorrei che leggesse del mio unico appuntamento al buio a cui sono andata per compiacere un'amica che ci teneva molto, o di quella volta che ho pianto come una disperata sui gradini di un cinema di quartiere per ragioni che mi fanno ancora oggi una tenerezza infinita, o del mio unico post al vetriolo nei confronti di un collega con cui ora vado molto d'accordo, o di tutte le storie di pura fantasia che mi servono a mistificare la mia realtà infarcendola di ipotesi verosimili ma del tutto improbabili, o, ancora, di certi miei facili entusiasmi presto smorzati da traiettorie poi deviate altrove.
Avrei voglia di leggere quei post assieme al mio lettore misterioso magari per farlo divertire di più e spiegargli che nel frattempo ho imparato a reagire agli imprevisti e allo sconforto in tutt'altra maniera, che ho smesso di piangere per molte cose, di offendermi per i comportamenti che non comprendo. Vorrei dirgli che c'è stato un tempo in cui scrivevo che quando mi allenavo in gruppo era davvero tutta un'altra cosa...ma in realtà mi piace di più farlo da sola, che ho amato la compagnia più dello starmene per conto mio ma raramente è stato davvero così, che non riuscivo a smettere di voler bene a qualcuno e invece ci sono riuscita benissimo, purtroppo.
E poi gli chiederei se sto facendo bene a ritarare il mio modo di aderire alle esperienze. Oppure se per caso, in qualche vecchio post, ha trovato risposte che ancora mi sfuggono



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