Sola andata

Sola andata

venerdì 20 agosto 2021

Avere un debole per la forza dell’abitudine

 Io mi riabituo subito. Sono stata a casa dai miei per due settimane, nel frattempo compivo 45 anni e quasi nessuno oltre i parenti stretti se ne è ricordato (ma ci sta eh, non mi offendo certe dimenticanze, in compenso attribuisco un valore enorme a gli auguri di chi ricorda), camminavo per ore ed ore sul bagnasciugapensando che poche attività al mondo possano eguagliare l’immensa piacevolezza di quell’attività, mangiavo tanto (senza prendere neppure un etto eh eh eh), per poi ritornare a Milano e alle mie solite cose. Sì io mi riabituo subito , non ho bisogno di fasi di transizione graduali per riassestarmi : è come se il mio cervello non ammettesse la percezione stessa di un cambiamento traumatico e mi ordinasse di andare avanti, che tanto quel che è finito è finito. Gratitudine sì, nostalgia no. Le mie vacanze per ora sono concluse e tutto va bene. Ho deciso di conservare questo stesso spirito “accogliente” anche nel mio proiettarmi verso il futuro: almeno fino a fine dicembre niente cinema, niente lezioni frontali, niente viaggi lunghi. E poi ancora, ma in fondo che mi importa, niente colazioni al bar, niente ristoranti. Va bene, lo accetto. Farò altro, mi inventerò attività da lockdown individuale ( o da “sorcio” come vorrebbe un medico meschino e arrogante). Continuo a ritenere che il vaccino non stia funzionando e anzi favorisca il proliferare delle varianti al punto da rendere nullo il vantaggio sul vecchio virus. Osservo i dati, dicono che muoiono solo i non vaccinati, intanto si ammalano in tantissimi e la pandemia non rientra. Se devo vaccinarmi per scegliere tra accrescere la probabilità di ammalarmi senza morire, oppure lasciare invariata quella di ammalarmi morendo, a sua volta confrontata con quella 4relativa alle possibili conseguenze negative del farsi il vaccino, il tutto confrontato con la quasi certezza di non ammalarmi perché non vedo nessuno…beh a me viene facile decidere.

Resta il fatto che oggettivamente sarà un inverno complicato e nel quale perderò tante cose. Spero sinceramente che la cosa riguardi solo me e quelli che non hanno il green pass perché al loro posto sarei veramente molto arrabbiata di essermi iniettata una cosa così tanto inutile in corpo…

Dicevo sulla faccenda del riabituarmi subito. Quello che potrei fare, per esempio, potrebbe essere abituarmi all’idea di un rientro soft  a casa mia giù in Campania, come stanno facendo un po’ tutti qui in ufficio, e pensare di stare a Milano solo per i tre quattro giorni al mese in cui è richiesta la presenza in ufficio. In fondo il vero vantaggio di un tempo che non può riservarci grosse sorprese sta tutto nella possibilità  di poterlo pianificare in maniera molto efficace: è quasi impossibile che possa incontrare l’uomo della vita proprio in questa fase e per fortuna non ho vincoli di sorta che mi trattengano a Milano. Sembra un paradosso ma forse proprio adesso sono libera come non lo sono stata mai, sebbene non riesca a stabilire quanto davvero questo mi piaccia oppure no.

E’ un tempo così indecifrabile che anche cercare di accoglierne le nuove declinazioni  mi restituisce lo stesso senso di stabilità dellostare su una tavola da surf  a capo verde. Mi riabituo presto.  C’è di buono che mi capita anche con la mancanza di senso che avverto quando mi guardo intorno e mi sento in diritto di chiedermi soltanto cosa accadrà tra brevissimo perché non sento più come possibile fare ipotesi su un orizzonte temporale di più lungo respiro, in quell’ipotetico luogo del possibile nel qualetrovano ancora posto progetti e speranze e non soltanto  piccole strategie per sopravvivere per non diventare completamente matti. Ancora molte grazie per gli auguri a voi che avete avuto la bontà di ricordarvene. Ne avrò lunga memoria.

 

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