Sola andata

Sola andata

martedì 24 agosto 2021

Sentirsi in “testa” (attenuandone i colpi)

 Milano procede ancora con il ritmo cauto delle lente riprese. Come è bello osservarla in un tempo così rilassato eppure pronto a nuove ambizioni, progetti rimodulati sull’onda di crisi inaspettate e ormai impazienti nella loro realizzazione. Io la sento così questa città in questi ultimi segmenti di estate e di luce così piena. Per quanto mi riguarda mi mantengo ancora sospesa in una sorta di limbo fatto di no green pass e sempre maggiori libertà di movimento violate, ma resisto, accetto la sfida e attendo fiduciosa fino al vaccino obbligatorio. La mia vita del resto, almeno nelle sue parti essenziali è rimasta invariata: posso ancora stare in ufficio, entrare in un supermercato, andare a correre, leggere, vedere film in casa, dormire poco ma molto bene, sognare un amore che so che non avrei incontrato in nessun caso. Tutto sempre uguale. Tutto pur sempre nuovo.

La biblioteca mi ha detto che posso ritirare il libro solo se munita di green pass. Ok, vorrà dire che se nessuno vorrà prenderlo al mio posto andrò a comprarmeloche tanto in Feltrinelli mi lasciano ancora entrare, come in moltissimi altri luoghi…dovrebbe esserci onestà intellettuale anche nella maniera di umiliare la vita di un singolo individuo. Invece ci si accontenta di essere prepotenti e pure fessi, pur di non assumersi la responsabilità sacrosanta del buon padre di famiglia. Ma vabbè…


Sono al mio terzo giorno senza caffè, è una di quelle settimane che periodicamente mi infliggo per fare un reset complessivo del mio corpo: le altre volte accusavo dei mal di testa lancinanti. Una volta sono rimasta a letto per un intero giorno e durante quello successivo dovevo trovare un appoggio fisso per non cadere tanto ero debilitata e spossata. Eppure non ho mai ceduto a quella condizione, estrema ma che sapevo essere passeggera, e dal terzo giorno in poi ho avvertito quel preciso senso di totale benessere che certe cure drastiche promettono. Bisogna avere fiducia, accettare il sacrificio temporaneo fino ad arrivare a godersi i risultati voluti. Il rischio è restarci secchi prima in effetti. Come un po’ tutto quello che conta nella vita. Ma ogni scelta è frutto di rischio, una ponderata analisi del bilancio costi/benefici, la motivazione personale, gli obiettivi che si vogliono raggiungere.  Sperimento cose del genere soprattutto  per ricordarmi come mi interessa davvero  stare al mondo e che per me la vita funziona soltanto così. Stavolta però niente emicrania, nessun desiderio di caffè (pensavo di non dirlo mai nella vita!), nessuna smania di arrivare alla fine del  percorso prima possibile. Stavolta soltanto una grande serenità fin dal primo giorno. Così mi sono detta che forse certi traguardi raggiunti ci posizionano per sempre ad uno stadio successivo, anche se poi il tempo passa e gli effetti apparentemente svaniscono. Forse succede anche al corpo di  ricordare tutto e così poi, se supera delle provpercepite come intense, cambia per sempre.  Oppure è esattamente il contrario: sono diventata più insensibile a tutto e quindi non sono più capace di elaborare un’esperienza che prima consideravo dolorosa ma necessaria per progredire. Chi lo sa. Però sono contenta di star bene, oggi, qui, ora, dopo tre giorni senza caffè e senza  un mucchio di altre cose che deliziano i miei sensi e gli istinti più elementari. Sono contenta. Qualsiasi cosa questo voglia dire.


Milano in questi giorni è bellissima. Pare voglia già raccontarmi di tutti i suoi buoni propositi, assieme  al poco che concederà a me che ancora non voglio vaccinarmi. Ma io ormai sono abituata a trovare le mie risorse migliori proprio quando queste scarseggiano. Certe sfide sono il nutrimento che accantono per il futuro.  La verità però forse è un’altra: è che io ero pronta per il mio previsto mal di testa lancinante e lui invece non è arrivato.  Che diritto ho di chiedere di più a questo lieve scorcio di fine estate?

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