Sola andata

Sola andata

giovedì 12 agosto 2021

Lontano dagli “affetti collaterali” ( o dalle antipatie reali)

 - Sei proprio una dispettosa. Perché ancora non vuoi vaccinarti?

- perché c’è il green pass, una roba che serve a bar e ristoranti per stare aperti nonostante ci siano persone che non si vaccinano. Io non ci andrei comunque e ho deciso di fare il tampone quando andrò al cinema, dove di certo starò come al solito più o meno da sola a vedere lo spettacolo pomeridiano…ma a te pare normale? A me no, ma preferisco questo a una cosa non obbligatoria che non ho ancora voglia di fare

- e non pensi a tutti quelli che potresti contagiare? O al rischio che tu stessa potresti andare in terapia intensiva?

- e come? Sto sempre da sola

- è  vero. Stai sempre da sola e distante da tutti. Io ti capisco. Ma quelli tignosi dicono che sei colpevole lo stesso. Secondo me perché sono un po’ dispiaciuti pure loro di essersi vaccinati e ritrovarsi a non avere comunque grosse garanzie rispetto ai perduranti timori

- boh. Io so soltanto che se mai deciderò di farlo sarà per obbligo e non per volontà e non vedo perché non dovrei assecondare questa mia sensazione

- ah, ma guarda che, per una volta, ti comprendo perfettamente

- grazie. È molto importante per me. Sai mi sento come quella volta che scrissi un post denigratorio contro un collega squalidissimo, che per fortuna se ne è andato, e tutto l’ufficio lo lesse e io ero contenta e felice di avere uno strumento così efficace per esprimermi e dire tutto quello che penso. Fu così liberatorio.

- eh me lo ricordo. Ti fingesti rammaricata e stupita che tutti avessero saputo che quello scemo balordo ti aveva offeso mentre tu eri solo andata a fargli gli auguri per la sua primogenita. E mi ricordo che quando se n’è andato hai esultato e ti è sembrato un magnifico regalo della sorte.

- si, hai ragione mi sento proprio come quando scrissi contro quel foggiano cafone, sindacalista  viscido che il solo risultato che ottenne fu di farsi mandare dove voleva lui. Che bello dire e fare ciò che si pensa e assumersi il rischio del giudizio collettivo senza timore

- si Lucia. Tanto pure questa farsa finirà. Confido nel recupero di un po’ di senno generale e nella tua futura libertà di andare al cinema in sicurezza e senza altri obblighi se non quello intimo e insopprimibile di godere di un buon film in santa pace. Ti saluto cocciuta incompresa 

- ciao. Ti voglio bene. Grazie.

Ho quasi finito. Tra un paio di giorni sarò di nuovo a Milano: al mio attivo dovrei ritrovarmi un buon recupero di energie, un po’ di pace e un tempo dilatato tra lunghe passeggiate in spiaggia, pensieri sparpagliati e folli e qualche ipotesi senza il coraggio sufficiente per darle concretezza . In realtà non riesco a previsualizzare ancora seriamente il mio rientro in una città in cui tornerò come al solito a fare tutto da sola: ancora non ho capito bene quanto mi sentirò “punita” del mio non essere vaccinata durante una fase in cui, lo ribadisco, non avverto ancora miglioramenti di sorta nella condizione generale dei contagi a fronte di una popolazione di vaccinabili che ha raggiunto il traguardo statisticamente molto rilevante del 70% . E non venissero a dare la colpa alla quota di nessuna rilevanza critica dei residui non vaccinati. Mah, mi lascerò guidare dagli eventi e intanto continuo a godere di questi ultimi scampoli di apparente normalità quotidiana. Non sarebbe lo stesso se non dovessi andar via tra poco, ma questo è quello con cui ho fatto pace dal tempo in cui ho deciso che dovevo allontanarmi da qui.

Di questo tempo assurdo, di cui comincio a perdere memoria degli inizi, credo che tra tutte le mancanze che ho sviluppato ci sia quella del senso dell’utopia, quel territorio del possibile in cui le mie fantasie andavano a braccetto con lo slancio fattivo, una volontà testarda o anche solo con le speranze di una sorte favorevole. Vivere di confini certi è comodo, ma in fondo abbastanza ingiusto e di certo alimenta in modo ipertrofico il mio fantasticare. A volte mi capita di ricordare persino cose assurde che avevo rimosso, innamoramenti stroncati sul nascere ma in fondo meglio così, che tanto era impossibile lo stesso e comunque per fortuna che ora non posso più saperlo con certezza. È un tempo fatto così: di pezzi insensati di passato che riaffiorano senza un vero criterio e che pare vogliano dirmi di quanto vuoto, o al contrario di quanta vita, fossero composti anche certi periodi di insospettabile normalità, quasi a ricordarmi che il significato stesso delle azioni che ci guidano  sembra non accorgersi che immensa occasione sia la libertà di movimento che effettivamente ci è stata concessa. Eppure faticavo tanto anche allora a stare a mio agio nello spazio che mi ero scelta con tutta quella libertà che mi ero conquistata. Di quel collega squallido penso male ancora oggi che non lo vedo da tanto tempo. Meno male che ho potuto vomitargli addosso il mio odio. Oggi invece non mi succede più. Credo sia uno dei vantaggi più belli dell’isolamento: stare alla larga dai soggetti tossici.

 Se invece torno alle mancanze, non posso non pensare ai miei amati viaggi. Forse la sola vera ragione capace di rendere il mio strano presente un po’ meno sfuggente, meno rammaricato. Più accettabile. Tra le cose di cui ho scoperto non sentire l’assenza c’è con mia grande sorpresa l’amore. Non mi manca: sono sola da troppo tempo per imputare alla pandemia la colpa di questo. Mi manca piuttosto l’oggetto delle mie utopie amorose. Ma è una cosa completamente diversa. Di solito mi innamoro di persone “reali” che rendo protagoniste delle mie fantasie e divagazioni. Di fatto ho capito che ho la cura “inconsapevole” di accertarmi che siano già impegnate o che, per mille ragionevoli motivi, si tratti di amori impossibili. Sì, faciò proprio così da tanto tempo ormai. Ma non me ne rendevo conto. E così succede che solo ora scopro che le distanze oggettive non rendono più possibile questo mio gioco “platonico”, perché lui si nutre solo di necessarie presenze, parole, occhi che si guardano, scariche elettriche che si innescano con gli incontri reali. Lo scopro solo ora. Col green pass che neppure lo sa di certi guai che ha combinato. Peccato. Ma vaccinarmi che cambierebbe?

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